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Nasce il progetto Lantern per la protezione dei minori online

Partecipano Meta, Google e altri giganti tech

Nelle scorse ore vi abbiamo parlato di un’iniziativa di Agcom che sarà operativa nel nostro Paese a partire da martedì 21 novembre. Si tratta di un controllo parentale che i gestori di telefonia dovranno attivare direttamente su tutte le sim intestate ai minori, salvaguardando così giovani e giovanissimi da determinate categorie di siti per adulti.

È in fondo il medesimo problema quello che viene affrontato da alcuni giganti del tech, che hanno dato vita al progetto Lantern, per la protezione dei minori online.

Il progetto Lantern è strettamente collegato a Tech Coalition, sul cui sito ufficiale è apparsa la notizia dell’iniziativa nella giornata di martedì 7 novembre.

Di cosa si tratta?

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Tech Coalition e il progetto Lantern

Tech Coalition è “un’alleanza di aziende tecnologiche globali che lavorano insieme per combattere lo sfruttamento sessuale e gli abusi online sui minori.”

Ne fanno parte praticamente tutti i giganti del tech, da Meta a Google, da X ad Amazon, da TikTok a Discord.

E proprio sul sito ufficiale di Tech Coalition martedì 7 novembre è apparsa la notizia del progetto Lantern, strumento che aiuterà le aziende a rafforzare le politiche di sicurezza dei bambini.

Contro l’adescamento online e la financial sextortion

La guerra allo sfruttamento e l’abuso sessuale dei minori online (OCSEA, acronimo dall’inglese online child sexual exploitation and abuse) mira ad arginare principalmente due minacce. Ossia l’adescamento online e la cosiddetta financial sextortion (composto di sex ed extortion) dei giovani, che impone il pagamento di una cifra sotto minaccia di condividere immagini intime della vittima con altre persone.

Come funziona Lantern

Il progetto Lantern nasce dal presupposto che ogni singola piattaforma da sola può svolgere un lavoro relativo contro l’OCSEA.

Lantern sarà un database condiviso, in cui a ogni segnale di violazione della condotta l’azienda coinvolta potrà darne notizia. Nella nota si specifica che “i segnali non sono una prova definitiva di abuso: offrono indizi per ulteriori indagini e possono essere il pezzo cruciale del puzzle che consente a un’azienda di scoprire una minaccia in tempo reale per la sicurezza di un bambino.”

Il progetto Lantern, insomma, può rendere più efficace e rapido il rilevamento delle minacce, così come la segnalazione alle autorità dei reati penali, perché “fa luce sui tentativi multipiattaforma di sfruttamento e abuso sessuale di minori online, contribuendo a rendere Internet più sicuro per i bambini.”

In concreto, se ad esempio una piattaforma attiva su Lantern un segnale relativo a un account sospetto, le altre piattaforme partecipanti possono a loro volta attivare lo stesso segnale sui propri spazi virtuali e agire di conseguenza, rimuovendo l’account e se necessario segnalandolo.

La fase di test

Per prendere invece un esempio concreto, nella fase di test del progetto Lantern Meta ha utilizzato le informazioni che un altro partner dell’iniziativa, Mega, aveva condiviso.

L’azienda di Menlo Park in questo modo ha potuto rimuovere “oltre 10.000 profili, pagine Facebook e account Instagram” che hanno violate le norme in materia di sicurezza dei minori, e segnalarli al National Center for Missing and Exploited Children.

Le prime aziende partecipanti

Le prime big tech che parteciperanno al progetto Lantern sono, oltre le già citate Meta e Mega, Discord, Google, Quora, Roblox, Snap e Twitch.

Per due anni le aziende hanno testato il programma, assicurandosi che superasse la “verifica di idoneità”, fosse conforme ai requisiti legali e regolamentari ma anche “eticamente accettabile”.

Sicurezza, privacy e diritti umani

Da un lato è di certo meritorio l’impegno di Tech Coalition a tutela dei minori online.

Basti pensare alla recentissima notizia di Artur Béjar, ex dipendente di Meta che martedì 14 novembre deporrà al Congresso degli Stati Uniti perché sua figlia “poco dopo essere entrata su Instagram, ha iniziato a ricevere avance sessuali indesiderate, post misogini e molestie a 14 anni.”

D’altro canto ci sono le delicate questioni della privacy e dei diritti umani. Nella nota di Tech Coalition si legge che è stata commissionata una valutazione dell’impatto sui diritti umani a Business for Social Responsibility, che fornirà consulenza continua. Inoltre il progetto Lantern avrà linee guida chiare e univoche per la condivisione dei dati, con formazione obbligatoria e controlli di routine per le aziende coinvolte, e revisione periodica delle politiche.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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