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Il Wall Street Journal testa l’algoritmo di TikTok

Utilizzando dei bot ha provato a verificare come funzionano i video suggeriti sulla piattaforma

L’algoritmo di TikTok suggerisce video da cui è impossibile distogliere lo sguardo: il Wall Street Journal ha provato a verificare come funzionano questi consigli. Il risultato rispetta quanto annunciato dall’azienda ByteDance, ma il rischio di finire in una “rabbit hole” è davvero grande.

Il Wall Street Journal testa l’algoritmo di TikTok

La pubblicazione americana ha voluto vederci bene sul funzionamento dei suggerimenti del social network cinese. Ma non può certo chiedere il codice sorgente all’azienda (è normale che TikTok lo voglia tenere segreto, visto che ha iniziato a venderlo anche ad altre aziende). Per questo motivo ha chiesto aiuto a Guillame Chaslot, programmatore che ha lavorato in passato anche per YouTube.

L’esperimento è stato effettuato usando diversi bot, che avevano il compito di guardare e interagire con i video. Ogni bot aveva diversi interessi, programmati da Chaslot. E rispondeva o metteva in pausa ogni video che aveva degli hashtag vicini alla propria aree di interesse.

I risultati riflettono quanto precedentemente detto da ByteDance, per la maggior parte. A seconda della quantità e della qualità delle interazioni, l’algoritmo consiglia video diversi. Tenendo anche in conto la posizione e la lingua scelta dall’utente. Ma non può essere perfetto: se vi soffermate per un video perché vi ha sorpreso o perché vi disgusta, l’algoritmo non può saperlo e ne suggerirà di simili.

Secondo l’analisi del Wall Street Journal sono bastati anche solo 40 minuti per profilare alcuni dei bot. La parte negativa è che ha fatto entrare alcuni di questi in “rabbit holes“. Questo termine richiama Alice nel Paese Meraviglie, la “tana di coniglio” che porta a una realtà alternativa (ripreso anche dal film Matrix). Per esempio uno dei bot ha visto contenuti particolarmente deprimenti, un altro ha finito per guardare video su cospirazioni elettorali. Le tane di coniglio possono portare anche a contenuti positivi, ma sono potenzialmente pericolose, specie per il pubblico più giovane o per altro motivo più suscettibile.

Per approfondire il funzionamento dell’algoritmo, potete continuare a leggere l’analisi dettagliata del Wall Street Journal sul sito.

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Source
The Verge

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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