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La principessa Zaffiro: una riflessione ‘fiabesca’ sull’identità di genere

Un anime dalla forte influenza Disneyana che mira a far riflettere sull'importanza di abbattere i dogmi sociali ed essere se stessi

Il nostro viaggio attraverso gli anime degli anni ’80 continua con La Principessa Zaffiro. Parliamo di un prodotto che, in un certo senso, ha fatto la storia, essendo stato il primo shojo manga ad essere diventato un anime dell’animazione giapponese. L’anime, dunque tratto da una serie manga di Osamu Tezuka, è inoltre stato uno dei primi prodotto a colori. Arriva in Italia nel 1980 ma in Giappone ha fatto il suo esordio molti anni prima (siamo alla fine degli anni ’60).

I suoi 52 episodi vengono inizialmente trasmessi sui canali locali e ottengono un buon successo, complice un’atmosfera del tutto differente dagli anime giapponesi del tempo. La principessa Zaffiro infatti ci immerge in un mondo fiabesco, dove i richiami a favole ben note sono tantissimi.

La principessa Zaffiro: la storia

Una principessa-principe

Sin dai primi istanti, l’anime ci trasporta in un ambiente favolistico. I costumi, gli ambienti, i paesaggi e gli stessi personaggi sono quelli tipici di una fiaba. D’altronde gli stessi protagonisti sono i classici del genere: un re, una regina e una principessa. L’anime ci presenta sin da subito Zaffiro: una ragazzina determinata e senza paura, abile spadaccina, che combatte i malvagi che vogliono smascherarla.

principessa zaffiro

Il motivo di questi attacchi ci viene spiegato poco dopo, quando sua madre, la regina, afflitta e in lacrime per sua figlia, ripensa al giorno della sua nascita. Suo marito il re decise di annunciare a tutti che non era nata una bambina, bensì un bambino. Una scelta difficile fatta per preservare il regno e dare a Zaffiro la possibilità un giorno di diventare re cosa che, per la legge di allora, non era consentito alle donne.

Choppy e i piani malvagi di Geralamon

Zaffiro viene cresciuta come un principe in tutto e per tutto: diventa un’abile spadaccina, una magnifica cavallerizza e ha un animo giusto e coraggioso. Sin dal primo episodio la protagonista fa la conoscenza di Choppy, un angioletto vestito da bambino che svelerà poi di aver combinato un pasticcio alla nascita di Zaffiro, dandole un’anima da uomo in un corpo da donna e spiegando dunque i comportamenti della protagonista (Nel manga Zaffiro ha invece due cuori, uno da donna e uno da uomo).

La principessa Zaffiro è costretta a fingersi un maschio soprattutto a causa del Granduca Geralamon, malvagio cugino del re a cui andrebbe il trono qualora il sovrano non avesse eredi maschi. Geralamon ha però sospetti sulla vera identità di Zaffiro ed è per questo che inizia a mettere in piedi piani sempre più pericolosi per smascherarla.

principessa zaffiro cattivo

Il Cavaliere Fantasma

Il Granduca Geralamon non sarà il solo a tentare di smascherare Zaffiro ma verrà aiutato, episodio dopo episodio, da altri malintenzionati, come il suo scagnozzo il Barone Neelon o ancora Satana. Il diavolo in forma di stregone mira infatti ad avere il cuore maschile di Zaffiro per poterlo dare a sua figlia Zelda, troppo dolce e gentile, rendendola così una potentissima e malvagia strega.

Inutile dire che episodio dopo episodio la principessa Zaffiro riesce sempre in qualche modo ad averla vinta sui malvagi, ma non senza perdite e sconfitte. Spesso saranno i suoi genitori a finire nei guai, catturati o addirittura a rischio di vita. È proprio da occasioni come queste che nascerà il Cavaliere Fantasma, l’identità segreta e notturna di cui si servirà Zaffiro per i suoi piani più complicati e rischiosi.

L’ultima minaccia

Sarà anche grazie al Cavaliere Fantasma che Zaffiro, a metà stagione, riuscirà a liberate suo padre, dato per disperso. Quando, infatti, il re scompare, la regina viene costretta a svelare che Zaffiro è in realtà una ragazza. Una rivelazione che causa loro l’arresto e la prigionia e il passaggio della corona a Plastic, il figlio del malvagio Granduca Geralamon. Quando però la protagonista riesce nell’impresa di liberare suo padre, quest’ultimo finalmente decide di cambiare la legge e dare anche alle donne la possibilità di regnare.

Le difficoltà per Zaffiro e il regno però non sono ancora finite. Bisogna infatti far fronte ad un ultimo e terribile nemico: Mr. X, gigantesco cavaliere e capo dell’Unione X, un’associazione criminale che ha come unico intento la conquista di Silverland.

Il finale

Nell’ultimo episodio de La principessa Zaffiro va infatti in scena la guerra tra il regno di Silverland e l’Unione X. La nostra protagonista affronta personalmente Mr. X che alla fine, a causa della potenza dei suoi stessi colpi, muore sotto le macerie del palazzo di Silverland insieme al malvagio barone Neelon (che intanto ha pugnalato alle spalle il suo alleato, il Granduca Geralamon).

Il finale è doppiamente lieto per Zaffiro: non solo il suo regno è salvo e lei potrà essere regina, ma alla fine la sua parte femminile prevale su quella maschile, facendola innamorare di Franco, il principe del regno vicino. Alla fine del 52esimo episodio, i due, innamorati, convolano a nozze sotto il suono festoso delle campane.

principessa zaffiro finale

La principessa Zaffiro: curiosità e considerazioni

Zaffiro e l’influenza Disney

È impossibile non fare caso a numerosi riferimenti alle favole Disney presenti nell’anime. La principessa Zaffiro, sin dai primissimi episodi (e pagine del manga) si ritrova immischiata in avventure che richiamano vicende già ben note nel mondo occidentale. Così, in un episodio, ritroviamo la nostra protagonista costretta a travestirsi da Cappuccetto Rosso per sfuggire al lupo cattivo e la ‘vestizione’ è fatta da farfalle e animaletti, ricordando quella di Cenerentola; o ancora c’è un cenno a Grimilde, la strega di Biancaneve, grazie ad uno specchio magico a cui una principessa chiede chi sia la più bella del reame.

Sono, questi, solo alcuni dei riferimenti al mondo Disney che, tuttavia, non stupiscono se ricordiamo che il manga è scritto e disegnato da Osamu Tezuka, il cui lavoro fu sempre influenzato dai cartoni animati occidentali dell’epoca, Walt Disney in primis ma anche Betty Boop di Max Fleischer. È infatti impossibile non notare la somiglianza tra quest’ultima e Zaffiro.

Una riflessione sull’identità di genere

Non c’è solo un po’ di mondo Disney ne La principessa Zaffiro. La vita della protagonista, la dualità che la contraddistingue, in qualche modo ci riporta alla mente un’altra eroina degli anime giapponesi: Lady Oscar. Chiariamoci: Oscar arriverà alcuni anni dopo Zaffiro ed è proprio da questo aspetto che nasce la nostra riflessione.

Scavando poi non così a fondo, alla base dell’intero anime e manga c’è un tema molto importante e sicuramente delicato: l’identità di genere di Zaffiro. Nata donna ma con un animo da uomo, costretta a crescere come un ragazzo e col cuore diviso a metà: una parte femminile ed una maschile. È questo un modo che potremmo definire ambiguo, quasi surreale, di gestire la sessualità della protagonista. Un modo che diventerà poi il marchio di fabbrica dei giapponesi e farà scuola, ripercuotendosi poi su tutta l’industria futura degli shojo manga. È in questo senso che La principessa Zaffiro può definirsi antesignana di un vero e proprio genere che avrà poi un grandissimo successo.

Zaffiro come Lady Oscar

Ma come vive Zaffiro questa ambiguità sessuale che le è stata imposta? Con coraggio, mostrando entrambi i suoi lati e schierandosi con uno di questi solo alla fine. Zaffiro porta sullo schermo un percorso di crescita personale che riesce ad abbattere quei muri che accompagnano troppo spesso l’identità di genere. La protagonista è impavida e spavalda, combatte con forza ma ecco che, all’improvviso, mostra la sua parte più fragile. È così timida, imbarazzata, sentimentale. I doveri di principe la accompagnano fino alla fine ma, così come Lady Oscar, alla fine sceglie di seguire l’amore: quello per il principe Franco. Si spoglia dunque degli obblighi, diventando se stessa. E ciò non vuol dire rinunciare ad una parte di se, ma fondersi perfettamente con entrambe, diventando un perfetto unico.

La sigla

La sigla de La principessa Zaffiro è cantata da I cavalieri di Silverland, con le voci di Silvio Pozzoli e Marco Ferradini.

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Anna Montesano

Scrittrice da quando ne ho memoria, dai diari al web. Viaggiatrice incallita e malata di serie tv, appassionata di tv e cinema. Nella vita un solo motto: "Perché rimandare a domani quando puoi vederlo oggi?"

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