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Flippy, Sippy e Chippy, i robot che friggono patatine nei fast food

Le meraviglie della robotica

Oggi vi presentiamo Flippy, Sippy e Chippy, i nuovi robot che stanno spopolando nelle catene di fast food statunitensi, sempre più alle prese con una carenza di manodopera a livello nazionale. Che si tratti di friggere patatine, cuocere hamburger alla perfezione o versare bibite nei bicchieri senza perderne neppure una goccia, la tecnologia robotica si sta rivelando incredibilmente funzionale, oltre che più economica rispetto a qualche anno fa. Andiamo allora a conoscere Flippy e i suoi colleghi più da vicino.

Flippy, Sippy e Chippy: i robot che friggono patatine e cuociono hamburger

In una nazione che consuma quasi 50 miliardi di hamburger ogni anno, perché non sviluppare un robot in grado di girarli con precisione in ogni fast-food? Questa la grande sfida che si è posta Miso Robotics, un’azienda con sede in California, al momento della progettazione di Flippy, un robot in grado di cuocere alla perfezione circa 300 hamburger al giorno. Una meraviglia della robotica che ha richiesto ben sei anni di lavoro, di cui cinque dedicati esclusivamente alla ricerca e allo sviluppo. Ma quando i dirigenti della Miso Robotics hanno presentato il prodotto alla White Castle, una delle più note catene di fast food statunitensi, hanno ricevuto una richiesta che ha convinto la compagnia a rimettersi a lavoro.

L’esigenza dei fast food statunitensi, infatti, era un’altra: friggere le patatine. La zona delle friggitrici, infatti, è una delle più pericolose per i dipendenti delle grandi catene. E non solo perché l’olio caldo è la principale causa degli incidenti sul luogo di lavoro, ma anche perché spesso i macchinari si inceppano, soprattutto nella produzione notturna. Pertanto, la richiesta di White Castle è stata ben chiara: avere un robot che potesse friggere patatine e anelli di cipolla. E la risposta di Miso Robotics è stata repentina. Flippy 2, un robot che mantiene lo stesso design dell’originale, ma con una funzionalità – o abilità, che dir si voglia – diversa. Allo stato attuale, il robot è operativo in alcuni dei ristoranti della compagnia, con l’obiettivo di averlo in almeno 10 località degli Stati Uniti entro il 2023.

Ma la White Castle non è la sola catena interessata alla tecnologia robotica per risolvere il problema della carenza di manodopera. Di recente Miso Robotics ha lavorato anche al progetto di Sippy. Un robot in grado di versare, sigillare ed etichettare gli ordini di bevande – da quest’anno a lavoro nei ristoranti di Jack in the Box -. E poi a quello di Chippy, che presto condirà le tortillas nei ristoranti di Chipotle. Utilizzando una combinazione di braccia articolate, telecamere multiple e machine learning, questi robot riescono a svolgere proprio quei lavori a cui i dipendenti si sottraggono, perché noiosi e ripetitivi. Ma c’è una sola nota dolente in questa storia. I fast food hanno bisogno di $ 3000 al mese per noleggiare Flippy e soci, in aggiunta al costo di installazione. Una cifra importante, che le catene di fast food sostengono con buoni propositi.

Flippy robot

La robotica, una soluzione utile per la carenza di manodopera nei fast food statunitensi

La credenza comune è quella che i robot possano rubare il lavoro agli esseri umani, ma ora la situazione sembra essere piuttosto diversa. Secondo la National Restaurant Association, il 65% delle catene di fast food statunitensi affermano di avere problemi con la carenza di manodopera. Per i quasi 200mila fast food del Paese, i clienti ci sono ma i lavoratori no. In questo contesto, ricorrere ad un robot che lavori al posto dei dipendenti è solo l’ennesima soluzione per un problema reale. Eppure, al tempo stesso può rivelarsi un problema. Ecco perché gli ingegneri di Miso Robotics stanno lavorando per cercare di capire come integrare il lavoro di robot e dipendenti umani.

Questo è un miglioramento, non una sostituzione“, ha affermato Ali Nemat, vicepresidente dei servizi operativi di Jack in the Box. D’altronde, sembrerebbe che il robot Flippy abbia ancora qualche problema di funzionamento. Durante le ore di lavoro in un ristorante, ad esempio, ha cominciato a “comportarsi in modo strano, sussultando e facendo l’autostop“. Ma fortunatamente c’erano dipendenti umani a risolvere la questione. A dimostrazione che i robot non sostituiranno la forza lavoro, ma si limiteranno ad incrementarla. Almeno finché il problema della manodopera nel settore della ristorazione statunitense non si risolverà. Nel frattempo Flippy, Sippy e Chippy la faranno da padroni in cucina.

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Chiara Crescenzi

Editor compulsiva, amante delle serie tv e del cibo spazzatura. Condivido la mia vita con un Bulldog Inglese, fonte di ispirazione delle cose che scrivo.

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