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E intanto, ai tempi dell’intelligenza artificiale, Televideo compie 40 anni

Il servizio è stato attivato il 15 gennaio 1984

Si fa presto a dire che oggi la comunicazione è cambiata. Che un tempo i quotidiani davano le notizie fresche mentre, per chi avesse voluto approfondire, c’erano i periodici.

Già con l’avvento della rete i giornali si sono per così dire settimanalizzati, e le notizie in tempo reale le forniva il web. Non parliamo poi del presente, dove i social permettono a chiunque di fornire notizie – spesso tramite video – in diretta, modificando la grammatica dell’informazione (e dando voce, ad esempio durante i conflitti, agli oppressi).

Aggiungiamoci l’intelligenza artificiale, che se apre ulteriori nuovi spiragli alla veicolazione delle notizie, moltiplica pericolosamente la possibilità di creare e divulgare fake news.

In tutto questo rapidissimo modificarsi dell’informazione, che fine hanno fatto i media tradizionali?

teletext

Televideo compie 40 anni

Commuove quasi il fatto di annunciare che proprio oggi, mentre nel mondo furoreggia l’IA generativa, Televideo compie 40 anni.

Il servizio Rai iniziava infatti il 15 gennaio del 1984. Sono mesi di festeggiamenti per la Radiotelevisione Italiana: oggi è il compleanno di Televideo, la stessa Rai ha compiuto 70 anni il 3 gennaio scorso, e la radio ne compirà addirittura 100 il prossimo 6 ottobre.

Ricordiamo che il servizio di informazioni testuali tramite apparecchio televisivo si chiama più genericamente teletext. Televideo è il nome specifico del teletext della Rai.

Nascita di Televideo

A livello globale, il teletext nasce nel 1974 con la BBC. Mentre il Televideo arriva in Italia, dicevamo, il 15 gennaio del 1984 (ma nel 1983 è stato presentato in anteprima nella mitica trasmissione televisiva Portobello, condotta da Enzo Tortora).

Una curiosità: il teletext più longevo, ancora utilizzato (dal 15% della popolazione) è quello svedese, la cui nascita precede quella del nostro Televideo di 5 anni.

In Italia diverse emittenti private hanno adottato, e poi dismesso, il teletext. Oggi, dunque, resiste solo Televideo. Quello nazionale, certo, ma anche il Televideo Regionale, con notizie di cronaca locale ma anche con servizi come le previsioni meteorologiche, le informazioni su trasporti, spettacoli ed eventi.

Televideo svolge anche funzione di sottotitolazione di diversi programmi Rai a beneficio dei non udenti (la ben nota pagina 777). Il primo film sottotitolato, andato in onda nel 1986, è stato il capolavoro di Alfred Hitchcock La finestra sul cortile.

Le celebrazioni dei 40 anni di Televideo

Per i 40 anni di Televideo,  Rai News 24 e Rai Pubblica Utilità hanno previsto alcune iniziative. Ad esempio, la pagina 428 di Televideo ripercorrerà il quarantennale del servizio, mostrando materiali di repertorio e contenuti appositamente realizzati sul sito di Televideo e sui profili social.

Inoltre, Rai News 24 manderà in onda uno speciale sui primi 40 anni di Televideo, e sarà realizzato un contributo video dedicato, in collaborazione con Rai Teche, che verrà arricchito con ricordi e testimoniane degli utenti (i quali potranno scrivere a tlvnazionale@rai.it).

La “novità” di Televideo

Oggi, 40 anni dopo, Televideo ci sembra tutto fuorché innovativo.

Eppure, se milioni di italiani lo hanno utilizzato per decenni, e se il servizio è ancora attivo, un motivo ci sarà. Certo, agli esordi era sconvolgente l’idea che l’apparecchio televisivo potesse essere fruito in modo non passivo. Era l’inizio, se vogliamo, dell’on demand: un utente decideva in autonomia quando informarsi, e su quale specifico ambito.

Ma che futuro avrà, Televideo?

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Televideo domani

È davvero difficile pronosticare quale futuro avrà Televideo, e se ne avrà uno. La sua stessa sopravvivenza sembra un anacronismo. Eppure in alcuni Paesi, come la Svizzera, il servizio è ancora largamente sfruttato.

Immaginiamo che fatichino ad abbandonare il teletext soprattutto due categorie di persone. La prima è rappresentata dagli anziani, o comunque da chi è poco alfabetizzato alle nuove tecnologie. E la seconda categoria è composta da chi, bontà sua, non sa abituarsi ai ritmi frenetici della contemporaneità, e ha ancora voglia di mettersi lì con pazienza ad attendere che si carichi la pagina della “news”, di cui tutti i possessori di smartphone sono già a conoscenza da almeno mezz’ora. Ma in fondo, a pensarci bene, cosa cambia?

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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