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Cultura

Nuvola Rosa 2017: un percorso lungo 9 mesi

Niente tavole rotonde, speech ed incontri. La Nuvola Rosa 2017 somiglia davvero poco alle edizioni precedenti e un po' è colpa – o, forse, sarebbe meglio dire "merito"- di una ricerca commisionata da Microsoft al professor Martin W Bauer del dipartimento di Psychological and Behavioral Science della London School of Economics.

Lo studio, intitolato European Girls in STEM e presentato ieri mattina da Paola Cavallero, Direttore Marketing & Operations di Microsoft Italia, e da Julian Lambertin, Managing Director EMEA di KRC Research e capo del team che ha effettuato la ricerca, si è concentrata principalmente sue due domande: quando le ragazze perdono interesse nelle materie scientifiche? E perché?

Per scoprilo si è passati da un primo focus group, che ha coinvolto 54 ragazze di nove mercati differenti, ad un sondaggio che ha incluso 11.500 giovani donne tra gli 11 e i 30 anni provenienti da 12 Paesi, ossia Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Regno Unito, Russia e Slovacchia.

Una ricerca davvero mastodontica che ha permesso di vedere il drastico calo d'interesse verso le materie scientifiche che avviene tra i 15 e i 16 anni. Il dato italiano non si discosta molto da quello europeo, anche se, dal canto nostro, partiamo con un vantaggio notevole: mediamente infatti l'interesse del genere femminile verso le materie STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics)  è più alto rispetto a quello registrato negli altri Paesi. Un risultato incoraggiante accompagnato dal fatto che le ragazze, già ad 11 anni, sono perfettamente consapevoli del loro potenziale e della capacità di ottenere gli stessi risultati del genere maschile.

A questo punto è impossibile non chiedersi quali fattori influenzino le ragazze e cosa le spinga a perdere o a guadagnare interesse durante l'adolescenza.  In primis l'esperienza, la pratica. Fare esercitazioni concrete a scuola o essere spinte a farle a casa, da sole o con altri compagni, permette loro di avvicinarsi alla scienza e di capirne l'utilizzo. Un ruolo importante lo svolgono anche l'educazione in senso generale, il fatto che venga spiegato loro quanto siano fondamentali gli studi scientifici e quanto ampie siano le possibilità in ambito lavorativo, così come risulta vitale il supporto di insegnanti donne, capaci di fungere da modello e da guida. Infine è importante non sottovalutare il ruolo svolto dai pari; tendenzialmente il fatto che i propri amici giudichino inutili e "da sfigati" le materie scientifiche porta infatti le ragazze a perdere interesse.

Il fatto principe però in questa continua lotta è l'uguaglianza, o meglio, la forte convinzione che non ci siano ancora pari opportunità lavorative in ambito STEM. Pensate che il 66,1% delle ragazze italiane intervistate ha ammesso che si sentirebbe più a suo agio a perseguire una professione in questo settore se avesse la certezza di ottenere lo stesso trattamento lavorativo degli uomini.

In questo contesto si inserisce la quinta edizione della Nuvola Rosa, un'edizione che lascia spazio alla pratica più che alla teoria. Quest'anno infatti Microsoft, in collaborazione con la Fondazione Mondo Digitale e con la Cariplo Factory, ha deciso di tenere dei veri e propri corsi coinvolgendo circa 1500 studentesse e giovani donne di tutta Italia in un progetto iniziato ieri, 14 marzo, e destinato a concludersi a dicembre. Il programma prevede oltre 40 corsi di formazione che si terranno nelle Digital Class della Microsoft House, nelle aule di Cariplo Factory e all'interno della Palestra dell'Innovazione di Roma. Niente più teoria quindi, ma soltanto un po' di sana pratica per sviluppare competenze base in ambiti diversi come quelli dell'informatica, del coding, della robotica e dell'arte digitale, puntando ovviamente a diverse fasce d'età e anche a coloro che, in futuro, magari non studieranno materie STEM.

Un esempio? Ieri, poco dopo la conferenza stampa che introduceva la Nuvola Rosa 2017, ho avuto il piacere di assistere ad un corso, tenuto proprio all'interno della Microsoft House, ed incentrato sul funzionamento di Touch Develop. A prendervi parte c'era un gruppo di 30 studentesse della scuola superiore Falcone Righi di Corsino (MI), accompagnate da una loro insegnante. Non immaginatevi però questa strana lezione come qualcosa di noioso e teorico; in poche ore infatti le ragazze sono state in grado di creare un'app che permette di tradurre parole e frasi in 3 lingue differenti, in vista dell'arrivo, nella loro scuola, di un gruppo di studenti in Erasmus.

Non so voi, ma io sono curiosa di sapere cos'altro riusciranno a creare le ragazze coinvolte in questo progetto.

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Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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