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Youth4Climate: a Milano 400 giovani da tutto il mondo

Greta Thunberg e altri alla tre giorni under 30 che anticipa la conferenza Cop26 di Glasgow

Viene in mente il titolo di un libro di poesie di Elsa Morante: Il mondo salvato dai ragazzini.

Potrebbe essere questo, magari con un eccesso di ottimismo, il nome alternativo di Youth4Climate, la tre giorni che si è aperta a Milano martedì 28 settembre.

Si tratta del primo convegno sul clima gestito interamente da under 30, e capitanato idealmente da Greta Thunberg. Il negoziato ha visto anche la partecipazioni di personalità politiche e amministrative più anziane, ma il coordinamento degli incontri è stato in mano ai giovani.

Vediamo meglio cos’è Youth4Climate, chi sono i 400 giovani che vi hanno partecipato attivamente, e quali i prossimi importanti appuntamenti sull’emergenza climatica.

E scopriamo qualcosa di più sul discorso di Greta Thunberg, tra i primi a prendere la parola.

Cos’è Youth4Climate

Youth4Climate è il primo negoziato per il clima gestito da ragazzi e ragazze under 30. La tre giorni di incontri si svolge dal 28 al 30 settembre nelle sale del MiCo, il Milano Conference Centre, il centro congressi più grande d’Europa.

L’appuntamento è preparatorio all’attesissima Cop26, la conferenza che si terrà a Glasgow dl 31 ottobre al 12 novembre prossimi.

Youth4Climate ha dunque un valore tutt’altro che simbolico: compito dei partecipanti è quello di raccogliere idee e suggerimenti da portare al vertice annuale sul clima, che vedrà presenti nella città scozzese i maggiori leader mondiali.

Perché i giovani? Lo si legge nella bozza del testo che sarà presentato il 30 settembre. “I giovani continuano a essere sottorappresentati nei processi di consultazione e attuazione. Devono essere ulteriormente coinvolti per sostenere gli sforzi nazionali di mitigazione e adattamento e lo sviluppo e l’attuazione di Ndcs (Nationally Determined Contributions), garantendo che abbiano accesso alle informazioni, allo sviluppo delle capacità e siano sistematicamente inclusi come parti interessate nei processi consultivi e decisionali”.

Youth4Climate

I partecipanti

I 400 giovani arrivati a Milano da tutto il pianeta sono stati accuratamente selezionati da una commissione internazionale. Che ha rispettato anche un equilibrio di genere e geografico, ma che ha soprattutto premiato il concreto impegno dei prescelti nei confronti della salvaguardia ambientale.

189 sono i Paesi rappresentati, 7.800 le candidature arrivate alla commissione.

C’è l’ex miss mondo Barbados, la quale ha lanciato una campagna di sensibilizzazione all’emergenza climatica che ha avuto un’eco globale. O Njoke-Tanqwing Raisa Ngwenyi, scrittrice camerunense nominata nel 2021 ambasciatrice del clima giovanile del gruppo della Banca Mondiale.

C’è la belga Esmeralda Wirtz, che vive in una casa non collegata alla rete elettrica e idrica. E c’è la cilena Julieta Martinez, che ricorda come “l’agenda relativa alla sostenibilità e quella sulle questioni di genere sono completamente connesse. Oggi il 70% delle persone più povere del mondo è rappresentato da donne, così come l’80% dei migranti climatici, ma la gente non lo sa. Le donne versano in uno stato di completa vulnerabilità, specialmente quelle delle comunità indigene e che vivono nelle zone rurali”.

L’Italia è rappresentata dalla ventiseienne Federica Gasbarro, laureanda in scienze biologiche, e dal ventottenne Daniele Guadagnolo, laureato in economia e che si occupa di marketing.

Le parole di Giuseppe Sala e Roberto Cingolani

Hanno aperto i lavori il sindaco di Milano Giuseppe Sala e il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani.

Sala ha ribadito l’importanza dell’impegno dei giovani. “I giovani sono e continueranno ad essere una forza trainante del processo di sensibilizzazione verso i cambiamenti climatici. Avete prepotentemente chiesto la nostra attenzione sulla necessità di tutelare il pianeta e salvaguardare noi e le prossime generazioni. Ci serve la vostra energia a tutti i livelli per supportare queste iniziative”.

Roberto Cingolani (protagonista di un discutibile fuori onda in cui ha confrontato l’efficacia del proprio intervento con quello di Greta Thunberg) ha sottolineato l’aspetto della collaborazione: “Il compito della giornata odierna è ascoltare le vostre priorità, vogliamo ascoltare le vostre idee, proposte e raccomandazioni, abbiamo bisogno della vostra visione e motivazione, del vostro coinvolgimento. Uniamo le forze, non dobbiamo rinunciare al nostro futuro e al futuro del nostro Pianeta.

Siete intervenuti per questo, ma ricordate: il cambiamento climatico e le disuguaglianze sociali globali devono essere trattati insieme, non esiste un’unica soluzione, spero che oltre a protestare, cosa che è estremamente utile, ci aiuterete a identificare nuove soluzioni, è questo quello che ci aspettiamo da voi”.

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L’intervento di Greta Thunberg

Greta Thunberg è stata preceduta dalla giovane attivista ugandese Vanessa Nakate, che ha spiegato come i paesi industrializzati non abbiano mantenuto la promessa di donare 100 miliardi di dollari a quelli più poveri per favorire la loro transizione ecologica. E si è commossa alla fine dell’intervento.

Thunberg ha ragionato sulla differenza tra i proclami e le azioni dei leader: “Non possono dire che ci stanno provando: fanno finta di avere politiche ambiziose sul  clima,  ma poi continuano a sfruttare le miniere. Quelle che sentiamo dai nostri cosiddetti leader sono solo parole che non hanno portato a nulla. Speranze e sogni annegano in queste promesse. Sono trent’anni che aspettiamo. Più del 50% delle emissioni di CO2 è stata prodotta dal 1990, più di un terzo dal 2005. Tutti sanno cosa vogliono fare i governi, ma nessuno sa cosa hanno fatto davvero.”

E ha aggiunto che “la crisi climatica il sintomo di una crisi più ampia: crisi di sostenibilità, crisi sociale, crisi di disuguaglianze che risalgono al colonialismo e all’idea che alcune persone valgono di più, e quindi hanno diritto di sfruttare le altre”.

Infine, coinvolgendo il pubblico che le ha tributato un’ovazione, ha affermato: “Cosa vogliamo? “Giustizia climatica!” “Quando la vogliamo?” “Ora!”.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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