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Agcom: multe salate in arrivo per gli utenti dello streaming illegale

Sino a 5.000 euro

Dopo tanto tergiversare, la piattaforma anti pezzotto (il cui nome tecnico è Piracy Shield) è entrata finalmente in vigore a partire dal primo febbraio.

I risultati sembrano finora interlocutori: sono stati effettivamente bloccati alcuni siti pirata di trasmissione in streaming, ma per un problema di identità di indirizzi IP la piattaforma pare abbia oscurato anche siti che di illegale non avevano nulla. Il punto è che la rapidità dell’intervento (entro 30 minuti dalla segnalazione), assieme al fatto che non c’è alcun intervento umano che confermi la bontà dell’azione di volta in volta intrapresa, porta inevitabilmente a simili errori. È un punto su cui si dovrà lavorare.

Alla base, quanto meno, c’è un’onesta urgenza di frenare il diffusissimo malcostume del cosiddetto pezzotto. In questa direzione va la dichiarazione di Agcom, che ha annunciato multe salate non solo a chi trasmette in modo illegale, ma anche ai fruitori.

pirateria online

Agcom: multe salate in arrivo

Ricordiamo che la piattaforma Piracy Shield è gestita da Agcom con il supporto dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale.

E proprio l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha fatto sapere che presto gli utenti del pezzotto saranno multati. Se c’è stata una dichiarazione di questo tipo, è evidente che ci saranno già diversi nominativi di clienti dello streaming illegale prossimi a essere sanzionati.

Delle multe, Agcom non ha parlato tramite i propri canali ufficiali, ma affidando la comunicazione al profilo LinkedIn del suo commissario, Massimiliano Capitanio.

Il post di Massimiliano Capitanio

Nella giornata di lunedì 11 marzo, Massimo Capitanio ha annunciato le prossime multe di Agcom all’indirizzo dei clienti del pezzotto.

Capitanio ha pubblicato un post sul proprio profilo LinkedIn. Ecco il testo: “Il modo migliore per combattere la #pirateria è contrastare le associazioni criminali ma anche quelle legali (!) che fanno business rubando proprietà intellettuali e diritti di altri.

Purtroppo una tappa necessaria, anche se probabilmente impopolare, sarà quella di multare gli utenti di #pezzotto, gli utenti delle applicazioni facilmente scaricabili dagli store #Android ed #Apple ma anche dai portali #Amazon, gli utenti dei tanti siti facilmente raggiungibili dai motori di ricerca (che ancora non collaborano come dovrebbero).

Forse non è ancora chiaro che, a breve, arriveranno sanzioni da 150 a 5000 euro, e questo, come per tutte le multe, è un passaggio che si vorrebbe evitare ma che si è reso necessario, anche perché chi fa business illegalmente sta facendo credere agli ignari utenti che non succederà nulla (utente avvisato…).

Nel frattempo anche la Spagna si muove nella stessa direzione. Un fronte comune in Europa non può che far bene.”

Il riferimento alla Spagna

Chiude il post di Capitanio un link che rimanda a un articolo de La Vanguardia, giornale spagnolo che parla proprio dei recenti provvedimenti iberici anti pezzotto.

In Spagna un’ordinanza del Tribunale del Commercio di Barcellona impone agli operatori Internet nazionali di fornire alle autorità competenti i dati di tutti gli utenti collegati ai server che trasmettono contenuti illegali.

Su richiesta del giudice, gli operatori dovranno fornire non solo gli indirizzi IP ma anche nomi, cognomi e indirizzi dell’abitazione a cui è assegnata la linea che si è collegata in modo illegale.

La Vanguardia poi, specularmente a quanto ha fatto Capitanio, cita l’Italia e le multe previste da Agcom, ricordando che possono arrivare sino a 5.000 euro. Va detto tuttavia che la sanzione massima è prevista solo in caso di recidiva.

Chi trasmette contenuti illegali può invece essere punito con una sanzione sino a 15.000 euro ma anche con una pena da 6 mesi a 3 anni di detenzione.

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Lo streaming illegale in Italia

Sul fenomeno dello streaming illegale, periodicamente si pubblicano report non troppo ottimistici.

Limitandosi all’ambito calcistico, nel dicembre del 2023,  intervistato dalla Gazzetta dello Sport, il Ceo di DAZN Stefano Azzi ha fatto sapere che la fruizione tramite pezzotto costa al calcio italiano circa 350 milioni di euro all’anno. E ha aggiunto: “La ricerca condotta da Fapav/Ipsos testimonia che il pubblico di consumatori che fruisce illegalmente dello sport, nel nostro Paese, è per lo più concentrato tra coloro che hanno un livello di istruzione più elevato e tra gli occupati. Questo ci dice che la pirateria è un fatto socialmente accettato”.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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