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Abbiamo letto per voi “Podcast” di Matteo Scandolin

La nostra recensione al volume uscito per Apogeo

Nonostante la nascita di social sempre più sgargianti e pieni di funzionalità, o forse proprio in reazione a questo fenomeno, l’attenzione verso l’audio non accenna a diminuire, anzi.

Lo testimonia, ad esempio, la nascita di LOUD, l’app basata sui messaggi vocali. Oltre a un certo fermento nell’universo dei podcast. Basti pensare al fatto che presto anche YouTube Music li ospiterà. Oppure alla nuova funzionalità di Spotify, che permette alle emittenti radiofoniche di trasformare gli episodi in streaming in podcast monetizzabili.

Insomma, l’universo del podcast (ma non si dovrebbe dire podcasting?) affascina un numero sempre più ampio di persone, e oggi anche i meno alfabetizzati sanno che, per produrne uno fai da te, non occorre andare in uno studio di registrazione, né sottoporsi a spese folli.

Ma come muoversi?

Podcast Scandolin Apogeo

Podcast di Matteo Scandolin

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Su Tech Princess abbiamo recensito in più occasioni meritori volumi sul podcasting.

Alcuni hanno affrontato tematiche tecniche. Altri, di cui vi abbiamo parlato di recente, si sono concentrati sui contenuti (il podcast è pur sempre una narrazione, per quanto ibrida, e dunque debitrice della letteratura ma anche della radio, senza sottovalutare il fondamentale aspetto dello strumento narrante, la voce).

Tuttavia mancava forse un agile volume che, con linguaggio semplice (e non privo di ironia), compisse una rapida panoramica su tutti gli aspetti dell’argomento.

Questo vuoto è stato colmato da Podcast, scritto da Matteo Scandolin e dato alle stampe da Apogeo nel gennaio del 2023.

L’esaustività del libro è già espressa dal suo sottotitolo: Guida alla creazione, pubblicazione e promozione.

Le peculiarità del podcast

Nel primo dei sette capitoli di Podcast, Scandolin (che ci è istintivamente simpatico per le svariate citazioni di Francesco Guccini, compresa la frase in esergo) indaga la peculiarità del podcast, dopo averci raccontato quando e come esso sia nato.

Ne individua i punti di forza, tra cui il rapporto di intimità e fiducia che si instaura con l’ascoltatore, di cui ci aveva già parlato Rossella Pivanti. Bella risorsa, certo. Ma anche bella responsabilità.

Tuttavia, dei podcast vengono rivelati anche i limiti: è impresa non semplice, ad esempio, rendere credibile una storia con la sola forza della voce e dell’affabulazione.

Come fare

La parte centrale del volume, dai capitoli 2 al 5, si occupa della realizzazione del nostro prodotto.

Il capitolo 2 si sofferma su una serie di aspetti che, se sottovalutati o addirittura ignorati, daranno luogo a un prodotto di scarso appeal. Ecco quindi che vengono esaminati la periodicità di pubblicazione da scegliere, il linguaggio da adoperare, e gli aspetti paratestuali come il titolo, la copertina e l’eventuale trailer.

Per non parlare delle musiche, spesso saccheggiate senza badare al delicato ambito dei diritti d’autore.

Il capitolo 3 è un’importante disamina sulla strumentazione necessaria. Dove si scopriranno le differenze tra un microfono USB e uno XLR, tra cuffie chiuse, aperte e semichiuse, eccetera.

Ma la registrazione di una puntata grezza non corrisponde al prodotto finito: è quanto ci spiega Matteo Scandolin nel quarto capitolo di Podcast, dedicato alla postproduzione (o editing che dir si voglia).

Il quinto capitolo (che forse avrebbe dovuto anticipare il quarto, ma pazienza) ci dice tutto sulla registrazione. E ci svela se la diceria per cui diversi creatori di podcast indipendenti registrino dentro un armadio di casa sia leggenda metropolitana o verità.

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E poi?

Infine, nei capitoli 6 e 7 del suo Podcast, Matteo Scandolin ci parla di ciò che avviene dopo, una volta che il nostro podcast è bell’e registrato.

Il capitolo 6 ci guida alla pubblicazione, insegnandoci quali siano le principali piattaforme di ascolto, e illustrando di ciascuna le principali caratteristiche.

Mentre nel settimo e ultimo capitolo si affronta una questione che dovrebbe ulteriormente accrescere la curiosità di tutti coloro che vorrebbero avvicinarsi a questo mondo.

La domanda cui si cerca di rispondere è: ma con un podcast si può guadagnare o no? E se sì, in quanti e quali modi?

Buone notizie: a differenza dello scettico Andrea Ciraolo, che da noi intervistato si è mostrato scettico sulla possibilità di fare del podcasting una fonte di reddito, Scandolin sembra dar ragione a Gianpiero Kesten. Il quale, sullo stesso argomento, ci ha risposto alla maniera di Gene Wilder in Frankenstein Junior: Si può fare!

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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