Il Registro delle Opposizioni non funziona: il Governo ne prende atto

Vi abbiamo parlato spesso delle vicende relative al Registro Pubblico delle Opposizioni che, possiamo dircelo chiaramente, non funziona. O meglio sarebbe il caso di dire che non è sempre efficace, in quanto l’intero sistema è ricco di falle.

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Sia chiaro: le premesse iniziali erano tutte corrette: un sistema informatico e digitalizzato che, raccogliendo le adesioni dei cittadini, impedisce ai call center privati di tempestare di chiamate a scopi pubblicitari i numeri iscritti. Questo doveva essere il Registro delle Opposizioni, e questo è, in effetti, se non fosse che molti utenti lamentano ancora esperienze telemarketing aggressivo, nonostante l’adesione al servizio.

Fatta la legge, trovato l’inghippo. Il sistema infatti non è efficace per i call center che hanno la propria sede al di fuori dei confini europei. Non solo, come ha affermato oggi un comunicato del ministero delle Imprese, “ci sono ancora troppi metodi che permettono alle aziende di carpire in maniera illegittima i numeri telefonici. Serve rafforzare il raccordo tra le autorità di ispezione, ossia Agcom e Garante Privacy”.

Il Registro delle Opposizioni non funziona: le proposte per risolvere il problema

Adolfo Urso, ministro delle Imprese, ha discusso del problema in audizione alla Camera, sottolineando l’urgenza di una revisione del sistema.

“Il sistema funziona per quanto riguarda il mercato regolare della raccolta dei consensi e dei controlli. Tuttavia a fianco del mercato regolare ne esiste un altro irregolare, in cui le numerazioni vengono carpite in modo illegittimo e in cui i chiamanti nascondono o modificano i propri numeri di telefono per non essere richiamati. Bisogna rafforzare il raccordo con le istituzioni preposte all’ispezione, mi riferisco ad Agcom e al Garante della privacy. L’attenzione del ministero è massima”.

La proposta del PD: il sistema opt-in

Una prima proposta di legge è arrivata dall’opposizione, sponda PD, e prevede di introdurre in Italia il sistema opt-in nei confronti delle chiamate commerciali. Il sistema opt-in proposto è esattamente l’opposto del modello attualmente vigente, cioè l’opt-out.

Secondo il sistema l’opt-out un call center è legittimato a effettuare chiamate in maniera indiscriminata, a meno che non vi sia un’opposizione esplicita da parte dell’utente. Secondo questo sistema, che ricordiamo è quello vigente, l’iscrizione al Registro delle Opposizioni (che rappresenta l’opposizione formale) basterebbe a impedire le chiamate indesiderate. Tuttavia, come abbiamo visto, i sotterfugi sono molteplici.

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Il sistema opt-in proposto dal PD prevede invece che i call center possano effettuare chiamate solo ed esclusivamente agli utenti che abbiano dato esplicito consenso a operazioni di telemarketing. In questo sistema il cittadino non avrebbe neanche la necessità di opporsi alle chiamate di spam, in quanto non ne potrà ricevere se non dopo aver dato esplicito consenso. Anche in questo caso però i sistemi per bypassare la legge sono molteplici. Basti pensare che per fornire un consenso formale, oggi, basta un tocco sullo smartphone.

Forse è il caso di passare tutti al walkie talkie.

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