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Universo podcast: intervista a Gianpiero Kesten. Sì, quello di “Cose molto umane”

Cari lettori, eccoci alla quinta chiacchierata con i protagonisti del mondo del podcast in Italia. Qualche giorno fa abbiamo parlato con Francesco Tassi, Ceo di VOIS. Azienda che da qualche tempo supporta nella promozione e distribuzione Cose molto umane, il podcast di Gianpiero Kesten. Che è diventato la nostra quinta e nobile vittima.

Nobile per la notorietà del suo particolare e seguitissimo podcast, del quale Gianpiero ci racconta subito la genesi.

Come nasce “Cose molto umane”

Gianpiero Kesten aveva già una robusta esperienza in radio. Quando nel marzo del 2020, mese tristemente noto a tutti, l’emittente radiofonica con cui Gianpiero collaborava, Radio Popolare, ha forzatamente interrotto le programmazioni live.

A quel punto Kesten, che da tempo covava l’idea, ha dato vita al suo podcast. Che aveva già due delle sue attuali peculiarità: il titolo, “Cose molto umane”, e la periodicità quotidiana.

I contenuti, tuttavia, divergevano lievemente da quelli di oggi: centrali erano, allora come adesso, le Grandi Domande degli umani. Non quelle esistenziali, ma quelle un po’ assurde, talvolta infantili, tuttavia non prive di ricadute pratiche (e di una loro risposta scientifica). Per fare un esempio, il titolo della puntata di martedì 28 giugno è: “Fa caldo: doccia fredda o calda?”

Ma agli esordi, Gianpiero Kesten leggeva le risposte fornite dalle persone, salvo poi riflettere sul fatto che, fornendole da sé, le puntate sarebbero state molto più spiritose e dinamiche.

Gianpiero Kesten

La crescita di “Cose molto umane”

Ora il podcast di Gianpiero Kesten ha raggiunto il milione e duecentomila ascolti mensili. E, per dare una smentita indiretta ad Andrea Ciraolo (sulla scorta di quella già fornita da Tassi), l’autore e ideatore di “Cose molto umane” ci conferma che sì, di podcast si può campare.

Ma non divaghiamo. Le curiose domande cui Kesten cerca di dare una risposta, il tono affabile, la cadenza quotidiana (e, aggiungiamo noi, la durata breve di ogni episodio) hanno creato un curioso rapporto intimo col pubblico.

Da qui, alcune nostre domande. La prima riguarda la produzione quotidiana di contenuti. Quando chiediamo a Gianpiero se abbia un gruppo di collaboratori, risponde d’istinto: “Magari!”

Salvo poi dover ammettere di ricevere un grosso aiuto – anche sul versante creativo – dai suoi circa 300 seguaci su Patreon.

Intimità e onestà

Poi chiediamo a Gianpiero Kesten di sviscerare un po’ di più il discorso dell’intimità con il suo pubblico.

Ebbene, la presenza quotidiana della voce di Kesten nella vita di centinaia di migliaia di persone, ha indotto molti a contattarlo e a confessargli che la sua figura viene ormai percepita quasi come quella di un familiare.

È l’esito di quel patto di onestà, di cui abbiamo già parlato nell’intervista a Rossella Pivanti, che lega il produttore di contenuti audio ai suoi fruitori. In sintesi: l’artificio, se viene veicolato dall’audio, ha le gambe corte.

Per lo stesso motivo, Kesten ha scelto di far inserire solo le pubblicità (che in “Cose molto umane” compaiono in modo decisamente armonico e morbido, ascoltare per credere) inerenti a contenuti in cui lui stesso crede.

Gianpiero Kesten non ha dubbi: in un universo dominato da social sempre più ingombrati da effetti speciali (e sempre più alle prese col problema delle fake news) il podcast è lo strumento di comunicazione moderno più schietto. E, appunto, più intimo.

Il futuro del podcast

Quale, secondo Gianpiero Kesten il futuro del podcast? Come potranno convivere a lungo le grandi produzioni e i piccoli podcast artigianali?

Tutto cambierà, dice Kesten, il giorno cui un fortunato scoprirà la chiave della discoverability, l’algoritmo che premi davvero i contenuti più interessanti e curati.

D’altro canto, aggiunge, la coesistenza di prodotti differenti per qualità (sia tecnica che di contenuti) è una bella testimonianza della democraticità del mezzo. E poi, dal sottobosco della produzione indipendente è bello – oltre che giusto – che emergano i meritevoli.

Finora, afferma Gianpiero Kesten, un grosso ruolo nel successo dei podcast è giocato dal passaparola. Che è uno degli strumenti meglio capaci di rompere l’approccio di molti di noi all’universo podcast, ovvero l’ascolto più o meno casuale.

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Il futuro prossimo di Gianpiero Kesten

La domanda finale, uguale per tutti, non spicca per originalità (ma fa felici i nostri lettori).

Cosa c’è nel futuro prossimo di Gianpiero Kesten? Certamente un libro, probabilmente tratto da “Cose molto umane”. Dal podcast, poi, deriveranno ulteriori declinazioni e spin off.

In più, Gianpiero con buone probabilità aggiungerà il video ad alcuni suoi contenuti.

Ci guardiamo bene dal fare altre domande, perché scopriamo da Kesten che la puntata di oggi di “Cose molto umane” non è ancora stata registrata, e non vorremmo certo essere noi i colpevoli di un ritardo in questo senso.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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