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Ibrida o elettrica, qual è la migliore? | Auto for Dummies

Ibridi plug-in, auto full-electric, prese tipo 2 sono tutte terminologie complicate che danno spesso luogo ad acronimi altrettanto complessi. Il mondo della propulsione elettrica ed ibrida non è così nuovo come ci si aspetta ma il boom di queste tecnologie è comunque avvenuto recentemente e le normative antinquinamento, assieme all’aumento dei prezzi dei carburanti fossili, non potranno fare altro che favorire questo tipo di mercato. Analizziamo dunque queste due tecnologia (ibrida ed elettrica) applicato all’autovettura e considerate nelle loro varianti, peculiarità e sistemi di ricarica.

Tecnologie a confronto

Per far muovere un’automobile occorre potenza, questo è noto. Se il motore termico sfrutta una miscela di combustibile fossile per produrre movimento, un motore elettrico utilizza l’elettricità generata dall’energia chimica delle batterie. Ora, se un’auto elettrica si affida unicamente a quest’ultimo tipo di propulsione, un veicolo ibrido è progettato in modo da accoppiare un propulsore termico ad uno elettrico.

Entrambi i modelli hanno i loro pro e contro: la trazione termica ha il vantaggio di offrire elevate potenze ed essere efficiente ad alte velocità. La trazione elettrica è estremamente valida in partenza e nei cicli di guida urbani. L’ibrido cerca di sopperire alla minore autonomia delle batteria agli ioni di litio, le più diffuse al momento, grazie anche ai sistemi di ricarica delle batterie come il Kers e con la gestione di entrambi i motori a seconda delle situazioni.

Gli electric vehicle (EV) possono diventare quindi hybrid electric vehicle (HEV) o plug-in hybrid electric vehicle (PHEV). Questi ultimi si differenziano principalmente per il fatto di possedere un sistema di ricarica esterno (una presa) per caricare le batterie accoppiate al motore elettrico.

Le batterie rappresentano in particolare il componente più costoso (fino al 50% del prezzo della vettura) e pesante di questa tecnologia. Se da un lato uno dei grandi vantaggi è quello di avere un propulsore con rendimento anche oltre il 90%, contro il 40% deI migliorI motorI termicI, una grande pecca è l’autonomia.

Ricarica ed autonomia

Quando i sistemi di recuperò di energia termica e cinetica, sfruttati di solito in frenata e discesa, non sono sufficienti a ricaricare le batterie entra in gioco la ricarica esterna. Le più recenti tecnologie permettono di ricaricare anche l’80% delle batterie in circa 30 minuti grazie alle colonnine in corrente continua (D.C.). Questo sistema sfrutta l’alta tensione messa a disposizione dalla rete per ottenere grandi autonomie in poco tempo e le prese di collegamento rispettano geometrie e standard come CCS Combo2 o CHAdeMO.

Non tutte le colonnine presenti sul territorio italiano forniscono questa possibilità ma i progressi sono stati tanti e i successi di paesi come Germania e Svizzera non possono che essere presi come esempio. Gli altri sistemi di ricarica disponibili, più classici, sono l’alimentazione in corrente alternata con presa di tipo 2, più lenta rispetto alla prima, e quella che utilizza la rete elettrica domestica da 3 fino a 6 KW. Con una classica presa di casa è infatti possibile ricaricare la vettura in 6-8 ore; giusto il tempo di far passare la notte o la giornata lavorativa.

Alcuni modelli di ricarica propongono la sostituzione integrale delle batterie scariche ogni volta che si ha la necessità di ricaricarle. Nonostante veicoli avanzati come quelli proposti da Tesla siano progettati per adattarsi a questa “rapida sostituzione”, il sistema in sé risulta antieconomico.

E poi doveroso riflettere sull’origine dell’energia elettrica che alimenta queste batterie. Se da un lato l’inquinamento prodotto da un motore elettrico è considerabile come nullo, la filiera con cui è prodotta l’elettricità che alimenta rete e colonnine può avere come punto di partenza una centrale termoelettrica a carbone, tutto tranne che “green”.

Previsioni di mercato

Le nuove tecnologie non sono comunemente a buon mercato. Anche i modelli più economici per quanto riguarda ibride ed elettriche arrivano tranquillamente a 30,000 €, il doppio rispetto a un’utilitaria classica di fascia bassa. Gli incentivi fiscali ed i vari bonus come l’esenzione dal bollo e l’ingresso gratuito in aree limitate (ad esempio Area C) riescono tuttavia a tenere vivo il mercato e l’ibridazione, anche se parziale, risulta un buon compromesso per chi percorre molti chilometri. Ricordiamo che un’auto è definita come full hybrid quando il motore elettrico è in grado di far avanzare da solo il veicolo. Livelli minori di ibridazione vengono utilizzati per aiutare il motore termico, principale responsabile della potenza fornita.

Se il car-sharing ed il leasing sono stati alcuni dei primi passi per sfruttare al massimo un veicolo, l’ibrido risulta sicuramente la prossima mossa verso l’elettrificazione. I “puristi” dell’automobile considerano questa tecnologia lontana dal divertimento alla guida e da tutte quelle sensazioni che un motore classico è in grado di offrire ma il mondo cambia e con esso anche le nostre abitudini.

Cosa ci si aspetta per il futuro?

Case come Toyota e Honda, all’avanguardia tecnologicamente, iniziano ad offrire una gamma un po’ più alla portata di tutti e l’affidabilità delle giapponesi infonde sicuramente fiducia in tutto il mercato. Le prestazioni finali per un utilizzo cittadino non hanno niente da invidiare ai “modelli classici”; per alcuni aspetti sono anche migliori. Rimane quindi l’attesa di questo periodo di transizione in cui domanda o offerta stabilizzeranno i prezzi del mercato.

Prendiamo come esempio la Formula 1. Ogni grande progresso in campo automotive è passato da questo fantastico campionato. I motori ad alte prestazioni, le prime aerodinamiche elaborate e, più recentemente, tutti i sistemi ibridi e di recupero dell’energia. In modo adattato, tutte queste evoluzioni sono finite sulle nostre fedeli compagne a quattro ruote.

Se ci dobbiamo immaginare uno scenario di arrivo pensate al campionato Formula E recentemente introdotto: un punto di arrivo dopo che KERS, MGU-H hanno saturato la più storica competizione.

Ci sarà quindi a breve un momento in cui normative e costi renderanno molto più economico l’accoppiamento parziale con un piccolo motore elettrico fino ad una totale transizione verso auto full-electric. La prossima settimana, per la rubrica “Auto for Dummies“, parleremo dei migliori crossover sul mercato.

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Federico Marino

Amante dei motori, specie quelli grossi e rumorosi, appassionato di tecnologia e di tutto ciò che è scientifico e innovativo. Studente in ingegneria energetica, tento di sopravvivere al caos della Grande Milano con una piccola reflex, rock 'n 'roll sempre in cuffia e tanti buoni propositi!

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