fbpx
AbbigliamentoLifestyle

Tutte le svolte green della moda nel 2021

Dalla filosofia fur-free alla pelle vegana, ecco cosa è cambiato nel settore fashion

Abbiamo parlato spesso di moda ecosostenibile negli ultimi mesi. D’altronde, negli ultimi dodici mesi il settore fashion ha dimostrato una grande presa di coscienza riguardo l’impatto che ha sull’ambiente. Così, mentre il fast fashion ha continuato a riscuotere il suo solito successo, i grandi marchi di moda di lusso hanno cominciato a riflettere sui propri processi produttivi, e su quanto questi siano davvero dannosi per il pianeta. Non a caso, il 2021 sarà ricordato come l’anno in cui le più note maison di moda hanno fatto dietrofront riguardo la produzione di pellicce.

Una scelta da non sottovalutare, se consideriamo che fino a poco tempo fa queste venivano considerate come capi di lusso per eccellenza. Ora, invece, la tendenza sembra essersi invertita. La moda di oggi è fur-free, e sembra anche apprezzare sempre di meno l’uso di materiali come la pelle. A tal proposito, il report 2020 condiviso da Lyst sulla moda consapevole mostra chiaramente che le ricerche in Rete di parole chiave legate alla sostenibilità sono aumentate del 37%. E la parola chiave “pelle vegana” supera le 33 mila ricerche mensili. Insomma, gli appassionati di moda sono alla ricerca costante di capi ed accessori che abbiano un basso impatto ambientale. E i brand di moda non possono far altro che condividere questa filosofia green. Vediamo allora quali sono state le più grandi svolte green del settore nel corso del 2021.

Moda ecosostenibile: le svolte green del 2021

1. La moda si fa fur-free

Come anticipato, una delle più grandi svolte del settore fashion nel 2021 è legata alla (non) produzione di pellicce. Lo scorso Marzo Stella McCartney, Vivienne Westwood e molti altri stilisti inglesi hanno inviato una lettera al Primo Ministro Boris Johnson per chiedergli di vietare la vendita di pellicce in tutto il Paese. È nato così il movimento #FurFreeBritain, che si è diffuso in tempi brevi in tutto il Regno Unito, con l’intento di renderlo il primo Paese al mondo a vietare la vendita di pellicce animali. D’altronde, non c’è affatto da stupirsi. Soprattutto se consideriamo che la Regina Elisabetta ha reso il suo intero guardaroba fur-free già dal 2019.

moda ecosostenibile

Nello stesso periodo dell’anno, poi, anche Alexander McQueen e Balenciaga hanno scelto di dire addio alla produzione di pellicce. Una decisione quasi obbligata, dato che erano rimasti i soli due marchi del gruppo Kering ad utilizzarle ancora. In primavera, invece, è stata la volta di Valentino, che ha scelto di abolire le pellicce dalle sue collezioni a partire dal 2022. E in autunno quella di Saint Laurent, che ha promesso di avviare una produzione fur-free dal prossimo anno. Ma non sono solo i marchi di moda ad aver preso questa svolta ecosostenibile. Appena qualche settimana fa, infatti, anche la celebre rivista Elle ha deciso di escludere le pellicce dalle sue pubblicazioni, al fine di “promuovere un’industria della moda più umana“. Nel giro di qualche mese, quindi, le pellicce di animali potrebbero essere soltanto un lontano ricordo. Un traguardo importante per questo 2021.

2. La produzione di Hermès in pelle vegana

Quando si parla di moda ecosostenibile, ci si riferisce spesso ai materiali utilizzati nella produzione di capi d’abbigliamento ed accessori. A tal proposito, è chiaro che una delle principali svolte green del settore fashion sia rappresentata dalla scelta di Hermès di produrre la sua celebre Victoria Bag con una pelle a base di funghi. La tecnologia prende il nome di “Fine Mycelium”, ed è stata brevettata dalla startup californiana MycoWorks, che è riuscita a brevettare un sistema per trasformare la struttura delle radici dei funghi in un materiale molto simile alla pelle. Un processo complesso, che ha richiesto almeno tre anni di sperimentazioni primache si riuscisse a trovare la quadratura giusta per sostituire la pelle della celebre Victoria Bag.

3. La certificazione “Moda sostenibile”

Nel corso della primavera Friend of Earth, rete globale di organizzazioni ambientaliste, ha presentato la nuova certificazione “Moda sostenibile”. L’intento era quello di promuovere un cambiamento nel settore moda sia dal punto di vista ambientale che sociale. La diffusione crescente del fast fashion, infatti, non ha comportato solo un incremento delle emissioni di CO2, ma anche un aumento di pessime condizioni salariali tra i lavoratori del settore. Fino a raggiungere moderne forme di schiavitù, in alcuni casi. Per cercare di limitare queste condizioni, e per permettere alle persone di acquistare consapevolmente, Friend of Earth ha dato vita ad uno “strumento per individuare i prodotti verificati sostenibili e ai produttori, impegnati nel cambiamento, ad evidenziare i propri prodotti ed essere ricompensati dalla preferenza del consumatore“.

4. Make the label count, la coalizione che vuole cambiare le etichette

Nel corso del 2021 la moda è cambiata radicalmente, ma il sistema di etichettatura non sembra essere andato di pari passo. La Product Environmental Footprint, ossia la metodologia che si occupa delle etichette sugli abiti, non tiene conto di dettagli come la biodegradabilità, le microplastiche e l’impatto dei combustibili fossili. Insomma, tutti quei valori che sono diventati il cardine della moda ecosostenibile moderna. E così, per ovviare a queste mancanze, è nata la coalizione “Make the label count“, che si sta battendo affinchè la Commissione Europea cambi le informazioni condivise sulle etichette degli abiti. In particolare, la richiesta è di aggiungere dettagli sull’uso di materiali rinnovabili e biodegradabili, sull’eventuale riciclabilità dei capi e sul rilascio di microplastiche nei nostri ecosistemi. D’altronde, la moda cambia. Ed è giusto che lo facciano anche le etichette.

moda ecosostenibile

5. Armani sceglie di rinunciare alla lana d’angora

Armani è stato forse uno dei primi marchi di moda ad abolire le pellicce. Era il 2016 quando il brand si dichiarò fur-free e ora, a distanza di circa cinque anni, arriva l’annuncio della rinuncia alla lana d’angora a partire dalle collezioni Autunno/Inverno 2022-2023. “Sono lieto di annunciare l’eliminazione della lana d’angora da tutte le collezioni del Gruppo, a testimonianza di un impegno tangibile per il controllo delle proprie produzioni rispetto alla tutela del mondo naturale. Credo da sempre nell’innovazione e nella ricerca di nuovi materiali e di metodi innovativi per il trattamento delle materie prime tradizionali“. Così Giorgio Armani ha annunciato la decisione della casa di moda, maturata anche a seguito delle numerose denunce delle associazioni ambientaliste riguardo il metodo crudele con cui la lana viene raccolta dai conigli.

Insomma, il 2021 ci ha regalato progessi enormi quanto alla moda ecosostenibile, che non hanno fatto altro che aprire la strada ai cambiamenti che vedremo nei prossimi anni. In fondo, se siamo riusciti a dire addio alla produzione di pellicce animali, possiamo aspettarci davvero grandi novità nel 2022. E oltre.

Da non perdere questa settimana su Techprincess

🚪 La pericolosa backdoor di Linux, disastro sventato da un solo ricercatore
 
🎶Streaming Farms: il lato oscuro della musica, tra ascolti falsi e stream pompati
 
✈️Abbiamo provato DJI Avata 2: sempre più divertente!
 
✒️ La nostra imperdibile newsletter Caffellattech! Iscriviti qui 
  
🎧 Ma lo sai che anche Fjona ha la sua newsletter?! Iscriviti a SuggeriPODCAST!
  
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
  
💌 Risolviamo i tuoi problemi di cuore con B1NARY
  
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
  
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!

Chiara Crescenzi

Editor compulsiva, amante delle serie tv e del cibo spazzatura. Condivido la mia vita con un Bulldog Inglese, fonte di ispirazione delle cose che scrivo.

Ti potrebbero interessare anche:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button