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Gli Editoriali di Tech PrincessRubriche

Profili social e presenza digitale: quei post che non avremmo mai voluto pubblicare

Ecco gli esiti di un sondaggio di Kaspersky

Quanto stiamo sui social non serve dircelo, né occorre appellarci a sondaggi che ci restituirebbero risultati già noti a noi tutti. Basta guardarci attorno quando saliamo sui mezzi pubblici, ma anche – ahinoi – in molti attimi di intimità domestica.

Si dice che la quantità e la qualità sono due variabili che non possono coesistere, e ciò è vero anche per quanto riguarda i nostri profili social e la nostra presenza digitale. Con tutto quello che pubblichiamo, divulghiamo e condividiamo, sarà capitato a ciascuno di noi di fare clic e l’attimo dopo sentire un tuffo al cuore, pentendosi (ormai fuori tempo massimo) di ciò che si è dato in pasto alla Rete.

Certo, se si è lesti si può cancellare il post inopportuno. Ma se il pentimento è eccessivamente postumo, e ciò che abbiamo scritto è magari stato commentato e ribadito su bacheche altrui, è troppo tardi.

Su questo aspetto pericoloso dei profili social ha indagato Kaspersky, attraverso un sondaggio di respiro europeo. Scopriamo più nel dettaglio di cosa si tratta.

Il sondaggio di Kaspersky

Il sondaggio di Kaspersky ha coinvolto una platea piuttosto vasta: 8.500 persone di più di 16 anni, residenti in 11 Paesi europei. Oltre all’Italia ci sono Francia, Svizzera, Grecia, Slovacchia, Spagna, Germania, Romania, Austria, Paesi Bassi e Regno Unito.

L’obiettivo è stato proprio quello di indagare la presenza digitale attraverso i profili social, concentrandosi sui rischi che un loro uso massiccio (quando non compulsivo) comporta.

social

I contenuti più dannosi

Il sondaggio si apre con un approfondimento su quali contenuti, se postati, potrebbero creare problemi a livello lavorativo o comunque relazionali.

I post più rischiosi sono stati considerati quelli offensivi verso persone portatrici di disabilità. L’argomento mette d’accordo il 36% degli intervistati: si va dal 46% delle adesioni in Francia sino al minimo della Slovacchia (31%).

Al secondo posto, quanto a contenuti che potrebbero portare conseguenze negative, ci sono i post in qualche modo critici verso la vaccinazione anti Covid, e quindi vicini all’ideologia no vax. In questo caso concorda il 34% del campione intervistato.

Terzo posto tra gli argomenti più scottanti, e quindi da evitare per non avere problemi, sono i contenuti transfobici.

I contenuti che più offenderebbero

Il sondaggio di Kaspersky ribalta poi la prospettiva, e indaga i contenuti che più offenderebbero gli intervistati se letti sui profili social di altri.

Al primo posto, con il 60% delle preferenze, ci sono i post in cui sono mostrati maltrattamenti nei confronti degli animali. E qui spicca l’utenza italiana, che mal tollera questo tipo di contenuti più di ogni altro campione nazionale (66%).

Seconda posizione per i contenuti razzisti (59%) e terzo per i post che dileggiano qualcuno per il suo aspetto (56%).

I social che fanno vergognare

Interessante, poi, il focus sulle piattaforme social dove sono apparsi post con tag agli intervistati, che hanno creato loro qualche imbarazzo. Il social che più fa arrossire è Facebook (secondo il 28% degli intervistati) seguito da Instagram (22%).

Responsabilità dei post dei personaggi famosi

Il 53% del campione ritiene che se un personaggio famoso posta sul proprio profilo social un contenuto problematico, ne è responsabile a prescindere dal tempo trascorso dalla pubblicazione. La percentuale oscilla tra il 63% della Slovacchia e il 46% dei Paesi Bassi.

Quei post di cui ci si pente

Il sondaggio si occupa poi di analizzare i post di cui ci si è pentiti. E qui la percentuale è sorprendente: addirittura l’82% delle persone ha pubblicato qualcosa nel corso del 2021 che cancellerebbe volentieri. Percentuale che sale all’86% nella cosiddetta Generazione X. Per gli over 35, forse meno impulsivi, la percentuale scende invece al 70%.

Una curiosità: il 68% ha cancellato almeno un post perché ritenuto inopportuno. E, curiosità nella curiosità, il 14% ha eliminato un post che ritraeva sé o altri ubriachi.

Post e problemi sul lavoro

Ben il 30% ha avuto problemi sul lavoro per un post, percentuale che in Svizzera schizza al 46%.

Il 42%, inoltre, ha conosciuto almeno un collega messo nei guai da un contenuto apparso sui social. Ma il sondaggio si spinge oltre, e fa ammettere al 40% degli intervistati di aver sbirciato il profilo social di un collega, per meglio capirne la personalità e i gusti.

Ma gli stessi “spioni” dicono, o meglio è il 48% del campione a farlo, che i social non danno informazioni veritiere sulle persone.

I social che ci sopravvivono

Il 70% si è domandato cosa resterà della propria presenza digitale dopo la morte, mentre il 23% non è interessato alla questione.

C’è poi un 20% che gradirebbe che i propri profili social rimanessero attivi in memoria di sé.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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