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Buon compleanno Willem Dafoe, l’uomo dei mille volti

"Miseria, dolore e morte, ecco quale è stata la tua scelta."

Oggi è il 22 luglio e noi di Tech Princess celebriamo con felicità il sessantacinquesimo compleanno del famoso Willem Dafoe. Possiamo considerare l’attore come l’uomo dai mille, poiché è riuscito ad interpretare numerosi ruoli differenti nel corso della sua carriera, donando spessore ad ognuno di essi.

Grazie alla forte personalità dell’attore, ciascuno dei suoi personaggi si è contraddistinto ed è stato interpretato a livelli magistrali. In questo articolo vogliamo ripercorrere i ruoli principali che, secondo noi, hanno segnato la sua carriera.

Buon compleanno, Willem Dafoe

Uno dei primissimi film in cui ho avuto l’onore di ammirare le doti recitative di Willem Dafoe, è la prima trilogia di Spider-Man realizzata da Sam Raimi. Non credo ci sia bisogno di qualche spiegazione ma non si sa mai. La saga di Raimi è ispirata ai fumetti dell’Uomo Ragno, realizzati da Stan Lee e Steve Ditko.

Nei tre film seguiamo le vicende di Peter Parker che, dopo essere stato morso da un ragno geneticamente modificato, acquisisce dei poteri strani e i sensi da ragno. Dopo la tragica morte di suo zio Ben, decide di combattere a favore dei più deboli, di servire il popolo e diventa così Spider-Man, uno dei supereroi più famosi.

Ovviamente, come ogni supereroe che si rispetti, anche Peter ha il suo nemico numero uno. Nella prima pellicola della saga Dafoe interpreta Green Goblin, uno dei principali antagonisti dell’Uomo Ragno: in quelli successivi compare sotto forma di ricordi e/o allucinazioni di suo figlio Harry.

Ero piccola quando vidi Spider-Man ma la prima sensazione che suscitò in me la sua interpretazione fu terrore: quel sorriso da pazzo maniacale mi metteva i brividi. Sfido chiunque a non provare uno spiacevole brivido sulla schiena nella scena in cui parla tra sé e sé allo specchio.

Uno dei piccoli esempi della sua grande maestria ed intensità recitativa. Sarò banale probabilmente, ma ritengo che la sua interpretazione di Goblin sia la migliore di tutta la sua carriera. In particolare ho apprezzato davvero molto il modo in cui riesce “switchare” personaggio: prima Norman Osborn, uomo impaurito e che non riesce a capire cosa stia accadendo e, in pochi secondi, Green Goblin perfido, tetro e oserei dire pazzo.

La sua interpretazione è a dir poco magistrale ed eccezionale, mi ricorda quella di Andy Serkis nei panni di Gollum/Smeagol quando riusciva a cambiare precipitosamente personaggio nell’arco di pochi minuti. Credo che una delle cose più interessanti da poter ammirare nel cinema, è la capacità di un attore di interpretare ruoli completamente differenti.

A volte mi chiedo per quale motivo non sia stato ingaggiato per interpretare Joker. Sarebbe a dir poco perfetto in quel ruolo, con quel sorriso inquietante poi, divino.

Charlie in Nato il Quattro Luglio

Non compare per tutta la durata del film, si può dire che interpreti un personaggio “marginale” ma anche con un ruolo simile Willem Dafoe riesce a farsi notare. In Nato il 4 Luglio Dafoe interpreta il personaggio di Charlie. Ron Kovic, il protagonista del film, dopo aver ricominciato a bere in modo eccessivo, decide di andare in Messico.

Lì si reca a Villa Dulce, una piccola comunità in cui fa la conoscenza di numerosi reduci di guerra dove i ragazzi vivono una misera esistenza. Qui incontra Charlie, anche lui reduce che sta letteralmente affogando nell’alcool e nelle droghe pesanti.

Dopo un violento litigio con lui, Kovic decide di ritornare negli Stati Uniti e di impegnarsi per evitare che i giovani come Charlie soffrano a causa della guerra.

La sua interpretazione è così fenomenale che io, personalmente, l’avrei preso a schiaffi violentemente insieme a Tom Cruise. Il film è duro, crudo e particolarmente volgare sotto alcuni punti di vista e così è il suo ruolo. Interpreta un uomo disabile, rovinato dalla guerra non solo da un punto di vista fisico ma anche psicologico.

La sua percezione della vita è ormai mutata a causa di questo evento che gli ha cambiato la vista in senso negativo. Anche lui, come il protagonista, credeva che sarebbe tornato nel suo Paese tra gli applausi e l’orgoglio degli americani ma, purtroppo, non è stato così.

La guerra lo ha costretto a fare atti orribili, indimenticabili e che lo tormenteranno per il resto della sua vita. In quella particolare scena, che potete vedere qui sopra, è possibile sentire a pieno la ferocia con cui attacca Kovic. Lo ripeto, Charlie è da prendere a schiaffi per tutta la durata della scena ma allo stesso tempo è prodigioso e davvero sincero.

Si sente la sua esperienza di guerra, il dolore, la rabbia, tutte emozioni forti.

Van Gogh e Gesù Cristo, due ruoli complementari ma diversi

Willem Dafoe ha interpretato un ruolo che mi ha messa in seria difficoltà, sto parlando del pittore olandese Van Gogh nel film Van Gogh – Sulla Soglia dell’Eternità. Non so se siete a conoscenza di questo particolare ma io sono una grandissima fan di Benedict Cumberbatch, è il mio attore preferito.

Tra le sue interpretazioni di personaggi famosi troviamo Sherlock Holmes, Stephen Hawking e anche quella di Van Gogh (Van Gogh: Painted with Words). Capite quindi che per me è stato complicato vedere un altro attore interpretare questo artista, in particolare perché la pellicola di Cumberbatch l’ho trovata eccezionale.

Dafoe però non delude mai e al termine del film mi sono trovata in difficoltà: non so chi dei due abbia interpretato al meglio l’artista. Mi sento di dire, dal cuore, entrambi però ne riparleremo più avanti, miei cari amici. Soffermiamoci sull’interpretazione di Dafoe.

Ciò che ho apprezzato della pellicola, e dell’attore, è il fatto che si sia concentrata proprio sul protagonista. Affrontiamo un viaggio introspettivo, alla ricerca dell’Io del pittore, un viaggio che ci mostra la sua capacità di vedere il mondo con occhi diversi.

Van Gogh aveva un modo particolare di vedere le cose, un modo completamente differente dal nostro: vedeva cose che gli altri non erano in grado di osservare. Willem Dafoe riesce a mostrare al pubblico l’essenza dell’artista, mostra la sua creatività mista a sofferenza e una follia geniale che mano a mano si fa sempre più presente.

Il genio è follia, alcuni dicono e Van Gogh rientra in questa categoria. Insomma, si è tagliato un orecchio, si è sparato un colpo di pistola allo stomaco e ha realizzato quadri mozzafiato. Genialmente folle, no?

Personalmente ho trovato la sua interpretazione d’ispirazione, mistica e motivante in un certo senso.

Non sono una grandissima fan dei film storici/religiosi e compagnia. Anche questa pellicola mi è capitata sott’occhio per puro caso, mentre mio padre faceva zapping sulla TV e improvvisamente disse: “Quasi quasi rivedo questo film. Dovrebbe piacerti, c’è Dafoe.”

Avevo già visto un bel po’ di sue pellicole cinematografiche quindi mi son detta: “Okay dai, proviamoci.” Dopo aver letto il titolo lo ammetto, la mia espressione era palesemente scocciata ma fortunatamente ho resistito fino all’ultimo e ho avuto modo di ammirare una delle migliori pellicole di sempre.

Il film è del 1988 ed è diretto da Martin Scorsese che si è ispirato al romanzo L’ultima Tentazione. Dopo anni di incertezze e problemi, il film ha finalmente visto la luce del sole.

Nonostante la mia preferita sia quella di Green Goblin, ammetto che questa interpretazione supera ogni limite imposto dal cinema e dalla creatività umana. Dafoe è fenomenale, sorprendente e ogni aggettivo positivo presente nel dizionario e nella lingua italiana.

Probabilmente la sua interpretazione di Gesù è così particolare e ben fatta, che non esistono aggettivi in grado di descriverla a pieno. Dafoe ci accompagna in questa esistenza tormentata del protagonista, un’esistenza dolorosa e piena di dubbi.

I suoi sogni e le sue visioni lo rendono incerto riguardo la sua vita, molti segnali gli dicono di essere il figlio di Dio che deve salvare l’umanità. Vuole adempiere a questo compito ma allo stesso tempo vorrebbe anche vivere una vita normale, una vita che però non potrà mai assaporare a pieno.

La pellicola presenta un cast con i fiocchi ma è Dafoe il nucleo principale di tutta la storia. La sua interpretazione è a dir poco divina, ci mostra ogni minima sfumatura del personaggio e ci accompagna in questo suo viaggio tortuoso e mistico. Il percorso interiore di Gesù viene raccontato ed interpretato in modo stupefacente.

Willem Dafoe è un artista unico e sono molte le pellicole in cui eccelle divinamente. Dal mio umile punto di vista, questi sono i quattro ruoli che ha interpretato al meglio, dando tutto sé stesso e mostrando al pubblico la capacità di cambiare ruolo in men che non si dica. Ogni personaggio è diverso, unico nel suo genere e Dafoe riesce nel suo intento: incantare il pubblico con i suoi mille volti.

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Veronica Ronnie Lorenzini

Videogiochi, serie tv ad ogni ora del giorno, film e una tazza di thé caldo: ripetere, se necessario.

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