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Futuro incerto per Parler: licenziato gran parte del personale della piattaforma social

Ieri era un "social libero". Oggi sono liberi gli uffici del social.

Parlement Technologies, la società che gestisce la piattaforma social Parler, ha annunciato il licenziamento di gran parte del personale impegnata nel progetto. Il taglio ha coinvolto anche alti dirigenti della piattaforma.

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Per chi non lo sapesse, Parler è un social network di forte stampo conservatore. Si tratta, per capirci, della piattaforma “senza censura” che diventò il rifugio di Donald Trump dopo il ban degli account Twitter, Facebook e Instagram.

Parlament Technologies aveva già formalizzato una prima ondata di licenziamenti a fine novembre 2022. Questi sono poi preseguiti per l’intero mese di dicmbre. In totale, entro la fine dell’anno, è stato licenziato circa il 75% del personale.  Attualmente, secondo The Verge, gli impiegati effettivi di Parler sarebbero circa 20. Un numero che sembra decisamente troppo esiguo per la gestione di un social network di questa portata.

L’attuale CEO di Parlement Technologies è George Farmer, marito dell’influencer conservatrice Candace Owens. Farmer ha assunto la carica nel maggio 2021, dopo essere subentrato John Matze. Poco dopo che l’app è stata rimossa dagli app store. In un’intervista rilasciata Wall Street Journal nel febbraio 2021, l’allora CEO uscente Matze aveva dichiarato di essere stato estromesso per il suo “desiderio di rimodellare le politiche di moderazione della piattaforma”.

La storia di Parler: da “social libero” a “liberi gli uffici del social”

Parler è nato ufficialmente nel 2018, nel mezzo della guerra virtuale tra Donald Trump e le piattaforme social, accusate dall’ex Presidente USA di “discriminazione nei confronti degli utenti conservatori”. Da allora Parler si è proposta come un “baluardo della libertà di espressione” e come “valida alternativa alle piattaforme tradizionali”. Il social puntava tutto sull’assenza di censura, il che però vuol dire anche totale assenza di moderazione e dilagare di notizie false e non verificate.

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Nel 2020 l’app è cresciuta in popolarità, soprattutto durante le elezioni presidenziali, registrando oltre 7.000 nuovi utenti al minuto in novembre. Tuttavia dopo i fatti del 6 gennaio 2021, con il drammatico assalto a Capitol Hill, Apple e Google hanno eliminato l’app dai propri store. Secondo i colossi, Parler aveva giocato un ruolo chiave nelle aggressioni, venendo utilizzata dai sostenitori Trumpiani per pianificare e coordinare l’attacco. Ritrovatasi esclusa dai principali store, la crescita di Parler si è inevitabilmente arrestata.

Dopo quattro mesi Apple ha reintrodotto l’app nel suo store, ma nel frattempo quella nicchia di mercato era già stata coperta da piattaforme conservatrici “rivali” come Gettr e Rumble. Inoltre era il periodo in cui Donald Trump paventava l’imminente lancio del proprio social: Truth Social. Lancio che però non avverrà prima del febbraio 2022.Dopo un anno senza crescita, nell’ottobre del 2022 si vocifera di un’imminente acquisizione da parte di Kanye West, reduce anch’egli da un ennesimo ban su Instagram e Twitter. Kanye colleziona ban come colleziona dischi d’oro.

Ad ogni modo l’accordo non va mai in porto e ad oggi, Parler, si ritrova con un totale di 20 dipendenti. Sul suo sito web è apparso inoltre un annuncio di lavoro per una posizione aperta nella sede di Los Angeles. Basterà un nuovo dipendente per risollevare il social baluardo della libertà di espressione?

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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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