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Elon Musk: fra sei mesi i primi test umani di Neuralink

Il CEO assicura che l'interfaccia computer-cervello è quasi pronta

Neuralink, la compagnia che sta svillupando impianti cerebrali per creare un‘interfaccia cervello-computer, sta per iniziare i test umani: il CEO Elon Musk ha annunciato che inizieranno fra sei mesi. Le prime applicazioni dovrebbero aiutare i pazienti affetti da paralisi a riprendere una certa autonomia.

Neuralink, Elon Musk annuncia: fra sei mesi i primi test umani

Prendendosi una pausa dalle spunte blu di Twitter e da Tesla, Elon Musk ieri (mercoledì 30 novembre) ha potuto partecipare all’evento in streaming di Neuralink. L’azienda avrebbe dovuto tenere il proprio evento Show & Tell a fine ottobre, ma ha rimandato l’evento proprio a ieri.

La compagnia sembra ancora lontana dal “fondere il nostro cervello con l’AI”, come Musk aveva promesso nel 2019. Ma il CEO ha annunciato di aver depositato le richieste presso la FDA, che regola l’uso dei dispositivi medici negli Stati Uniti, per iniziare i test umani di Neuralink entro i prossimi sei mesi.

Dalle scimmie, ai maiali, agli umani

Nel 2019 Neuralink aveva annunciato che la compagnia aveva iniziato i test su alcuni primati. Nel 2021 aveva mostrato un video di un macaco che utilizza il dispositivo per giocare a Pong. Anche quest’anno ci sono le scimmie, in una dimostrazione video che mostra una di loro utilizzare gli impianti cerebrali per scrivere su un computer la frase “benventi allo show and tell”. Un altro video le mostra ricaricare il dispositivo sedendosi sotto un caricabatterie wireless.

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Durante la presentazione, Neuralink ha mostrato anche degli altri animali. In particolare, un maiale su un tapis roulant. Questo test serviva a spiegare come avrebbero in futuro potuto aiutare le persone con paralisi a controllare i propri movimenti.

Musk ha poi rivelato che i dispositivi Neuralink sono quasi pronti per i test umani. Le applicazioni dovrebbero essere da un lato la possibilità di aiutare le persone con paralisi ad utilizzare dei dispositivi digitali senza utilizzare gli arti. Dall’altro lato, vorrebbero sperimentare come permettere a persone che hanno perso la vista di vedere tramite un’interfaccia digitale. All’evento, Neuralink ha mostrato di poter stimolare in un cervello animale una reazione simile a quella di un raggio di luce sulla retina.

Entrambe le applicazioni sono molto più complesse rispetto a quanto visto con gli animali. Ma Neuralink sembra confidente nella riuscita.

Neuralink: un chip grande come una moneta per i primi test umani

Per installare il dispositivo nel cervello, Neuralink ha mostrato il robort-chirurgo che ha sviluppato, capace di operare un tessuto gelatinoso simile a un cervello. Il robot inserisce un chip grande come una moneta, collegato a diversi “fili” che inserisce nel cervello. In circa 15 minuti, 64 di questi fili possono essere impianti in un cervello, secondo quanto spiega il co-fondatore DJ Seo.

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Christine Odabashian, leader del team per gli impianti di Neuralink, spiega che i fili sono tanto sottili che solo il robot riesce a gestirli. “Immaginate prendere dei capelli dalla vostra testa e infilarli nella gelatina di un dolce, facendolo in profondità e con precisione. E poi fatelo 64 volte in un tempo ragionevole”. Il tipo di operazione che solo un robot può gestire.

Un settore in espansione

L’evento, oltre a dimostrare lo stato dell’arte di questa tecnologia, vuole fare soprattutto da spinta al reclutamento per ingegneri e scienziati. Il campo delle interfacce cervello-computer (BCI) esiste dagli anni ’60 dello scorso secolo, ma per il momento solo qualche dozzina di persone ha sperimentato sul proprio cervello questo tipo di interfaccia. La sperimentazione umana è ancora nella sua infanzia.

Finora il più grande fra i test umani riguarda il “Utah array“, un chip rigido con 100 piccoli aghi: il dispositivo di Neuralink ha invece oltre mille elettrodi. La sperimentazione di questi dispositivi potrebbe quindi portare vantaggi effettivi a diverse persone affette da disabilità fisiche.

Ma Neuralink non è l’unica azienda che tenta questo approccio. Due startup recenti sono state fondate da ex-dirigenti di Neuralink: Science Corp di Max Hodax (ex-presidente) e Precision Neuroscience di Benjamin Rapoport (fra i co-fondatori). E poi ci sono aziende come Synchron, che hanno già iniziato i test umani che Neuralink vuole cominciare fra sei mesi.

L’azienda di Musk non sarà la prima. Ma la sua posizione in vista permetterà forse di far discutere più persone sulle implicazioni di questa tecnologia dal potenziale enorme.

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Source
WiredThe Verge

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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