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La stretta di mano “sospetta” tra l’arbitro Maresca e Barella in Inter-Juventus. La bufala della settimana

Fake news più che mai Made in Italy

Questa è stata una settimana ricca di fake news di diversa natura. Avremmo potuto, ad esempio, (ri)parlarvi dei fantasiosi complottismi dei no vax. O dell’intelligenza artificiale intervenuta a favore della protesta degli agricoltori in Francia, che secondo l’IA generativa avrebbero creato dei muri di balle di fieno davanti alla Torre Eiffel.

Invece ci sembra più opportuno concentrarci su una piccola ma emblematica polemica davvero tutta italiana, esplosa intorno a un breve frammento video mostrato durante un’importante partita del campionato di calcio di serie A, Inter-Juventus. Emblematica perché dimostrativa del fatto che, quando c’è di mezzo l’emotività, la costruzione di una bufala e l’individuazione di un nemico hanno terreno fertile, con buona pace della razionalità.

E pochi ambiti, si sa, sono capaci di coinvolgere emotivamente milioni di italiani come il calcio. Ma vediamo cosa è successo.

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La partita

Domenica 4 febbraio, nel posticipo della ventitreesima giornata del campionato di calcio di serie A, si è giocata Inter-Juventus, il cosiddetto derby d’Italia.

Partita importantissima, sia perché si affrontavano la prima e la seconda in classifica, sia perché tra le due tifoserie diciamo che non c’è la più esemplare delle amicizie. L’Inter, vincendo 1-0, ha aumentato il distacco dalla Juve, che ora è a -4 e con una partita in più.

E questa è la cronaca. Poi c’è il tifo. Il tifoso di calcio è, per definizione, scontento dell’arbitraggio, e immancabilmente, se alla fine di una partita si chiedesse a due tifosi delle opposte squadre un parere sul direttore di gara, entrambi la darebbero negativa, a prescindere dal risultato finale. Figurarsi in una partita delicata come Inter-Juventus giocata pochi giorni fa.

La stretta di mano sospetta tra Maresca e Barella

A fare infuriare molti tifosi juventini ci ha pensato uno specifico episodio che riguarda l’arbitro, Fabio Maresca, e Nicolò Barella, giocatore dell’Inter e della Nazionale.

Sui social è ampiamente circolato un frammento di pochi secondi di partita, in cui si vede nitidamente una stretta di mano tra l’arbitro e il giocatore, suggellata da un buffetto del primo sulla nuca del secondo. I commenti sono facilmente immaginabili. Citiamone uno come esempio (maiuscole nell’originale): “La stretta di mano fra Barella e Maresca che sancisce l’alleanza. IL TUTTO DAVANTI A 45 TELECAMERE E DECINE DI MILIONI DI TELESPETTATORI.”

Commenti che, peraltro, hanno inevitabilmente suscitato risposte di segno opposto da parte dei tifosi interisti, che hanno accusato la Juve di antiche amicizie sospette con la classe arbitrale.

Cosa è successo davvero?

A prescindere dal giudizio che si possa dare sull’arbitraggio di Fabio Maresca (siamo noi stessi tifosi, e ci guarderemmo bene da inimicarci qualcuno), analizziamo cosa è successo davvero tra Maresca e Barella.

Anche i calciatori professionisti, che di solito appena ricevono una spintarella rotolano a terra per una quindicina di metri, hanno i loro gesti di lealtà. E così è accaduto a Barella.

Durante il primo tempo, ancora sullo 0-0, dopo una carambola tra il giocatore dell’Inter e lo juventino Gatti, la palla esce dal rettangolo di gioco, e Fabio Maresca assegna la rimessa laterale all’Inter. A quel punto Nicolò Barella si rivolge all’arbitro ammettendo di avere toccato lui per ultimo il pallone. Maresca dunque inverte la rimessa laterale, assegnandola alla Juve, dopo di che si complimenta con Barella per la sportività, nel modo ormai noto a milioni di tifosi italiani.

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Fake news e tifoseria

Il presunto accordo tra Maresca e Barella, esplicitato attraverso la stretta di mano e il buffetto, dà da pensare.

È inutile (o forse no) spiegare che, se anche i due fossero stati i coprotagonisti di un memorabile caso di corruzione sportiva, non sarebbero mai stati così ingenui da sancire il loro losco affare sotto gli occhi di milioni di telespettatori (a cui vanno aggiunte le 75.000 persone presenti allo stadio).

Ma è ancora più importante, come dicevamo all’inizio, notare come una bufala possa attecchire in ambiti in cui è facile dimenticarci della nostra capacità di analisi: e per gli italiani il calcio è davvero un ottimo esempio.

Quindi, al di là di tutti i sacrosanti avvertimenti più volte espressi su come riconoscere e sbugiardare una fake news, occorre forse aggiungerne uno. Ossia: facciamo particolare attenzione quando una qualunque notizia appartiene a un ambito per noi sensibile. Perché è proprio lì che più facilmente rischiamo di abbassare la guardia e lasciarci pilotare dall’istinto e dall’emotività piuttosto che dalla razionalità.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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