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C’era una volta Superclassifica Show, il programma di culto anni ’80. La macchina del tempo

Ode al programma di culto più sperimentale della nostra TV

Tra i programmi di culto di cui settimanalmente ci occupiamo in questa rubrica, ce n’è uno davvero difficile da classificare.

Un programma che da un lato, coloratissimo e gioiosamente confusionario com’era, è stato un perfetto emblema degli anni Ottanta del secolo scorso. Più precisamente, di quel modo disimpegnato di prendere la vita che ha avuto svariate declinazioni sociali, dal fenomeno dei paninari a quello degli yuppies.

Tuttavia, aveva anche qualcosa di audace, sperimentale, che strizzava l’occhio a Salvador Dalì e al periodo lisergico dei Beatles. Staremo forse esagerando?

Può darsi. Di certo, vi stiamo facendo patire un’attesa troppo lunga. La trasmissione di cui parleremo oggi è Superclassifica Show.

superclassifica show

Superclassifica Show

Superclassifica Show è stato un programma musicale che ruotava attorno a ciò che prometteva il titolo. Ovvero la classifica di vendita dei dischi di artisti italiani e internazionali.

Venivano quindi fornite le classifiche dei 45 e 33 giri, e venivano lanciati videoclip o brani tratti da concerti dal vivo.

Non mancavano ospiti in studio (uno studio in tutto simile a una discoteca di quegli anni), che prima di esibirsi erano sottoposti alle interviste dal taglio surreale di Maurizio Seymandi (su cui torneremo).

Breve storia di Superclassifica Show

Superclassifica Show è andato in onda dal 1977 al 2001, ed è stato riproposto da Italia 2 nel corso del 2013.

Svariati professionisti si sono alternati nella conduzione. Come però è accaduto per altri programmi di culto, nell’immaginario di noi tutti rimane fissa la lunga stagione di Seymandi, al timone della trasmissione dalle prime puntate al 1995.

Per i primi tre anni trasmessa da svariate emittenti locali, Superclassifica Show è approdata nel 1980 alla neonata Canale 5, dove è rimasta sino al 1997 per poi passare – negli ultimi quattro anni – a Italia 1.

Il gruppo Fininvest si era così assicurata un programma da contrapporre all’omologo della Rai, Discoring, nato nello stesso anno e andato in onda sino al 1989.

Ma cos’è stato, veramente, Superclassifica Show? Quali elementi lo hanno reso – come dicevamo ad apertura di articolo – un programma unico e inimitabile?

Maurizio Seymandi

Come spesso accadeva nelle trasmissioni di maggior fortuna di qualche decennio fa, parte del merito andava al conduttore.

In questo caso Maurizio Seymandi era, oltre che autore e paroliere, un giornalista di TV Sorrisi e Canzoni che si occupava di musica leggera. E non a caso la celebre rivista era la produttrice del programma (che prende spunto proprio dalla rubrica cartacea Superclassifica).

Ma dicevamo di Seymandi, dotato di grande verve e di quel tono scanzonato (aggettivo più che mai calzante) per cui, nelle interviste, sarebbe stato in grado di trattare come un cugino anche Bob Dylan.

Questo tono confidenziale, abbinato alla scenografia in stile disco del programma, garantiva quell’atmosfera surreale che sarà confermata da altri due elementi.

Il SuperTelegattone

Indimenticabile mascotte di Superclassifica Show era il SuperTelegattone, uno strampalato gatto in costume da supereroe con la sigla “TV” stampata sull’addome prominente, che si dichiarava esperto di musica.

Come dimenticare la sigla del programma (scritta, tra gli altri, anche dallo stesso Seymandi)?

Era una musica accattivante e ben suonata, accompagnata da un testo degno dei Righeira, per citare un gruppo di grande successo di quei tempi. Ci bastino i primi versi per capirne lo spirito: “Sono il Telegattone… maaao! Io per Pippo, Mike e Corrado sono meglio di un corredo, per l’attore ed il cantante sono un premio inebriante.”

Ricordiamo, tra l’altro, che negli anni Ottanta del Novecento il Telegatto era davvero diventato un premio destinato alle migliori trasmissioni televisive del nostro Paese.

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Deejay X

L’atmosfera a metà tra disco e kitsch era ampiamente avvalorata dalla presenza di Deejay X, un misterioso volto composto da tasselli della palla a specchi (o strobosfera) che andava di moda nelle discoteche di allora.

Di Deejay X si vedevano solo occhi e bocca, ed era lui ad annunciare le classifiche dei dischi più venduti.

Salutava i telespettatori con “Ciao amici, siate felici!” e si congedava con uno “Smack!”

Insomma: era tutto talmente eccessivo da funzionare benissimo.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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