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Manifestazioni, scontri e morti, cosa succede in Ciad?

Da giorni il Ciad è interessato da violenti scontri tra manifestanti e forze di sicurezza, al centro delle proteste il potere dei militari

Violenti scontri stanno interessato il Ciad in queste ultime ore.
I manifestanti hanno protestato, giovedì sera a N’Djamena, contro la presa del potere da parte dei militari. Durante gli scontri circa 50 persone sono rimaste uccise, compresi 10 funzionari delle forze dell’ordine.
Le Nazioni Unite hanno da subito condannato l’uso della forza contro i manifestanti e hanno chiesto l’avvio di un’indagine.

Il primo ministro Saleh Kebzabo, riferendosi agli scontri, ha confermato il numero delle vittime ed ha anche annunciato il coprifuoco notturno in tutto il paese.
Il coprifuoco, a detta del premier, rimarrà in vigori fino al “totale ripristino dell’ordine”.

Intanto le manifestazioni, oltre alla capitale N’Djamena, hanno preso vita anche in altre città importanti, tra cui Moundou e Koumra.

Ieri sera, subito dopo l’inizio delle manifestazioni, il portavoce del governo Aziz Mahamat Saleh, condannando le proteste in piazza, ha parlato di insurrezione derivata da una manifestazione vietata.

Saleh ha accusato i manifestanti di aver attaccato gli edifici pubblici, compresi gli uffici del Governo, la sede del partito del primo ministro e quella del presidente del Parlamento.

Dall’altra parte invece l’ONU ha condannato fermamente la violenta repressione del governo ciadiano nei confronti dei manifestanti.

“Deploriamo l’uso letale della forza contro i manifestanti in Ciad. Le violazioni denunciate devono essere indagate. Chiediamo calma e moderazione a tutte le parti”, ha affermato in un tweet l’ufficio per i diritti delle Nazioni Unite, esortando le autorità di transizione a garantire la sicurezza e la protezione dei diritti umani, compresa la libertà di espressione.


Parigi ha condannato la forza usata contro i manifestanti

Anche la Francia, l’ex potenza coloniale del Ciad, ha condannato la violenza, sottolineando che l’utilizzo delle armi per reprimere le proteste era prevedibile.
“La Francia non ha alcun ruolo in quel che sta accadendo, riguarda strettamente la politica interna del Ciad”, ha affermato il ministero degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian.
“Le false informazioni sul presunto coinvolgimento della Francia sono prive di fondamento”, ha continuato il politico francese.

Anche Moussa Faki Mahamat, capo della Commissione dell’Unione Africana, ha pubblicato un tweet per condannare fermamente la repressione delle proteste e chiedere modi pacifici per superare la crisi nel paese africano.

Scontri e barricate in varie città del Ciad

I giornalisti internazionali presenti nella capitale ha affermato di aver visto cinque corpi sul pavimento dell’ospedale Union Chagoua di N’Djamena.
Lo stesso primario dell’ospedale, il dottor Joseph Ampil, ha confermato ai giornalisti la presenza di corpi senza vita presso la struttura ospedaliera, mentre fuori il fumo nero delle fiamme e quello dei lacrimogeni ricoprivano parti della città.

Numerose barricate sono state installate in diversi distretti di N’Djamena. In diverse città i pneumatici delle auto sono stati dati alle fiamme nelle vie principali per bloccare il traffico.

Altre strade nel centro della città sono state disseminate di rami d’albero e mucchi di mattoni. Le scuole e le università invece sono state chiuse e molti commercianti del centro hanno dovuto abbassare le saracinesche dei loro negozi.

Anche il quartier generale del partito UNDR del primo ministro Saleh Kebzabo è stato attaccato e bruciato parzialmente dai manifestanti, lo ha affermato il vicepresidente dell’UNDR Celestin Topona.

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Mahamat Idriss Deby il presidente forte del Ciad

L’ondata di proteste è arriva subito dopo che l’assemblea nazionale, organizzato dall’uomo forte dell’esercito e presidente Mahamat Idriss Deby Itno, ha deciso di prolungare la sua permanenza al potere.

Il 38enne generale dell’esercito è subentrato nell’aprile 2021, dopo che suo padre dal pugno di ferro, Idriss Deby Itno, al potere da tre decenni, è stato ucciso durante un’operazione contro i ribelli.

Il giovane Deby ha fatto storcere il naso a molti ciadiani in patria e fuori.
Dopo aver deciso di rimanere al potere oltre la scadenza inizialmente promessa, che sarebbe scaduta giovedì scorso.

Mahamat Idriss Deby Itno il presidente del Ciad
Mahamat Idriss Deby Itno il presidente del Ciad



“Ci stanno sparando. Stanno uccidendo la nostra gente”, ha “gridato” su Twitter Succes Masra, il cui partito Transformers era tra i gruppi che avevano mobilitato le piazze.


Una volta salito al potere, il presidente Deby aveva dichiarato di voler ripristinare il governo civile dopo 18 mesi e di non prendere parte alle successive elezioni.

Ma con l’avvicinarsi della scadenza, un’assemblea nazionale organizzata da Deby ha deciso di non rispettare le promesse e non lasciare l’incarico.

Il 1° ottobre, l’assemblea ha approvato un nuovo termine “massimo” di 24 mesi per garantire lo svolgimento delle elezioni.
Mahamat Idriss Deby Itno è stato rinominato così “presidente di transizione” ed ha dichiarato che potrebbe essere uno dei candidati alle prossime elezioni.

Il presidente ha prestato giuramento il 10 ottobre. In seguito è stato nominato un governo di unione nazionale guidato da Kebzabo, un ex giornalista di 75 anni e una figura dell’opposizione.

Tutto questo ha acceso l’ira dei contestatori del presidente Deby. Le proteste manifestazioni diventano sempre più dure, come più dura diventa anche la risposta delle forze di sicurezza nazionale. Gli organi internazionali temono che gli scontri possano continuare e le vittime possano aumentare nel Ciad.

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