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Cop26, stop alle auto a combustione entro il 2040 per solo 6 dei maggiori produttori

BMW, Toyota, Renault, Volkswagen, Honda, Nissan, Hyundai e Stellantis non firmano la proposta del governo britannico presentata alla conferenza sul clima

Il governo del Regno Unito ha presentato al Cop26, in svolgimento a Glasgow, un documento dove alcuni dei maggiori attori nel campo automotive, comprese le case automobilistiche, si impegnano a “lavorare affinché, entro il 2040, tutte le vendite di nuove auto e furgoni siano a emissioni zero a livello globale, ed entro il 2035 nei principali mercati”. Tra i firmatati di questo documento figurano Ford Motor Company, Mercedes-Benz, Jaguar Land Rover, General Motors, BYD e Volvo Cars che di fatto si impegnano a vendere solo veicoli a emissioni zero nei “mercati leader” entro il 2035 o prima. Non sfugge di certo la mancata adesione di altri grandi marchi. Infatti mancano all’appello aziende come BMW, Toyota, Renault, Volkswagen, Honda, Nissan, Hyundai e Stellantis che per varie ragioni, non hanno firmato la dichiarazione di intenti.

Le case automobilistiche, che hanno siglato il patto secondo gli obietti dichiarati al Cop26, lavoreranno quindi per raggiungere il 100% delle vendite di auto e furgoni a emissioni zero nei principali mercati entro il 2035 o prima, supportati da una strategia aziendale in linea con il raggiungimento di questa ambizione.

Cop 26, oltre alle case automobilistiche tra i firmatari nazioni e città di tutto il mondo

Oltre alla case automobilistiche sopra citate anche 24 nazioni e 39 tra città, Stati e Regioni, (tra cui figurano Firenze, Roma e Bologna) hanno condiviso l’impegno proposto dal Cop26 di lavorare per convertire le loro flotte di auto e furgoni di proprietà o in leasing in elettriche entro il 2035. Gli stessi, inoltre attueranno politiche che consentano, accelerino o incentivino in altro modo il passaggio alle auto totalmente elettriche il più presto possibile. A questi si aggiungono 28 flotte (tra cui Uber e LeasePlan) e 13 investitori istituzionali.

Tra le nazioni che hanno aderito senza indugio figurano Svezia, Regno Unito, Olanda, Canada, Austria, Norvegia, Nuova Zelanda, Turchia, India e Polonia. Mancano, però 3 delle più importanti, ovvero USA, Cina e Germania, ma anche Italia, Francia, Giappone e Russia. E proprio la mancata adesione di queste nazioni ha portato (secondo il Financial Times) al disimpegno delle case automobilistiche. Le stesse case hanno sollevato molteplici dubbi sulla data “presunta” che dovrebbe segnare la fine della produzione di auto endotermiche. Volkswagen ha motivato la sua mancata firma per poter rispettare le esigenze di sviluppo di alcuni mercati non ancora maturi. Sulla stessa linea è Toyota che vede difficile non vendere più auto con motore a combustione in mercati ancora acerbi per le auto elettriche come Africa e America Latina.

cop26 case automobilistiche

Le stesse case automobilistiche inoltre non vogliono fare il passo più lungo della gamba, ovvero investire miliardi di euro nella produzione di solo auto elettriche, quando i loro governi non sono d’accordo e non potranno agevolare questa transazione, come ad esempio rendere più capillare sui loro territori la presenza di stazioni di ricarica. E infatti, i produttori di auto che non ha aderito hanno la sede nelle nazioni che si sono tirate indietro nel perseguire l’obiettivo “di lavorare affinché, entro il 2040, tutte le vendite di nuove auto e furgoni siano a emissioni zero a livello globale, ed entro il 2035 nei principali mercati”.

La mancata adesione al progetto che il governo di Boris Johnson ha proposto al Cop26 non significa che le varie Volkswagen, Nissan, Stellantis e via dicendo non investiranno più nello sviluppo e produzione di auto elettriche, e questo, già ai giorni nostri, è sotto gli occhi di tutti. Ma di certo non vogliono essere obbligate a rispettare una data che secondo loro, al momento, non è fattibile per svariati motivi, tra cui politici e di economia a livello globale.

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