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Google vi fa abbracciare un koala. O quasi.

L'azienda ha aggiunto otto creature australiane alla collezione di animali disponibili in realtà aumentata

Google AR è un servizio che permette di visualizzare elementi digitali nel nostro mondo, utilizzando la fotocamera dei nostri smartphone. Funziona un po’ come Pokémon Go, che piazza uno Squirtle in mezzo alla strada o sulla vostra scrivania. Con l’obiettivo dello vostra fotocamera che fa da filtro fra il nostro mondo e la realtà aumentata. Solo che invece di un Pokémon, potete visualizzare un koala. E non solo.

L’aggiornamento di Google AR porta i koala in salotto

Google AR rende la realtà aumentata estremamente facile da utilizzare. Vi bastano le applicazioni che avete già sullo smartphone. Un qualunque browser che possa usare Google come motore di ricerca (o l’app Google), una fotocamera e i “Google Play Service for AR“, che sono già installati in tutti i dispositivi che li supportano (e sono la maggior parte).

Per utilizzarli basta cercare quello che desiderate su Google. Nel nostro caso: un koala. All’inizio della pagina di ricerca trovate la scheda riassuntiva, con il nome dell’animale, un’immagine, qualche informazione e il collegamento a Wikipedia. In questa scheda trovate una sezione con scritto “Incontra un koala da vicino” e l’opzione “Visualizza in 3D”. Cliccando potete ammirare un modello tridimensionale dell’animale, che potete poi inserire nell’ambiente di casa, in giardino, al lavoro o dove volete.

Questo modello arriva come parte del “Pacchetto Australia”, che permette di visualizzare con Google AR anche canguri, quokka, wombat, paltypus, emu, kookaburra e echidna. Oltre che a permettervi di sbirciare nel marsupio di un canguro senza essere presi a calci dall’animale come in un cartone animato, potete sentire il verso di tutti questi animali dell’altro emisfero.

google ar canguro-minUn modello in realtà aumentata non può sostituire l’emozione di vedere uno di questi animali dal vivo. Ma può essere un’esperienza diverte ed educativa, sia per i bambini che per gli adulti. E magari può invogliare a un viaggio in Australia, non appena sia possibile.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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