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Minori online: la stretta di Agcom a protezione dei giovanissimi per social e app

La misura è pensata anche contro l’odio in Rete

Superfluo dire l’ovvio, cioè che la Rete è visitata soprattutto da giovani e giovanissimi.

Naturalmente, in questo senso servono rigide regole a tutela dei nostri ragazzi. Regole che dovrebbero non essere mai frutto di crociate contro quella o quell’altra piattaforma, additata a male assoluto. Come vi abbiamo raccontato in un articolo, si è arrivati al parossismo con la denuncia da parte di alcuni istituti scolastici di Seattle contro i social. Quali social? Tutti i principali, rei di “danneggiare la salute mentale dei giovani”.

Un’azione davvero efficace sarebbe auspicabile su tre livelli. Anzitutto, i produttori stessi dei social dovrebbero garantire maggiori strumenti di controllo, e rendere meno bypassabili i controlli anagrafici.

Poi, le famiglie dovrebbero non proibire a priori ma controllare, calmierare l’uso di Internet e, soprattutto, spiegare.

E infine c’è lo Stato, che dovrebbe alfabetizzare la popolazione a tutti i livelli (anagrafici e sociali) sul corretto utilizzo della Rete e dei social.

Proprio per quanto riguarda la protezione dei minori online si è espresso in queste ore l’Agcom. Vediamo in che modo.

minori online

Protezione dei minori online: la stretta di Agcom

Il Garante per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) interviene dunque sulla questione della protezione dei minori online.

E lo fa con un comunicato stampa pubblicato sul suo sito ufficiale nella giornata di mercoledì 13 aprile. Il cui titolo recita proprio: “Protezione dei minori. Nuove regole Agcom per rimuovere i video dalla rete.”

Di cosa si tratta?

La tutela dei minori in Rete

Dalle prime righe del comunicato apprendiamo che il Consiglio dell’Agcom ha approvato l’avvio di una consultazione pubblica “sullo schema di regolamento in materia di programmi, video generati dagli utenti o comunicazioni commerciali audiovisive dirette al pubblico italiano e veicolate da una piattaforma il cui fornitore è stabilito in un altro Stato membro.”

Nello specifico, la consultazione riguarda il regolamento sulla procedura di rimozione di video diffusi nelle piattaforme di condivisione. E questo a tutela dei minori online. Più nel dettaglio, nel comunicato leggiamo che le bussole di questa iniziativa sono “la lotta contro l’incitamento all’odio razziale, sessuale, religioso o etnico, nonché contro la violazione della dignità umana, e della tutela dei consumatori, ivi inclusi gli investitori.”

Il nuovo regolamento

Il nuovo regolamento sottoposto a consultazione prevede due diversi scenari.

Dove ci siano “gravità e urgenza”, Agcom avrà facoltà di ordinare l’immediata rimozione del contenuto lesivo.

In assenza di questi requisiti, il Garante per le garanzie nelle comunicazioni potrà rivolgersi all’Autorità dello Stato membro dove ha sede il fornitore della piattaforma di video sharing per chiedere di fare in modo che il contenuto lesivo venga rimosso.

Le piattaforme coinvolte

A essere coinvolte nel regolamento a protezione dei minori online sono le video sharing platform stabilite appunto in un altro Stato membro, ma “che si rivolgono al pubblico italiano (come, ad esempio, YouTube di Google, Facebook e Instagram di Meta, TikTok della ByteDance e Twitch di Amazon).”

Il commento

Sul nuovo regolamento a protezione dei minori è intervenuta la commissaria Elisa Gnomi.

Che ha detto: “Dal momento che nella stragrande maggioranza dei casi queste società non sono localizzate in Italia, è stato riconosciuto uno speciale potere dell’Autorità ad intervenire per limitare la circolazione di video e comunicazioni commerciali, che le consente di intervenire a condizione che il pubblico italiano ne sia destinatario.

Si tratta di un compito molto delicato, sia perché il carattere transnazionale di internet rende difficile individuare territori definiti, sia perché l’esercizio di questo potere incide direttamente su questioni cruciali come la tutela dei minori e della dignità umana, sulla lotta contro l’hate speech ovvero contro l’incitamento all’odio razziale, di genere, religioso o etnico”.

Lo sharenting

Ricordiamo infine, spostandoci (ma non di molto) dal fuoco del discorso, che la protezione dei minori online passa anche attraverso il buon senso della famiglia.

Famiglia che, ad esempio, potrebbe esimersi dalla diffusione selvaggia delle immagini dei minori sui social. Si tratta del cosiddetto sharenting, argomento su cui la Francia ha avanzato una severa proposta di legge di cui vi abbiamo parlato.

La questione non va sottovalutata. Basti pensare che, come riporta Chora Media, uno studio di prossima pubblicazione sulla rivista Journal of Pediatrics, di cui è primo autore Pietro Ferrara, Responsabile del Gruppo di Studio per i diritti del bambino della Società Italiana di Pediatria, ci dice che nel primo anno di vita di un bambino le sue foto online sono già circa 300.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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