fbpx
AttualitàCultura

La Germania vieta la Z. Usarla per appoggiare Putin sarà apologia di reato

L’annuncio del ministero dell’Interno

Ogni periodo storico ha i suoi simboli, e ancor di più ne hanno gli avvenimenti principali che lo determinano. E purtroppo la guerra tra Russia e Ucraina sta attualmente focalizzando l’attenzione di tutto il mondo.

I simboli sono ancora più importanti, e ancora di più penetrano le memorie e le coscienze, oggi che una grande percentuale dell’informazione è visiva. Per citare solo alcuni feticci del conflitto in corso, basti pensare alla T-shirt verde militare del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: un abbigliamento di fortuna che indica la precarietà esistenziale anche del primo cittadino del Paese assediato. C’è anche chi si è domandato, riferendosi al passato di attore di Zelensky e alla sua abilità nel comunicare attraverso i social, se quello non sia un abbigliamento studiatamente casual, per fissare nelle pupille degli spettatori di tutto il mondo la condizione di assediati degli ucraini.

O viceversa si pensi a tutte le illazioni sulla malattia di Putin, e sulla sua possibile conseguente scarsa lucidità, derivate dalla sola analisi dei tratti somatici.

La Z sui carri armati russi

Ma il simbolo più forte della guerra russo-ucraina è forse la misteriosa e inquietante Z che campeggia sui carri armati di Mosca. Simbolo così forte da aver imposto a uno stato di intervenire: ed ecco che la Germania vieta la Z, se adoperata per appoggiare simbolicamente, appunto, le mosse aggressive del governo russo.

Russia e Ucraina

La Germania vieta la Z pro Putin

L’annuncio è stato dato lunedì 28 marzo da un portavoce del ministero dell’Interno: la Germania vieta l’uso della Z per esprimere sostegno all’invasione russa dell’Ucraina. E questo proprio perché la Z è diventata il simbolo della potenza militare di Mosca contro Kiev.

Vietato, dunque, esporre la Z per dichiararsi vicini all’ideologia di Putin. La Z non dovrà naturalmente campeggiare in alcuna manifestazione, ma nemmeno – ad esempio – fuori dalla propria abitazione o su un mezzo di trasporto. E neppure potrà essere (sempre se con quelle specifiche finalità) pubblicata online. Ma cosa rischia chi contravviene al divieto?

Apologia di reato

La Germania vieta la Z come simbolo del governo di Mosca e pare faccia sul serio. Il riferimento normativo è infatti a un articolo di legge sull’apologia di reato, il 140 del codice penale tedesco. Che si prefigge di punire chiunque approvi con pubblici gesti determinate azioni considerate crimini.

E tra i crimini sono contemplate anche le violazioni del diritto internazionale, come le guerre di aggressione. Tale è da considerarsi l’invasione russa dell’Ucraina: ecco perché il ministero dell’Interno tedesco ha detto che l’esibizione della Z pro Putin sarà considerata reato.

I trasgressori rischiano multe ma non solo: anche la detenzione sino a tre anni.

Il valore del simbolo, i limiti del provvedimento

In Rete ci sono già diversi autorevoli pareri di esperti del diritto, che mettono in dubbio non tanto la giustezza del provvedimento, quanto la sua applicabilità.

Come dimostrare con certezza, ci si chiede, che l’esibizione della Z sia davvero per un’adesione ideologica alla Russia? E la perplessità può essere fondata.

Ma siccome si parla di simboli, sono in molti a pensare che la dichiarazione del ministero dell’Interno tedesco abbia, appunto, un valore simbolico. Proveniente da una nazione che con l’uso criminoso dei simboli ha avuto una strettissima relazione. Ma che è anche stata capace in modo esemplare di fare i conti con le pagine più buie del proprio recente passato.

Se dunque la Germania vieta la Z propagandistica è, anzitutto, per chiarire in maniera univoca la propria posizione. Gesto forse non inutile, dal momento che in Italia ci sono stati assessori alla Cultura che sui propri profili social hanno esibito orgogliosamente la Z, suscitando forti polemiche politiche.

Offerta
Russia e Ucraina. La mappa che spiega la guerra
  • Editore: Garzanti
  • Autore: Tim Marshall
  • Collana: I piccoli grandi libri

La Z nei carri armati russi

Il simbolo della Z sui carri armati russi, dicevamo, è inquietante anche perché è oscura la sua origine.

È apparso ancor prima dell’invasione dell’Ucraina, e precisamente il 22 febbraio, giorno in cui Vladimir Putin ha annunciato di voler riconoscere Donetsk e Luhansk, che si sono autoproclamate repubbliche nel Donbass.

La Z non esiste nell’alfabeto cirillico. C’è chi pensa alla traslitterazione in alfabeto latino di parole come za pobedy (che significa “per la vittoria”) o zapad (“ovest”, dove si trova l’Ucraina rispetto alla Russia).

Altri presumono che sia solo un segno di riconoscimento, che ribadisce l’appartenenza all’esercito russo dei mezzi che lo ostentano.

Di certo, la Z è diventata un simbolo. E come tutti i simboli, si sta facendo amare o detestare.

Da non perdere questa settimana su Techprincess

🚪 La pericolosa backdoor di Linux, disastro sventato da un solo ricercatore
 
🎶Streaming Farms: il lato oscuro della musica, tra ascolti falsi e stream pompati
 
✈️Abbiamo provato DJI Avata 2: sempre più divertente!
 
✒️ La nostra imperdibile newsletter Caffellattech! Iscriviti qui 
  
🎧 Ma lo sai che anche Fjona ha la sua newsletter?! Iscriviti a SuggeriPODCAST!
  
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
  
💌 Risolviamo i tuoi problemi di cuore con B1NARY
  
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
  
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!

Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

Ti potrebbero interessare anche:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button