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In Brasile è stata bloccata la vendita di iPhone sprovvisti di caricabatterie

In Brasile è stata vietata la vendita di alcuni iPhone, ma non tutti, solo quelli che non presentavano una caratteristica ritenuta fondamentale: il caricabatterie.

Perché in Brasile non si possono vendere iPhone senza caricabatterie?

La disputa è ormai di vecchia data, ma sembra che si sia deciso di agire in conformità con la legge brasiliana. L’operazione è stata chiamata Operação Descarrega e si è concentrata in particolar modo nella capitale del Paese, Brasilia.

La lotta, tuttavia, risale almeno all’immissione sul mercato dell’iPhone 12, con un’azione che ha scatenato un po’ di polemiche in tutto il mondo: l’assenza del caricabatterie. E se in molti, nel corso del tempo, se ne sono fatti una ragione così non è stato per il Brasile, dove è legiferato che i dispositivi elettronici messi in vendita devono essere venduti con gli appositi caricatori per garantirne il pieno funzionamento.

La situazione è andata a inasprirsi ancora di più quando la Apple ha iniziato a vendere anche gli ultimi modelli di iPhone 11 senza caricabatterie e a oggi pare che, almeno nella Capitale, il governo abbia preso provvedimenti.

Cosa sappiamo dell’Operação Descarrega sulla vendita degli iPhone

A riportare la notizia è stato il magazine brasiliano Tecnoblog. Stando a quanto riferito, a promuovere l’iniziativa è stato il Procon del Distretto Federale (DF) su un’operazione condotta dal Segretariato Nazionale dei Consumatori (Senacon).

Ci si è appellati al fatto che lo stesso Ministero della Giustizia aveva sospeso, circa un paio di mesi fa, le vendite degli iPhone incriminati. In più il Ministero aveva impartito alla Apple una multa di oltre 2 milioni di euro.

Quindi dall’11 novembre è stato espressamente vietato rilasciare iPhone che non includessero il caricabatterie nella confezione.

Come ha reagito la Apple a tutto ciò? Tre giorni dopo la multinazionale ha presentato un mandato che garantisse la vendita dei propri dispositivi in Brasile.

Insomma, l’azienda ha deciso di adeguarsi alle leggi brasiliane, in virtù del fatto che a essere sequestrati non sono stati solo gli iPhone 12, ma anche i modelli successivi, incluso il nuovo arrivato, l’iPhone 14. Inoltre quello brasiliano è un mercato irrinunciabile per la Apple, in quanto in Brasile il costo dei device è molto alto.

Pace fatta, quindi?

Sì, ma almeno non subito.

La Direttrice del dipartimento di protezione e difesa dei consumatori di Senacon, Laura Tirelli, in una dichiarazione a Tecnoblog, ha affermato che fino a lunedì 21 novembre alla Apple non è stato permesso riprendere la vendita dei propri iPhone, a partire dal primo modello incriminato, ovvero il 12.

Per quanto riguarda gli iPhone 11, il problema si è risolto da solo in quanto quest’anno ne è stata dismessa la produzione. Tuttalpiù partirà una vera e propria caccia al tesoro: trovare la rimanenza di un iPhone 11 nuovo di zecca con caricabatterie incluso nella confezione.

Tuttavia la Apple ha sempre cercato di difendere questa sua decisione di eliminare il caricabatterie dalle confezioni, ponendolo come un fattore etico e ambientale: inquinare meno e utilizzare meno risorse come zinco, rame e stagno.

Anche la Samsung ha seguito per un certo periodo la nuova politica Apple sui caricatori, ma dopo le prime multe impartite dal Brasile ha fatto marcia indietro, reintegrando i caricabatterie con i Galaxy Z Flip4 e Z Fold 4. Più ostica è stata la multinazionale dalla mela morsicata, ma alla fine anche il gigante dell’informatica ha dovuto fare un passo indietro.

E voi cosa ne pensate? Siete stati fin da subito favorevoli alla vendita di iPhone e smartphone senza caricabatterie o avete criticato aspramente questa scelta della Apple?

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Maria Stella Rossi

Mangiatrice seriale di biscotti e ghiotta di pizza, adoro scrivere da sempre, ancor prima di imparare a tenere per bene una penna fra le dita. Sono una grande appassionata di libri, telefilm, film, videogiochi e cucina, mentre il mio sogno nel cassetto è quello di riuscire a catturare ed addomesticare una Furia Buia. Ma anche continuare a scrivere non è poi così male come desiderio.

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