TikTok social dell’anno, TikTok che si avvia ad avere più utenti di Facebook, TikTok che ci sta insegnando un nuovo modo di fare giornalismo, TikTok strumento con cui si organizza la resistenza ucraina, TikTok che assume mentre gli altri licenziano…
Negli ultimi mesi da più parti, e per svariati motivi, si è parlato della piattaforma social cinese come di quella nel miglior stato di forma. E quella che, in proiezione, sembrava dare maggiori garanzie per il futuro prossimo.
Pare invece che nelle ultime settimane una serie di indagini, multe e ban debbano far rivedere al ribasso il giudizio sulla piattaforma.
Peraltro, al di là delle ultime mosse prese singolarmente da amministrazioni, istituzioni o altro, TikTok risulta vietato in una serie di Paesi.
Partiamo anzi da lì, con una sorta di mappa degli Stati in cui TikTok è vietato, per poi ricordare brevemente le ultime mosse che hanno assestato ulteriori colpi al social dei video brevi.
In quali Paesi TikTok è vietato
Già dal marzo del 2022, TikTok è fortemente limitato in Russia, dove pare si pubblichino solo notizie di propaganda di regime.
TikTok è invece del tutto vietato in India dall’estate del 2020. Gli oltre 200 milioni di utenti indiani sono rimasti senza account, perché la piattaforma avrebbe destato preoccupazioni relative nientemeno che alla sicurezza nazionale.
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Inoltre, in Afghanistan il regime talebano ha vietato TikTok dall’inizio del 2022, perché “le giovani generazioni non vengano ingannate”.
In passato anche Pakistan, Indonesia e Bangladesh hanno bannato il social cinese, salvo poi ritornare sui propri passi. In Pakistan ci sono stati quattro divieti negli ultimi due anni, i ban in Bangladesh sono stati due (2019 e 2021), mentre in Indonesia lo stop è durato solo una settimana.
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Ricordiamo inoltre che, nonostante TikTok sia cinese, non è scaricabile in Cina. Dove l’azienda madre, Bytedance, ha introdotto un’app simile ma fruibile solo all’interno del Paese, ovvero Douyin.
TikTok vietato nei governi di sette stati americani
È del recente passato la decisione di sette stati americani di bannare TikTok dai dispositivi del governo.
O meglio: aveva fatto da apripista il Nebraska, già nel 2020. Decisione che, nelle ultime settimane del 2022, è stata presa anche da Alabama, Maryland, Oklahoma, South Carolina, South Dakota, Utah e Texas.
TikTok alla fine di dicembre dello scorso anno è stato inoltre vietato sugli smartphone dello staff e dei deputati della camera dei Rappresentanti.
Gli Usa contro TikTok
Ma più in generale, dagli Stati Uniti provengono sospetti sempre più pesanti nei confronti del social di Bytedance.
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Hanno fatto scalpore le parole di Marco Rubio, capo della commissione intelligence del Senato. Rubio ha detto: “Il governo federale deve ancora intraprendere un’unica azione significativa per proteggere gli utenti americani dalla minaccia di TikTok. Non c’è più tempo da perdere in trattative senza senso con una compagnia fantoccio del PCC. È tempo di vietare definitivamente TikTok controllato da Pechino.”
Parole di fuoco, che confermano i dubbi del governo Usa secondo cui TikTok spierebbe i cittadini americani.
Multe e azioni legali
Anche in Europa TikTok sembra passare un periodo no.
In Francia la piattaforma è stata multata di 5 milioni di euro per violazione della privacy degli utenti. L’autorità nazionale per la protezione dei dati personali si aggiunge alle due indagini in corso, avviate dall’autorità irlandese per la protezione dei dati.
In Italia, poi, il Copasir (Comitato parlamentare sulla sicurezza della Repubblica) ha aperto un’indagine conoscitiva lo scorso 8 gennaio. Il motivo? Nuovamente, la gestione dei dati della piattaforma social cinese.
Il dubbio del Copasir è che il governo cinese, tramite TikTok, metta le mani (illegalmente) su un’ingente quantità di dati sensibili di cittadini italiani ed europei.
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TikTok vietato nelle università Usa
Da ultima, arriva la notizia del ban di TikTok da diversi college statunitensi.
Tutto era iniziato a dicembre, da alcune università di Alabama, Georgia e Oklahoma. Ma adesso il divieto si è esteso ad altri atenei, ad esempio nello stato dell’Idaho.
Pronta la reazione di Jamal Brown, portavoce di TikTok.
Brown ha detto al New York Times: “Siamo delusi dal fatto che molti stati stanno saltando sul carrozzone della politica per l’attuazione di misure che non hanno nulla a che fare con la cybersicurezza e che sono basate su falsità su TikTok.
Siamo particolarmente dispiaciuti per le conseguenze di queste affrettate politiche sulle capacità delle università pubbliche di scambiarsi informazioni, reclutare studenti e creare comunità”.
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