Dopo il 35simo anniversario di Super Mario nel 2020, è arrivato il momento di festeggiare, per lo stesso numero di anni, un altro importantissimo franchise, ovvero quello di The Legend of Zelda. Per immergersi nella celebrazione e comprendere la rilevanza della saga fantasy di Nintendo, abbiamo quindi deciso di ripercorrere assieme a voi tutta la sua storia videoludica. Allacciate quindi le cinture e seguiteci in questo viaggio!
35 anni di The Legend of Zelda
Tutti i capitoli che andremo a vedere, per quanto diversi tra di loro, presentano alcuni punti fermi che solo in rare occasioni sono assenti o significativamente diversi. Il protagonista del gioco è sempre un ragazzo di nome Link, anche se, come vedremo, non è sempre lo stesso Link. Il setting è per la maggior parte dei giochi il regno di Hyrule, un setting fantasy medievale con la Principessa Zelda come parte della famiglia reale. L’antagonista principale è Ganon/Ganondorf, che agisce in prima persona o indirettamente, con un altro cattivo che vuole risvegliarlo/usare il suo potere per portare a termine i suoi piani.
The Legend of Zelda (1986)
Non c’è miglior posto per partire dell’inizio, rappresentato dal primissimo gioco della serie. Chiamato semplicemente The Legend of Zelda, esce nel 1986 per la console Famicom in Giappone e nel 1987 negli USA per il NES, l’equivalente occidentale del Famicom. Nonostante sia passato appena un anno dall’uscita del primo Super Mario, Zelda ha poco in comune con quest’ultimo, preferendo una visuale dall’alto e una progressione non lineare della trama.
Il gioco è stato resto disponibile nei decenni successivi attraverso il porting per GameCube e Game Boy Advance e la piattaforma VirtualConsole per Wii, Wii U e Nintendo 3DS. Attualmente potete recuperarlo attraverso il servizio di retrogaming NES e SNES –Nintendo Switch Online per Nintendo Switch.
Zelda II: The Adventure of Link (1987)
A meno di un anno dall’uscita del primo capitolo, Nintendo nel 1987 ha rilasciato, per Famicom e NES, Zelda II: The Adventure of Link. A lungo è stato l’unico vero e proprio sequel cronologico al primo titolo, visto che quasi tutti i titoli successivi sono considerati prequel o sono posizionati in una timeline alternativa (ma ne parleremo meglio alla fine). Si stacca comunque dall’originale sia dal punto di vista grafico, proponendo sia una visuale laterale per i combattimenti, che per una serie di meccaniche e interazioni con i personaggi non giocabili innovative per l’epoca.
Anche questo capitolo, oltre ad aver visto un porting per GameCube e Game Boy Advance, può essere recuperato attraverso il servizio di retrogaming NES e SNES –Nintendo Switch Online per Nintendo Switch.
The Legend of Zelda: A Link to the Past (1991)
Il 1990 ha visto la nascita (almeno in Giappone) del Super Nintendo Entertainment System (o SNES). Non poteva quindi mancare per il successore del NES un titolo a tema Zelda, che infatti arriva nel 1991. Chiamato The Legend of Zelda: A Link to the Past, riprende la prospettiva dall’alto del primo gioco, ma con un grafica migliorata e alcune novità narrative, come l’introduzione di mondi paralleli e della Master Sword (Spada Suprema).
Reso disponibile tramite porting per Game Boy Advance e tramite piattaforma VirtualConsole per Wii, Wii U e Nintendo 3DS, si può ora recuperare attraverso il servizio di retrogaming NES e SNES –Nintendo Switch Online per Nintendo Switch.
The Legend of Zelda: Link’s Awakening (1993)
Prima ancora dello SNES, nel 1989 Nintendo aveva lanciato un altro prodotto rivoluzionario, ovvero il Game Boy. Questa storica console portatile ha visto il suo primo titolo di Zelda, intitolato Link’s Awakening, solo nel 1993. Si tratta di un titolo decisamente particolare, in quanto per la prima volta non vede coinvolti Hyrule, Zelda o Ganon. La trama si concentra invece solo su Link, naufragato su una strana isola legata al sonno del Pesce Vento.
I giochi di Zelda per CD-i
In una breve parentesi tra il 1993 e il 1994, la serie di Zelda ha visto l’uscita di ben tre giochi (Link: The Faces of Evil; Zelda: The Wand of Gamelon; Zelda’s Adventure) per la piattaforma CD-i di Philips. I titoli, che non sono stati sviluppati da Nintendo e non appartengono al canone della serie, sono il risultato di un accordo tra la casa giapponese e Philips, probabilmente come compensazione per il mancato sviluppo di un accessorio per lo SNES capace di leggere i CD di Philips. I giochi in sé sono ricordati più per le loro grottesche animazioni che per la loro qualità, e sono fonti di infinite parodie su Youtube e altre piattaforme video.
The Legend of Zelda: Ocarina of Time (1998)
Dato il suo enorme successo, ha visto prima un porting per GameCube nel 2002 con inclusa la modalità Master Quest, dove diversi dungeon sono stati resi più difficili. Nel 2011 è poi arrivato un remake per Nintendo 3DS, chiamato The Legend of Zelda: Ocarina of Time 3D, che oltre alla Master Quest e a una grafica notevolmente migliorata include anche il supporto al touchscreen e una Boss Challenge per affrontare tutti i Boss del gioco in una sola volta.
The Legend of Zelda: Majora’s Mask (2000)
Il gioco, come Ocarina of time. è stato portato anche su GameCube e sulla piattaforma VirtualConsole per Wii e Wii U. Ha visto poi un remake per Nintendo 3DS, chiamato The Legend of Zelda: Majora’s Mask 3D.
The Legend of Zelda: Oracle of Seasons e Oracle of Ages (2001)
Se il Game Boy Color ha già visto nel 1998 la versione DX di Link’s Awakening, il doppio titolo Oracle of Seasons/Oracle of Ages è il primo titolo originale per la piattaforma. I due giochi, inclusi nella stessa cartuccia, rivelano un finale unificato solo dopo essere stati completati entrambi. Oltre alla versione originale, il titolo è tornato per il Nintendo 3DS attraverso la piattaforma Virtual Console.
The Legend of Zelda: Four Swords + A Link to the Past (2002)
Il gioco, oltre a dei sequel basati sullo stesso concetto, ha visto nel 2011 una versione remastered limitata per il Nintendo DS, chiamata Four Swords Anniversary Edition, e nel 2014 una versione solo digitale per Nintendo 3DS. Entrambe sono dotate anche di una modalità a giocatore singolo.
The Legend of Zelda: The Wind Waker (2002)
The Legend of Zelda: Four Swords Adventures (2004)
The Legend of Zelda: The Minish Cap (2005)
Torniamo al Game Boy Advance con The Minish Cap, ultimo titolo originale di Zelda per questa piattaforma portatile, vista l’uscita un anno prima del Nintendo DS. Anche se non ospita una modalità multiplayer, si pone in qualche misura come un prequel alla serie Four Swords, spiegando la nascita della Quadrispada.
The Legend of Zelda: Twilight Princess (2006)
In occasione dell’uscita della Wii, Nintendo lanciò il nuovo capitolo di Zelda, chiamato Twilight Princess, contemporaneamente sia per GameCube che per la nuova console. Recependo il feedback ricevuto da Wind Waker, lo stile grafico è più realistico e il tono è più cupo. Il risultato fu un estremo successo, che rese questo gioco il più venduto della serie fino all’arrivo di qualche anno fa di Breath of the Wild. Nel 2016 ha visto anche un porting in HD per la Wii U.
The Legend of Zelda: Phantom Hourglass (2007)
The Legend of Zelda: Spirit Tracks (2009)
The Legend of Zelda: Skyward Sword (2011)
Dopo un rilascio nel 2016 in versione digitale per Wii U (dove era comunque già giocabile, vista la retrocompatibilità della console con i giochi Wii), è stato recentemente annunciato un porting in HD per la Nintendo Switch, il cui arrivo è previsto per luglio 2021.
The Legend of Zelda: A Link Between Worlds (2013)
The Legend of Zelda: Tri Force Heroes (2015)
The Legend of Zelda: Breath of the Wild (2017)
Questo capitolo ha introdotto, in Zelda e in generale nel panorama videoludico, una modalità di gioco open world totalmente non lineare, senza un ordine prestabilito per raggiungere i vari obiettivi (che sono tutti facoltativi) e con un mondo governato da regole coerenti e aperte alla creatività dei giocatori. La grafica riprende in parte il sistema di illuminazione e ombreggiatura cartoonesco di Wind Waker, ma lo sposa con un ambiente più ricco e dettagliato e dei personaggi dalle proporzioni più realistiche.
È ritenuto uno dei giochi più apprezzati e acclamati ed è attualmente il gioco di Zelda con più copie vendute di sempre. Nintendo ha già confermato lo sviluppo di un sequel: i dettagli a riguardo non sono ancora molto chiari, ma si sa per certo che vedrà la principessa Zelda in un ruolo più centrale, insieme anche al ritorno di Ganondorf.
Hyrule Warriors: Age of Calamity (2020) e il resto degli Hyrule Warriors
Oltre alla serie canonica di Zelda, che abbiamo ripercorso fino a questo momento, dal 2014 esiste un’altra serie di giochi con protagonisti Link, Zelda e il resto dei personaggi. Stiamo parlando di Hyrule Warriors, una saga in realtà composta da solo due titoli e teoricamente non canonica a livello della trama generale di Zelda.
Lo stile è quello dell’hack-and-slash, ovvero un picchiaduro armato dove i giocatori devono combattere contro orde di nemici ridicolmente numerose. Il primo titolo è chiamato semplicemente Hyrule Warriors e, dopo essere uscito nel 2014 per Wii U, è arrivato nel 2016 su Nintendo 3DS con il nome Hyrule Warriors Legends e nel 2018 su Nintendo Switch con il nome Hyrule Warriors: Definitive Edition. In entrambi casi il titolo ha subito delle aggiunte e dei miglioranti.
Nel 2020 è poi uscito Hyrule Warriors: Age of Calamity, che a differenza del primo si colloca saldamente nella cronologia di Zelda, anche se non è chiaro se in maniera più o meno canonica. Questo gioco parla infatti degli eventi svoltisi 100 anni prima di Breath of the Wild, quindi proprio all’arrivo della calamità Ganon. Senza farvi spoiler, vi diciamo solo che lo svolgimento è diverso da quanto narrato nel titolo originale, tanto da far supporre che si tratti di una timeline alternativa piuttosto che di un vero e proprio prequel.
Un cronologia complicata
Ora che abbiamo visto i vari giochi, potreste starvi chiedendo: “Esiste un legame tra tutti i questi titoli?”. La risposta, fino a pochi anni fa solo ipotizzata dai fan, è arrivata nel 2011 dalla stessa Nintendo, con l’uscita del libro Hyrule Historia, che riporta proprio quella che è la cronologia ufficiale di The Legend of Zelda. Vista la varietà dei giochi, non si tratta di una trama lineare, ma anzi prevede linee temporali parallele e una sorta di reincarnazione dei personaggi principali.
Quest’ultimo punto è forse il più importante: anche se in ogni gioco troviamo come protagonista Link, spesso insieme anche alla principessa Zelda, non si tratta, tranne che in alcune casi particolari, degli stessi Link e Zelda degli altri giochi. Ci troviamo piuttosto davanti a diverse versioni, separate tra di loro magari anche di centinaia di anni ma che ne reincarnano in qualche misura lo spirito.
L’inizio e la sconfitta
I primi quattro giochi, cronologicamente parlando, sono Skyward Sword, The Minish Cap, Four Swords e Ocarina of Time. In Skyward viene illustrata la nascita della Master Sword, mentre in Minish Cap e Four Swords è esplorata la nascita della Tetraspada. Ocarina of Time, però, è dove tutto si complica. A seconda di come finisce l’avventura di Link in questo gioco, infatti, la linea temporale di divide in tre.
La linea temporale più “popolata” di giochi è quella della sconfitta: in questa diramazione, Link non è riuscito a sconfiggere Ganon. Questo fatto porta alla Imprisoning War, dove alla fine Ganon viene imprigionato nel Reame Sacro, al costo però di corrompere quest’ultimo, facendolo diventare il Mondo Oscuro.
I giochi presenti in questa linea temporale, dove spesso è mostrata la presenza del Mondo Oscuro, sono:
- A Link to the Past
- Link’s Awakening
- Oracle of Seasons & Ages
- A Link Between Worlds
- Tri Force Heroes
- The Legend of Zelda
- Zelda II: The Adventure of Link.
Da notare come il titolo originale del 1986 sia collocato praticamente alla fine di questa timeline.
La vittoria ambigua
Anche nel caso di vittoria dell’eroe in Ocarina of Time, la strada non è certa. La timeline si divide infatti in altre due possibilità, chiamate la Child Era e la Adult Era. Nella Child Era, Link rimane bambino, e prosegue la sua avventura con Majora’s Mask, seguita poi 100 anni dopo da Twilight Princess e, ancora dopo, da Four Swords Adventures.
Nell’Adult Era, invece, Link adulto torna alla sua infanzia, risultando così assente al successivo ritorno di Ganon. Questo porta alla distruzione di Hyrule e a un cambiamento globale, incarnato dal mondo acquatico-isolare di The Wind Waker. La timeline prosegue poi con Phantom Hourglass e Spirit Tracks.
Un nuovo inizio
L’uscita di Breath of the Wild ha in parte resettato il concetto di timeline per Zelda. Il gioco è infatti posizionato ufficialmente nel futuro di tutti gli altri titoli, senza una collocazione specifica in uno dei tre rami.
Con la trama di Hyrule Warriors: Age of Calamity è chiaro che Nintendo non abbia ancora chiuso completamente la porta all’idea di nuove timeline e diramazioni varie, ma, a partire dall’atteso sequel di Breath of the Wild, è ragionevole aspettarsi una ripartenza cronologicamente più chiara dei vari giochi.
- Il seguito di The Legend of Zelda: Breath of the Wild
- Un epico viaggio attraverso Hyrule e i suoi cieli ti attende
- Crea la tua avventura in un mondo dove potrai lasciare libero sfogo all'immaginazione
- Un mondo completamente open-world che potrai esplorare liberamente
- Il clima influenza l'avventura e tenuta ed equipaggiamento adatto saranno necessari per sopravvivere
- Compatibile con nuove statuette amiibo serie Link che includono: Link (con l’arco), Link (a cavallo) e Guardiano (il...
Maggiori informazioni sui giochi e la loro disponibilità sul sito ufficiale di Nintendo.