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Riceve 100 pacchi Amazon (non richiesti). Ecco perché potrebbe succedere a chiunque

È capitato a una donna della Virginia

Nel periodo delle vacanze estive tutto si rallenta e ingolfa, e il lavoro dei corrieri non è esente da questo andazzo.

Chi scrive abita in una zona periferica di una cittadina della Sardegna, nelle cui vie non è facilissimo districarsi. In queste settimane, in cui i corrieri che solitamente consegnano pacchi sono in ferie, i loro sostituti stanno incappando in diversi errori: consegne ritardate o incrociate (il pacco per A recapitato a B e viceversa). Per non parlare degli errori singoli: merce data direttamente in mano alla persona sbagliata. Da lì in poi, si tratta solo di sperare nella buona fede del ricevente errato.

Sono comunque bazzecole, se paragonato a quanto accaduto a una donna della Virginia, che si è vista consegnare più di 100 pacchi Amazon di cui non aveva mai fatto richiesta.

Cosa è successo di preciso, e perché? E soprattutto, perché potrebbe capitare a ciascuno di noi?

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I 100 (e più) pacchi Amazon recapitati per errore

Magari nei sogni perversi di qualcuno c’è il ricevere, senza spendere un euro, un prodotto che non si era mai richiesto ma che risulta utile.

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Tuttavia, quanto capitato a Cindy Smith è eccessivo. La signora, che abita nella contea di Prince William, in Virginia, ha sentito squillare il campanello. E quando ha aperto ha trovato davanti ai propri occhi una grossa sorpresa. Una sorpresa composta da svariati pacchi Amazon, con l’inconfondibile scritta e rispettivo logo.

L’evento si è ripetuto per diversi giorni, sino a quando la signora Smith ha collezionato in giardino, suo malgrado, più di 100 pacchi spediti da Amazon.

L’indirizzo? Era corretto

Come qualunque persona di buon senso, e riallacciandosi ai possibili disguidi di cui dicevamo in apertura di articolo, Cindy Smith ha subito pensato a un errore da parte del corriere.

Eppure, verificando l’etichetta di tutti i pacchi, non c’erano dubbi: l’indirizzo era il suo. E il mittente rispondeva a un nome cinese, tale Lixiao Zhang, che la signora di Prince William non aveva mai sentito nominare prima.

Lo sappiamo, manca un elemento: il contenuto dei pacchi Amazon. Gli appassionati di spy story resteranno delusi, perché i prodotti non avevano niente a che fare con complotti internazionali o chissà quali altri crimini. Le scatole contenevano molto più prosaicamente un migliaio di lampade frontali per fare sport in sicurezza in situazioni di scarsa luminosità. E poi centinaia di pistole incollatrici e svariati binocoli da bambini.

Ma cosa è successo? Una svista ? O una furbata? E a quale scopo?

Non è brushing scam

La curiosa avventura che ha coinvolto Cindy Smith non c’entra con quello che è stato definito brushing scam.

Ovvero la pratica di aprire account fittizi a cui recapitare oggetti di bassissimo valore. Una volta certificata l’avvenuta consegna, i malintenzionati possono recensire il prodotto su Amazon, dando ovviamente la valutazione massima.

La stessa Amazon, in una pagina ad hoc, mette in guardia i suoi clienti da questa pratica, invitandoli a contattare la piattaforma se viene consegnato un pacco non richiesto, compilando uno specifico modulo.

Ma, dicevamo, non si tratta di brushing scam.

Il vero motivo? Liberare il centro di stoccaggio

La signora Smith, giustamente, ha contattato il servizio clienti di Amazon.

Che, dopo qualche ricerca, è risalito alla causa del problema, o meglio dell’azione furbesca. Il fantomatico Lixiao Zhang, inviando la merce a un indirizzo casuale, ha liberato il centro di stoccaggio della sua azienda.

È evidentemente più economico agire così che tenere i prodotti invenduti nel magazzino che rischia di essere intasato di merce.

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Un’economia inumana

Mentre la signora Cindy Smith ha regalato pacchi in tutto il suo quartiere, Amazon ha chiuso l’account mittente. E un portavoce ha dichiarato: “La nostra azienda dispone di sistemi per rilevare comportamenti sospetti da parte dei venditori e di team per indagare e fermare le attività proibite.

L’account del venditore coinvolto in questa attività abusiva è stato chiuso. Non c’è spazio per le frodi in Amazon e continueremo a perseguire tutte le misure per proteggere il nostro negozio e ritenere responsabili i malintenzionati“.

Resta però il fatto che il gesto dell’azienda (che non è evidentemente l’unica ad agire così) è un pericoloso segnale di un’economia basata solo sulla ricerca spasmodica di denaro.

Non curandosi, per prendere solo un esempio, dei danni ambientali causati dall’invio di centinaia di prodotti, tutti con relativi imballaggi, che mettono in moto una filiera di persone adibite alle varie fasi della preparazione, spedizione e consegna.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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