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Il social network per trovare lavoro, LinkedIn, licenzia quasi 700 dipendenti

Seconda tranche dopo la chiusura a maggio in Cina

Non abbiamo resistito alla battuta che campeggia nel titolo. Proprio il social network che dovrebbe aiutare nella ricerca di un impiego, LinkedIn, licenzia (o meglio, annuncia che licenzierà) quasi 700 dipendenti.

Ma naturalmente la battuta è un paradosso: un discorso è il servizio offerto dal social, ossia la possibilità di mettere in comunicazione aziende che cercano personale e professionisti che mettono a disposizione le proprie competenze. Altro discorso è l’organigramma dell’azienda LinkedIn.

Dunque la società, proprietà di Microsoft, nelle scorse ore ha annunciato un prossimo piano di esuberi. Scopriamo meglio di cosa si tratta, e quanti dipendenti rimarranno senza lavoro.

linkedin silluhette

LinkedIn licenzia quasi 700 dipendenti

LinkedIn licenzia, per la seconda volta in pochi mesi.

L’annuncio è stato ufficializzato lunedì 16 ottobre, e l’area più colpita sarà quella ingegneristica. Dopo che già nelle scorse settimane Reuters aveva paventato la possibilità di tagli, l’emittente americana CNBC è venuta per prima in possesso della nota (ora pubblicata, come vedremo) che conferma il piano di licenziamenti.

La fonte (anonima) aveva fatto sapere che gli altri comparti penalizzati dai tagli saranno quello finanziario e le risorse umane.

I tagli

Per la precisione, LinkedIn licenzierà 668 lavoratori, circa il 3% dei 20.000 dipendenti totali.

Le persone dell’azienda di proprietà Microsoft che resteranno senza impiego vanno ad aggiungersi alle altre decine di migliaia di posti del lavoro persi quest’anno nel settore tech.

Secondo i dati della società di collocamento Challenger, Gray & Christmas, nel comparto sono già stati tagliati globalmente 141.516 dipendenti nella prima metà dell’anno, contro i circa 6.000 del 2022.

La nota

La nota è poi stata pubblicata nella giornata di lunedì 16 ottobre.

Riportiamo per intero il testo tradotto: “I cambiamenti dei talenti sono una parte difficile, ma necessaria e regolare della gestione della nostra attività. I cambiamenti che abbiamo condiviso oggi con il nostro team comporteranno una riduzione di circa 668 ruoli nei nostri team di ingegneria, prodotto, talento e finanza.

Mentre adattiamo le nostre strutture organizzative e razionalizziamo il nostro processo decisionale, continuiamo a investire in priorità strategiche per il nostro futuro e ad assicurarci di continuare a fornire valore ai nostri membri e clienti.

Ci impegniamo a fornire il nostro pieno supporto a tutti i dipendenti interessati durante questa transizione e a garantire che siano trattati con cura e rispetto.”

I dirigenti Mohak Shroff e Tomer Cohen hanno poi fatto sapere che saranno tagliati “563 ruoli nell’ambito della Ricerca e Sviluppo. In particolare vengono ridotti 137 ruoli di gestione dell’ingegneria e 38 ruoli nel prodotto. Inoltre, ci saranno 388 riduzioni di ruolo in tutto il nostro team di Ingegneria, nel tentativo di allineare meglio le risorse al nostro piano FY24 [anno fiscale 2024, n.d.r.], e apriremo un piccolo numero di nuovi ruoli per colmare le alcune critiche nella nostra ambiziosa tabella di marcia.”

Perché LinkedIn licenzia

Lanciata nel 2003, LinkedIn è stata acquistata nel 2016 da Microsoft per 26,2 miliardi di dollari.

Vanta 950 milioni di iscritti, in costante crescita. Ma i ricavi stanno rallentando da otto trimestri consecutivi, e nel secondo trimestre dell’anno la crescita è stata di solo del 5%.

Ricordiamo che l’azienda proprietaria di LinkedIn, Microsoft, a gennaio ha annunciato il taglio di 10.000 dipendenti.

Eppure, LinkedIn sta incrementando le sue assunzioni in India. Dietro il taglio dei quasi 700 dipendenti, comunque, c’è chi pensa agli investimenti sulle soluzioni di intelligenza artificiale, che permettono di risparmiare sulla forza lavoro.

I licenziamenti in Cina a maggio

In un articolo dello scorso 9 maggio vi abbiamo riportato la notizia dei licenziamenti di LinkedIn in Cina (dove la piattaforma si chiama InCareer).

Per la verità, la filiale cinese ha chiuso i battenti: l’annuncio è stato dato a maggio e l’azione si è concretizzata ad agosto. Sono così stati lasciati a casa 716 dipendenti.

InCareer, nata nel 2014, è stata uno dei pochi social occidentali disponibili in Cina, seppur gestita da una società cinese e sotto il controllo del governo di Pechino.

La chiusura è avvenuta, ha spiegato l’azienda, a causa della “forte concorrenza e del difficile contesto macroeconomico” in Cina.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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