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Russia: il difficile equilibrio di TikTok tra propaganda e dissenso

Lo dice un report di Tracking Exposed

La questione è articolata, complicata e sta avendo risvolti davvero inattesi.

E sembra proprio una pagina buia, che ci costringerebbe a rivalutare l’impatto che le piattaforme social stanno avendo in queste settimane di guerra tra Russia e Ucraina.

Andiamo con ordine, ricordando in che modo i social media si stanno modificando durante questo conflitto. Scopriamo poi più da vicino l’enorme importanza che ha assunto in Ucraina e in Russia TikTok. E vediamo poi, almeno secondo un recente report di Tracking Exposed, verso quale clamorosa inversione di tendenza starebbe andando il social cinese. Pare infatti che in Russia TikTok stia diventando un organo pericolosamente filogovernativo. Ma ricostruiamo la vicenda.

I social e la guerra tra Russia e Ucraina

Lo abbiamo scritto in diversi articoli, e ormai tutta la stampa mondiale è allineata in questo senso.

Il conflitto tra Russia e Ucraina da una parte, e le piattaforme social dall’altra, hanno dimostrato una fortissima – diciamo così – attrazione reciproca.

Da un lato, infatti, i social stanno cambiando il modo di narrare la guerra. Come? Attraverso un’amplissima quantità di contenuti in presa diretta gettati nella Rete (spesso, è vero, poco o niente filtrati). Che offrono una dimensione inedita della guerra, in cui a essere esibita è la quotidianità e l’intimità di chi il conflitto lo vive in prima persona.

Ma, dal versante opposto, proprio la narrazione della guerra ha mostrato un volto inatteso dei social. Non più solo strumento di svago per giovani e meno giovani, ma potentissimo strumento di denuncia.

TikTok social

L’Ucraina, la Russia e TikTok

In un altro articolo abbiamo concentrato la nostra attenzione su TikTok. Perché, tra le varie piattaforme, quella made in Cina ha la peculiarità di essere un mezzo particolarmente efficace. I motivi? La brevità dei suoi video, la rapidità con cui si possono caricare e condividere, e il numero di contenuti veicolati. Tutti elementi che compongono una narrazione fluviale in tempo reale.

Certo, anche noi di Techprincess avevamo paventato il maggior rischio di un’infiltrazione di fake news proprio in social come TikTok. Il cui ritmo vertiginoso di produzione di contenuti sfugge quasi inevitabilmente al controllo e alla verifica della loro veridicità.

Poi è arrivata la legge del governo di Mosca contro le fake news, e in Russia per TikTok qualcosa è iniziato a cambiare.

La legge anti fake news di Putin e l’autocensura di TikTok

Mosca ha varato in tempi fulminei una legge contro le fake news, che prevede sino a 15 anni di carcere non solo per chi diffonde notizie ritenute infondate per il governo. Ma anche per chi si mostra critico verso l’invasione dell’Ucraina.

A quel punto, in Russia TikTok ha sospeso le dirette. Come si legge in una nota ufficiale apparsa sul blog dell’azienda (anzi, in un aggiornamento del 6 marzo), “alla luce della nuova legge russa sulle fake news, non abbiamo altra scelta che sospendere il livestreaming e i nuovi contenuti nel nostro servizio video in Russia mentre esaminiamo le implicazioni di sicurezza di questa legge”.

TikTok filogovernativa?

Legittimo, il gesto di TikTok di sospendere le dirette in attesa di meglio capire i contorni della legge anti fake news.

Tuttavia, una ricerca indipendente avrebbe fatto luce su aspetti ben più inquietanti e meno limpidi. Il report è stato pubblicato martedì 15 marzo da Tracking Exposed, società indipendente italiana “di attivismo digitale”. Che si occupa di monitorare il comportamento degli algoritmi nelle piattaforme social, e le ricadute sulla profilazione degli utenti.

La ricerca mostra alcuni dati clamorosi. Quello che finora era stato sbandierato come il social più libero e più capace di raccontare il conflitto russo-ceceno senza filtri, sarebbe in realtà pericolosamente sbilanciato verso il governo di Mosca.

Il report di Tracking Exposed

La ricerca si intitola “Limitazione dei contenuti di TikTok in Russia”. Ma il contenuto è l’opposto di ciò che si potrebbe pensare.

Se nei primi giorni di guerra TikTok aveva sospeso alcuni account filogovernativi, ora pare che stia succedendo il contrario.

Sembra che, a partire dal 7 marzo, Tiktok abbia addirittura bloccato il 95% del materiale non russo precedentemente a disposizione dei cittadini.

Attualmente sono disponibili quasi solo canali in qualche modo vicini a Vladimir Putin o al presidente bielorusso Alexander Lukashenko.

Tracking Exposed ha potuto commentare nell’unico modo possibile. E cioè dichiarando che in Russia TikTok “si è trasformata di fatto in un canale di propaganda per il Cremlino”.

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I social e l’informazione libera

La notizia avrà probabilmente ulteriori risvolti, e manca per ora qualunque dichiarazione di TikTok. Forse questo è l’unico modo per l’azienda cinese di rimanere attiva in Russia alla luce della recente legge contro le fake news. Non è un caso che la nota sul blog di TikTok è datata 6 marzo, e dal 7 sia cominciato questo filtraggio dei contenuti. Ma a questo punto, viene da chiedersi, non sarebbe stato più opportuno interrompere del tutto il servizio?

La strada perché i social possano essere sbandierati come strumenti di informazione libera è, probabilmente, ancora piuttosto lunga.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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