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Twitter nel caos, fa scadere anche le “cipolle”

La società di Elon Musk non ha rinnovato il certificato Tor, che tutela la privacy degli utenti

Twitter ha fatto scadere le “cipolle”. No, non si tratta di un problema con la dispensa o con le capacità culinarie di Elon Musk – il problema è più serio e ha a che fare con la privacy. Twitter ha permesso che il certificato del suo sito onion Tor scadesse. In questo modo, ha di fatto soppresso un servizio che proteggeva la privacy e la libertà di espressione che aveva introdotto l’anno scorso. Ma forse la cosa più preoccupante è che, al momento, non si capisce se sia una scelta consapevole – oppure solo una dimenticanza.

Twitter fa scadere il certificato del suo sito onion Tor

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Solo un anno fa Twitter aveva lanciato il proprio sito Tor, che permetteva agli utenti di accedere con la sicurezza di proteggere i propri dati di navigazione. Ora, visitare l’indirizzo del sito onion Tor con un browser che supporta il protocollo Tor mostra solo un avviso che il certificato che verifica l’autenticità del sito è scaduto. Provare a proseguire oltre quel punto (cosa altamente sconsigliata) restituisce una pagina di errore di Twitter. La certificazione è scaduta il 6 marzo, appena due giorni prima del primo anniversario del lancio del sito.

Twitter non ha più un reparto comunicazione a cui chiedere informazioni sul cambiamento, ma il Tor Project ha confermato la scadenza del servizio al sito americano The Verge. “Il sito onion non è più disponibile e non sembrano esserci piani per il rinnovo. Il Tor Project ha contattato Twitter per cercare di riportare online la versione onion della piattaforma di social media, ha dichiarato il direttore delle comunicazioni Pavel Zoneff in una dichiarazione.

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Anche visitando Twitter.com tramite un browser che utilizza Tor, gli utenti più attenti alla privacy non avranno comunque i benefici aggiuntivi che conferisce un sito onion specifico di Tor.

Come funzionano i siti Tor – e perché Twitter ci ha rinunciato

I siti onion, a volte chiamati servizi nascosti o siti “dark web”, devono essere accessibili tramite un browser che utilizza la rete Tor anonima e criptata. Farlo mantiene segreto il traffico web dell’utente e il suo punto di origine. Questo permette, tra l’altro, agli utenti di aggirare gli sforzi di censura governativa come quelli di Russia e Cina.

Non è un caso che Twitter abbia lanciato il servizio Tor dopo l’invasione russa dell’Ucraina – l’idea era quella di permettere agli utenti russi di accedere comunque a notizie non controllate dal Cremlino.

I vantaggi dei servizi includono un livello aggiuntivo di sicurezza e un aiuto per distinguere gli utenti di crittografia in buona fede dai botnet maligni. Sebbene gli utenti dei siti onion siano pochi (e quasi tutti esperti di informatica), ci sono versioni Tor di Facebook, Reddit e diverse importanti organizzazioni di notizie.

Il social rinuncia alla privacy extra – o si è solo dimenticato della scadenza

La cosa più strana della vicenda, tuttavia, è che la mancanza di un reparto comunicazioni centrali negli USA rende difficile capire cosa sia successo. Twitter ha rinunciato ai siti Tor perché non reputa importante investire in questo livello di privacy ulteriore – oppure si è scordata di rinnovare la certificazione?

Twitter API

Alec Muffett, che ha contribuito al lancio del servizio lo scorso anno, ha spiegato a The Verge tramite messaggio diretto su Twitter: Le persone che l’hanno costruito, almeno tutte quelle con cui ho interagito, sono tutte andate. E continua: “Sono abbastanza sicuro che a un certo punto smetterà di funzionare del tutto, a meno che Elon non prenda interesse.

Dopo diverse ondate ondate di licenziamenti, incluso il personale dei team operativi principali, difficile pensare che Twitter abbia le risorse necessarie per seguire il proprio sito onion. Quindi non importa davvero quale sia la causa: quello che sappiamo per certo è che Twitter ha fatto scadere le proprie cipolle. E forse non sarà l’ultimo servizio che lascerà scadere in dispensa.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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