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Dentro la Canzone: Creep, il grande successo che portò i Radiohead sull’orlo dello scioglimento

Ancora oggi, se incontrate un fan dei Radiohead, fareste bene a non nominargli Creep. Certo, la canzone è stata il più grande successo della band di Oxford, al punto che ancora oggi è un classico senza tempo. Tuttavia, chi ha un minimo di familiarità con la discografia di Thom Yorke e soci, sa bene quanto quel brano sia poco rappresentativo dell’incredibile viaggio artistico della band. Al punto che, proprio mentre Creep risuonava in tutte le radio del mondo, i Radiohead smisero di suonarla dal vivo, arrivando ad appellarla come “m*rda”.

In questo nuovo episodio di Dentro la Canzone proveremo a capire perché tanta ostilità, ma ci addentreremo anche nel significato della canzone che, proprio quest’anno, ha compiuto 30 anni.

La genesi di Creep dei Radiohead: un amore, una serata alcolica, un rifiuto e un plagio

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Creep nasce nel 1987, quando la band neanche esisteva. Thom Yorke la scrisse negli anni dell’università e registrò un primo provino con un registratore e una chitarra acustica. La sua urgenza espressiva veniva da una condizione reale di disperazione: Thom si era invaghito di una ragazza che incontrava spesso in un bar, ma che neanche lo degnava di uno sguardo. Stando al libro Radiohead: Hysterical and Useless, una notte Thom si ubriacò pesantemente, confessando alla ragazza la sua attrazione. Tuttavia, vuoi per l’alcol, vuoi per la sua personalità, non fece proprio una grande impressione. Da qui il concetto di sentirsi un reietto agli occhi di una donna bellissima e fuori dalla sua portata. 

Dal punto di vista musicale Thom Yorke si era ispirato alla melodia di The Air That I Breathe, brano dei The Hollies uscito nel 1972, scritto da Albert Hammond e Mike Hazlewood. A causa della palese somiglianza tra le due canzoni, dopo il successo di Creep negli anni ‘90, Yorke dovrà versare ai due parte delle royalties.

Ah, se il nome Albert Hammond vi suona familiare è perché questi è il padre di Albert Hammond Jr., il chitarrista dei The Strokes. Ma questa è un’altra storia. Torniamo alla genesi.

Anni dopo la prima stesura, nel formare un primo nucleo degli On A Friday (si chiamavano così perché provavano di venerdì), Thom propose la canzone al bassista Colin Greenwood. Il brano resterà nel cassetto per qualche tempo, almeno fino a quando la neonata band non deciderà di cambiare nome, ispirati dal brano Radio Head dei Talking Heads, in Radiohead.

“Ragazzi, ma questa la lasciamo fuori?”

Nel 1992, quando i Radiohead erano in studio per registrare Pablo Honey, il loro primo album, neanche avevano preso in considerazione di inserire Creep nel disco. Anzi. Paradossalmente, quello che diventerà il primo singolo e il brano di maggior successo della band, doveva restare addirittura fuori dalla tracklist. Nei piani originali di Thom Yorke e soci, per il singolo di lancio, la scelta era tra Inside My Head e Lurgee. Sarà il produttore Paul Q. Kolderie a convincere la band a registrare Creep e, in seguito, a sceglierla come singolo. Ci aveva visto giusto, no?

La canzone che portò il grande successo li portò sull’orlo dello scioglimento

Creep ebbe un successo assolutamente inaspettato, soprattutto in USA e Israele. Il brano divenne un vero e proprio inno per una generazione di ragazzi che si sentivano insicuri e non accettati. Un urlo che diceva “sono così, sono strano, fatevene tutti una ragione”

Non passò molto tempo prima che quell’enorme successo cominciò a stare stretto ai Radiohead, per i quali Creep era una canzone autoindulgente e smielata. Anche troppo. Thom Yorke, giocando con l’assonanza tra le parole, arrivò a chiamarla “Crap”, letteralmente m*erda. Altre fonti interne invece affermano che le tre schitarrate distorte fuori tempo che anticipano il ritornello fossero un tentativo di Jonny Greenwood di sabotare quella melodia, che egli considerava troppo “fiacca”. Paradossalmente, proprio quegli accordi rabbiosi la resero ancor più iconica.

Il successo di Creep causò anche conflitti interni. I Radiohead si sentivano frustrati in quanto ovunque tutti gli chiedevano di suonare quella canzone. Ai loro occhi il pubblico dei concerti era interessato solo a quel brano, e il doverlo suonare nelle varie ospitate per promuovere il singolo e il disco non aiutò. Alla fine del tour la band era psicologicamente a pezzi. Del resto si ritrovarono a essere popolarissimi per una canzone che neanche volevano includere nel disco. La frustrazione dominava le loro sessioni di scrittura.

Alla fine, dopo essere stati sull’orlo dello scioglimento, optarono per una soluzione drastica: non avrebbero più suonato Creep dal vivo. Promessa mantenuta per buona parte della loro carriera, salvo sporadiche eccezioni.

Nel 1994, nella canzone My Iron Lung, Thom Yorke racconta il suo rapporto con Creep, alludendo al brano come al “polmone d’acciaio” nel quale i Radiohead erano stati obbligati a vivere per sopravvivere.

Il significato di Creep dei Radiohead: dentro al testo

When you were here before
Couldn’t look you in the eye
You’re just like an angel
Your skin makes me cry

Riprendendo l’aneddoto di Thom Yorke infatuato di una ragazza che neanche lo guarda, la prima strofa ci introduce al senso di inadeguatezza di un uomo al cospetto di una donna bellissima. Talmente bella che lui non riesce neanche a guardarla negli occhi. Può solo ammirarne la bellezza.

You float like a feather
In a beautiful world
I wish I was special
You’re so fuckin’ special

Ai suoi occhi la donna è talmente graziosa che sembra fluttuare per strada. Una sorta di sogno onirico che lo strappa dalla miseria della sua vita squallida. Vorrebbe essere bello come lei, per sentirsi al suo livello.

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Nella versione dell’album, Thom Yorke canta: “Sei così fot*utamente speciale”. La frase è stata censurata nelle radio, per le quali i Radiohead hanno dovuto fornire un testo edulcorato. Nella versione radio edit Yorke canta “you’re so very special”. Il cantante ha sempre espresso il suo disprezzo per la modifica al testo, asserendo che questa disturba il sentimento del brano, che dovrebbe essere rabbioso.

But I’m a creep
I’m a weirdo
What the hell am I doing here?
I don’t belong here

Il ritornello, anticipato da quelle tre schitarrate totalmente storte del più piccolo dei fratelli Greenwood, si apre in un urlo di rabbia. Lei è stupenda mentre lui è un tipo strambo, inadatto, totalmente fuori contesto. Si chiede cosa ci fa nello stesso mondo di un angelo. Il tutto con una rabbia dirompente, sottolineata dalle chitarre distorte in sottofondo.

I don’t care if it hurts
I wanna have control
I want a perfect body
I want a perfect soul

La seconda strofa è tutto un immaginarsi come non si è: voglio avere il pieno controllo delle mie emozioni, sentirmi sicuro, con un corpo perfetto e un’anima perfetta.

I want you to notice
When I’m not around
You’re so fuckin’ special
I wish I was special

Il tutto per diventare un qualcuno che lei semplicemente è in grado di notare.

She’s running out the door
She’s running out
She run, run, run, run
Run

In un crescendo di emozioni, Thom Yorke ci regala uno dei climax vocali più iconici della storia della musica, mentre ci racconta di lei che scappa via da lui, probabilmente dopo che lui ha provato ad avvicinarla. Del resto, nella storia reale, lui si è avvicinato a lei da ubriaco, il che probabilmente l’ha spaventata.

Nelle versioni live Thom Yorke era solito cambiare il testo da “She’s running out the door” in “She’s running out again”. Inoltre, questa specifica parte, è una delle sezioni che più hanno alimentato le accuse di plagio rispetto a The Air That I Breathe dei The Hollies.

Whatever makes you happy
Whatever you want

In un’ultima straziante strofa, l’uomo prende atto della sua condizione. Lei è scappata via perché lui le fa paura. Se sei felice senza di me, così sia.

Nel video ufficiale di Creep appare un giovanissimo Four Tet

Il video ufficiale di Creep è stato diretto da Brett Turnbull in un club di Oxford chiamato The Zodiac. Tra le comparse è possibile notare un giovanissimo Kieran Hebden, che anni dopo, nel 1997, diventerà uno dei DJ e producer più apprezzati del mondo con lo pseudonimo di Four Tet.

Le versioni live e le cover: da Prince a Vasco Rossi

Come detto, i Radiohead si sono rifiutati di suonare Creep per buona parte della loro carriera. Tuttavia, tra video del primo tour e sporadiche versioni live più recenti, in rete è possibile trovare clip della band che suona il brano. Nel video sotto è presente un commento che ci è piaciuto molto. Un utente ha scritto: “si, sono fan dei Radiohead, e sono stanco di fingere che questa canzone non mi piaccia”.

Se da una parte i Radiohead sono stati molto reticenti nel suonare Creep dal vivo, molti altri artisti hanno invece omaggiato questa canzone senza tempo. Tra le cover meglio riuscite segnaliamo quella di Prince al Coachella 2008. Durante quella stessa esibizione Prince omaggiò anche Come Together dei Beatles.

Creep è parecchio nota anche tra i fan di Vasco Rossi, in quanto nel 2009 il Blasco l’ha riscritta in italiano con tanto di benedizione da parte di Thom Yorke. La versione di Vasco è arrangiata tre semitoni sotto e si chiama Ad Ogni Costo.

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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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