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La recensione di Troll, l’ipernatura nel fantasy nordico su Netflix

Cambiamenti climatici, terra che trema, scontro tra chi si affida alla scienza e chi a miti e leggende. E come evitare il riferimento esplicito a Greta Thunberg, in un film realizzato in Norvegia? Ebbene sì, una delle nuove tendenze che il colosso dello streaming Netflix ci ha offerto in particolare nel corso del 2022 è proprio legata alle produzioni seriali e cinematografiche realizzate nei Paesi nordici. Non dimentichiamo tra questi Il giovane Wallander, Deadwind o Clark. A queste aggiungiamo un pizzico di videogames, tra citazioni e stilemi produttivi legati alla regia di Roar Uthaug, padre (tra gli altri) dell’ultimo film di Tomb Raider. Abbiamo così per le mani Troll, il nuovo lungometraggio uscito ai primi di dicembre su Netflix. Un mix tra fantasia e realtà, che unisce però qualche aspetto già noto nella storia del cinema. Non vi anticipiamo altro e vi accompagniamo nella nostra recensione con tutte le nostre opinioni su questo film.

Troll, il fantasy Netflix basato sul concetto di ipernatura

Troll riprende una delle più classiche mitologie norrene, quelle appunto legate alla presenza di esseri dalle fattezze umane, ma dalle dimensioni decisamente sproporzionate rispetto a noi. Come è normale che sia, si ritiene che questi esseri vivano soltanto nelle favole raccontate ai bambini. Proprio come succede anche a Nora Tidemann, cresciuta con questi racconti da parte del padre Tobias. Si cresce, si cambia, la ragazza smette di credere a questi racconti non solo per questi fattori, ma anche per via dello squilibrio mentale del padre, che si dice creda fin troppo a questi racconti di fantasia. Ma siamo sicuri si tratti di una semplice menzogna e leggenda, lontana dalla realtà?

troll netflix

Nora diventa paleontologa, ma in cuor suo non si è mai spenta del tutto la fiammella dell’avventura e del mito dei troll che la arde. Fiammella che si riaccende proprio quando, durante i lavori per il traforo di una montagna, una carica di dinamite porta allo scoperto degli strani resti. La scoperta viene illuminata anche dai riflettori del Governo norvegese, facendo sì che Nora venga accompagnata da uno scienziato incaricato dalle istituzioni e dal capitano dell’esercito, Kris Holm.

Ormai è chiaro (e ampiamente annunciato sin dopo il primo quarto d’ora di film): un Troll si è svegliato dal suo sonno, cominciando a devastare il territorio. Spaventa gli abitanti, increduli e inconsapevoli di quanto sta accadendo davvero. Il termine usato per definire all’inizio questi fenomeni è ipernatura. Un concetto che pervade in particolare la prima parte del film, e che viene più volte ribadito, ma lì rimane. In maniera anche abbastanza maldestra e non reiterata e analizzata a dovere. Ce la faranno i nostri eroi ad arginare i pericoli che questo essere, a metà tra Godzilla e King Kong, sta abbattendo sull’ecosistema norvegese?

Nuovo B-movie (o quasi), nuovo flop (o quasi)

Ebbene sì, abbiamo citato non a caso due delle bestie sovrumane più famose della cinematografia. A nostro parere, il rimando a questi due immaginari, che da tempo pervadono il filone narrativo del fantasy e della presenza di esseri a metà tra l’umano e l’animalesco, è esplicito e ripreso senza troppa originalità.

Ancora una volta, siamo di fronte a una ragazza prima, e una donna dopo, la cui esistenza è legata a doppio filo con leggende che diventano realtà. Questo accade tra paura e curiosità nell’essere di fronte a una creatura che si riteneva meramente mitologica. Una vita, quella di Nora, affascinata talmente tanto dai racconti paterni in gioventù che hanno plasmato la sua crescita fino a diventare paleontologa per passione.

troll

Una storia simile anche a quella di Tomb Raider, altro titolo, questa volta videoludico, citato con motivazioni precise. Anche in questo caso, Lara Croft cresce respirando la passione per la storia da parte del padre, interessandosi sempre di più al passato. Unire questo suo interesse con la passione e il coraggio per l’avventura è un attimo. Diventare archeologa è un passo dunque davvero breve. Tornando a Troll, questo film è firmato da un regista norvegese che ha già alle spalle una lunga serie di produzioni, prettamente circoscritte al contesto nordico, sua patria natale. Solo con Tomb Raider di Alicia Vikander è riuscito a smarcarsi dalla fama nazionale e rientrare nel cono di luce della filmografia mondiale.

Questo forse basta a spingere ulteriormente le sue produzioni successive e a dare loro successo e visualizzazioni su Netflix, ma non a creare necessariamente prodotti di qualità. E non solo da un punto di vista narrativo.

Tra splendidi paesaggi e una qualità grafica da rivedere

Oltre a un intreccio poco convincente, o comunque scarsamente originale, il film distribuito da Netflix avrebbe dovuto quanto meno puntare sulla qualità estetica e grafica. Aspettativa anche questa disattesa, che non riesce ad accontentare gli occhi di una platea che ha di fronte a sé fantastici panorami in grado di riempire mediocremente lo schermo. Alcune sequenze sono sì soddisfacenti, grazie agli splendidi scorci sulle catene montuose e con la mimetizzazione del troll tra le rocce, ma sin dall’inizio l’impatto visivo complessivo è decisamente scarso.

troll netflix 1

Accanto a questo, non manca citare un cast piuttosto anonimo sui nostri schermi, popolando il film di volti ignoti e numericamente scarsi, poco approfonditi a tutto tondo. Le inquadrature risultano dunque abbastanza vuote e scarne, non sufficientemente riempite dalla natura nordica. Il risultato complessivo della CGI è comunque buono, ma che lascia a volte a desiderare. Due i punti di vista su questo aspetto: se il Troll di Netflix è stato realizzato con buone fattezze, il resto non è stato altrettanto curato, come si evince sia negli effetti sonori, sia nelle musiche non indimenticabili.

La recensione di Troll in pillole

Come avrete dedotto, non siamo rimasti particolarmente affascinati dal nuovo film Troll su Netflix. Questo lungometraggio può essere apprezzabile soprassedendo su parecchi aspetti negativi, alcuni più nel dettaglio, altri invece più a livello macro. I buchi nell’acqua sono diversi, soprattutto nel comparto tecnico e artistico. La ricerca di innovazione o di sperimentazione, sia nella regia, sia nel copione, sono davvero minimi, se non nulli, con il risultato di non riuscire a portare sullo schermo nulla di nuovo. Nel complesso, si ridà luce a una mitologia spesso dimenticata nell’universo dell’intrattenimento, ma con scarsi risultati. Buono il tentativo di portare sullo schermole figure leggendarie dei troll, ma con un titolo che non risulterà memorabile nella storia del cinema. O di Netflix stesso.

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