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Il telescopio Webb è in posizione. E ora?

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Il telescopio spaziale James Webb è arrivato a destinazione, a un milione e mezzo di chilometri dalla Terra. Il Punto di Lagrange L2 sarà la casa del più grande telescopio mai costruito per i prossimi dieci anni. Ma cosa farà per tutto questo tempo? E quali sono i primi step?

Cosa farà il telescopio Webb?

Welcome home!“, ha esclamato l’amministratore capo della NASA dopo il posizionamento del telescopio James Webb.
Dopo 29 giorni di viaggio, questo enorme strumento da 10 miliardi di dollari può finalmente iniziare ad operare, con l’obiettivo di catturare le immagini delle prime galassie, quelle nata subito dopo il Big Bang.

Prima però la NASA prevede una fase di calibrazione degli strumenti che durerà ben due mesi, oltre ad una serie di controlli preliminari per verificare l’integrità del telescopio. Per ora sappiamo che il dispiegamento della vela che protegge il telescopio dalla radiazione solare è stato completato, il che consentirà al James Webb di tenere molto bassa la temperatura (circa -235 °C) garantendo il corretto funzionamento degli strumenti, a partire dagli infrarossi. Non è infatti possibile osservare l’universo con uno strumento ottico tradizionale; si è quindi optato per l’infrarosso che consente di penetrare nubi di gas e polveri per scattare immagini più precise e accurate.

Una volta abbassata la temperatura, inizierà il processo di allineamento dei 18 segmenti esagonali dello specchio principali di 6,5 metri, con 7 motori che regolano posizione, inclinazione e curvatura. Completata anche questa operazione, il telescopio James Webb potrà finalmente iniziare a inviarci immagini dello spazio, a partire da una stella della costellazione dell’Orsa Maggiore.

Perché “solo” 10 anni?

Nel 1990 venne inaugurato lanciato Hubble e, ancora oggi, questo telescopio orbita intorno al nostro pianeta e viene sfruttato dagli scienziati di tutto il mondo.
Sono passati 30 anni.
Perché quindi il telescopio James Webb, che è nuovo e modernissimo, dovrebbe durare meno? Semplice: perché ad un certo punto finirà il carburante.

Come anticipato, il James Webb ha raggiunto il punto L2 di Lagrange.
Ma cosa sono questi punti di Lagrange? Si tratta di punti nello spazio in cui due corpi dotati di grande massa, tramite l’interazione della rispettiva forza gravitazionale, consentono ad un terzo corpo di massa molto inferiore di mantenere una posizione stabile. Nel sistema Sole-Terra ce ne sono 5 e sono indicati appunto con L1, L2, L3, L4 e L5.
L2 è il punto prestabilito per il JWST ma questo non significa che rimarrà fermo, immobile, per 10 anni. In realtà il telescopio orbiterà attorno a questa posizione, per mantenere l’orbita però sarà necessario effetuare delle manovre di mantenimento ogni 21 giorni.
Il propellente a bordo dovrebbe garantire 10 anni di funzionamento, dopodiché non ci sarà modo di tenere stabile l’orbita, cosa che influirà sui dati scientifici acquisiti.

Non c’era un posto migliore?

In realtà il punto L2 è stato scelto con cura dalla NASA. Prima di tutto perché garantisce un’orbita molto ampia che va da 250.000 a 832.000 km e che gli consente di risparmiare sul carburante. Inoltre questo permette al James Webb di tenere il Sole, la Terra e la Luna sempre alle “spalle” degli specchi, garantendo il funzionamento dei pannelli solari e l’attendibilità delle osservazioni.
Infine il punto L2 permette al telescopio di rimanere sempre collegato al Deep Space Network della NASA, fondamentale per le comunicazioni.

Voi siete curiosi di capire cosa scopriremo grazie al JWST?

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