“Hey tu, coi capelli rosa!” erano le parole che davano iniziano ad una grande avventura che molti videogiocatori degli anni ’90 hanno avuto il piacere di vivere. Era l’avventura di Tombi! il protagonista dell’omonimo videogioco (chiamato Tomba in Giappone) uscito nel 1998 per PlayStation 1 che negli anni è diventato un vero e proprio cult pur non registrando un grande numero di vendite. Questo ha impedito a Tombi di trovare il suo spazio nello scenario videoludico contemporaneo compromettendo per sempre il suo ritorno con un sequel o con un remake.
Ma come è possibile che un titolo così universalmente conosciuto e apprezzato non abbia trovato il suo posto nel mondo dei videogiochi? Partiamo con ordine.
Come nasce Tombi?
Tombi! è un videogioco platform in 2.5D sviluppato dallo studio Indie giapponese Whoopee Camp, fondato da Tokuro Fujiwara, autore di titoli Capcom come Ghost ‘n Ghoblins, Mega Man e Resident Evil. Gli studi Capcom, a quel tempo, iniziarono a stare un po’ stretti a Fujiwara che, dopo il lancio di Resident Evil, lasciò l’azienda per fondare il suo Indie Studio. Libero dalla pressione di un grande publisher, l’autore poté concentrarsi sulla sua piccola creazione.
Fujiwara si dedicò a Tombi! per circa 3 anni, riuscendo anche a trovare un posto all’E3 del 1997-98 per poi pubblicare il gioco nel 1998 in Europa e Nord America.
Chi e cos’è Tombi
Tombi è stato protagonista, insieme ad altri titoli, in una raccolta di Demo pubblicata insieme alla prima storica PlayStation di Sony. Questo si è rivelato un buon trampolino di lancio che ha reso il titolo noto al grande pubblico.
Sebbene il 3D fosse una delle caratteristiche innovative introdotte dalla PlayStation 1, Tombi utilizzava ancora un sistema grafico antiquato, per l’epoca, che, nonostante tutto, riuscì a conquistare i videogiocatori. Il Titolo presentava infatti un sistema di compiti (oggi diremo quest) particolarmente interessante. La trama di gioco era infatti tempestata da missioni e compiti da svolgere, ben 130, tra primari e secondari. Il nostro obiettivo era quello di muoverci tra i coloratissimi livelli che caratterizzano il mondo di Tombi! alla ricerca dei sette Maiali Cattivi che, con i loro poteri, hanno stravolto i livelli di gioco.
Il gioco si differenzia dalla massa dei titoli lineari di quel tempo optando per una innovativa struttura dove i livelli, le missioni e i personaggi, sono connessi tra di loro ed è necessario svolgere determinati compiti per risolverne altri. Questo sistema crea una rete di eventi interessanti e alcuni, per nulla semplici da svolgere. Il tutto immerso in un mondo colorato e vivo che ha appassionato milioni di giocatori.
Sulla carta, gli ingredienti per un titolo di enorme successo ci sono tutti, ma cos’è andato storto?
- Contiene Console, 2 controller e cavi di connessione
- Nella console saranno pre-caricati 20 titoli classici: Battle Arena Toshinden, Cool Boarders 2, Destruction Derby, Final...
- La mini console è circa 45% più piccola rispetto alla PlayStation originale, della quale emula l’aspetto generale,...
Un problema chiamato pirateria
Nonostante il grande apprezzamento da parte del pubblico e della critica, il principale problema di Tombi! sono state le vendite, mai così brillanti. Il gioco infatti non è riuscito a diventare un titolo Platinum per PlayStation il che ne ha compromesso i successi futuri. A quei tempi, un videogioco era definito Platinum solo al raggiungimento di almeno 400.000 copie vendute entro i sei mesi dal lancio.
Questo dato è stato altamente ostacolato dall’incidenza della pirateria che, alla fine degli anni ’90, era un vero e proprio fenomeno del mercato videoludico. Ed è così che molti videogiocatori si ritrovavano a vivere le avventure di Tombi! ma senza contribuire agli effettivi incassi della software house e compromettendo il futuro del franchise. Questo però non fermò Fujiwara che nel 1999 pubblicò Tombi! 2, sequel diretto del primo capitolo.
Un nuovo tentativo con Tombi! 2
Con Tombi! 2, la software house puntò su una grande evoluzione tecnica. Il Sequel, infatti, diventò totalmente in 3D mantenendo la linea degli eventi ed episodi interconnessi tra di loro aggiungendo varianti di gameplay interessanti e nuovi personaggi. Le meccaniche principali restarono invariate, puntando su uno stile che ormai Tombi aveva fatto proprio, ma neanche in questo caso i risultati furono degni di nota.
Tombi! 2 vendette ancora meno copie del titolo originale che già, come abbiamo visto, non riuscì ad ottenere un grande successo di vendite. Questi risultati spinsero Fujiwara a chiudere temporaneamente la Whoopee Camp e renderla una società di consulenza per aziende terze. Alla fine del 1999 però, l’avventura della software house mamma di Tombi! si concluse con la chiusura definitiva dell’azienda.
Niente remake di Tombi o Tombi 3?
Con la chiusura della Whoopee Camp la fine di Tombi! è ormai segnata. Negli anni il gioco è stato protagonista di un porting su PlayStation 3 e PSP ma nulla più e nessuno si è mai mosso per acquisire i diritti per creare un remake di Tombi o addirittura un sequel. Che Tombi sia stato il gioco giusto uscito in un momento “sbagliato”?
Quel che è certo è che oggi Tombi! è diventata una pietra miliare nei videogiochi platform, apprezzatissimo dai videogiocatori di tutti il mondo e protagonista di una “caccia all’originale” che lo vede tra i titoli più costosi in vendita online. Forse non vedremo mai più un ritorno di Tombi e dei maiali Koma ma la triste storia di Tombi! continuerà a far parte del bagaglio videoludico di tantissimi giocatori la fuori.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API