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Alfa Romeo e l’innovazione che passa dagli NFT – Intervista a Daniel Tiago Guzzafame

In questi ultimi anni la tecnologia di blockchain e le sue applicazioni, non solo le criptovalute, si è conquistata prepotentemente l’attenzione di molte aziende. Gli NFT (Non-Fungible Token), in particolare, vengono utilizzati in quei contesti in cui occorre attribuire in maniera inequivocabile la paternità di un asset digitale. Tra le aziende che ne fanno uso troviamo anche Alfa Romeo che, con la Tonale, fa diventare gli NFT uno strumento di certificazione dello stato del veicolo. Per capire da dove arriva l’idea e di cosa s tratta esattamente, siamo andati a intervistare Daniel Tiago Guzzafame, responsabile Alfa Romeo Product.

Buongiorno ingegnere. Innanzitutto, grazie per averci concesso questa intervista.

Per i nostri lettori che ancora non la conoscono, ha voglia di raccontare brevemente di lei e del percorso che l’ha portata alla sua attuale carica in Alfa Romeo?

Io nasco come ingegnere aerospaziale con il sogno di diventare astronauta. In realtà, più che diventare astronauta di lavorare nel mondo dell’aerospazio. Dopo una serie di esperienze internazionali in ambito aerospaziale ho deciso di spostarmi nel mondo dei treni prima e dell’automotive subito dopo.

Sono entrato nel mondo Stellantis, allora Fiat, nel 2006; dove mi sono state date molte opportunità di crescita sia professionale che personale. Nel 2009, con la fusione di Fiat e Chrysler, sono andato a Detroit, dove sono rimasto fino al 2012, anno in cui sono tornato in Italia. Una volta di nuovo a casa, ho lavorato su una serie di sviluppi di vetture dei vari brand tra cui anche il progetto Giorgio di Alfa Romeo. Appena c’è stata l’occasione, dopo varie mansioni sia tecniche che manageriali, nel 2020 sono entrato nel mondo del planning e poi, nel 2021, nel team di Alfa Romeo. Ora, da quasi due anni, sono responsabile del prodotto di Alfa Romeo.

Ho un background molto più tecnico che commerciale, come ci si aspetterebbe nella mia posizione. Ma questo mi permette di avere anche quelle interazioni e quella guida che sono la grande particolarità del mondo Alfa Romeo.

Alfa Romeo sta proponendo un uso innovativo degli NFT in campo automotive. Ce ne può parlare?

L’idea è nata circa a metà dell’anno scorso, nel momento di picco degli NFT per come il grande pubblico li conosce. Era già chiaro che dietro c’è una tecnologia molto interessante dal punto di vista delle potenzialità, ma era altrettanto chiaro che dal punto di vista del business molte cose andavano ancora chiarite. Il tema per noi era come sfruttare la tecnologia della blockchain in modo che avesse un valore tangibile. Di fatto, ci sono diverse strade percorribili in grado di ampliare la nostra strategia aziendale e, ovviamente, l’applicazione prima su Tonale e poi su Giulia Stelvio è parte di un percorso più ampio.

Tutto il discorso è partito dai dati. Oggi, se pensiamo al nostro telefono, non siamo più tanto preoccupati dell’hardware, che possiamo facilmente riparare o sostituire, quanto dei dati che sono custoditi al suo interno. Nel mondo dell’automobile questo concetto non è ancora pervasivo come in altri oggetti che usiamo regolarmente, ma è sicuramente all’orizzonte. Mano a mano che le vetture sono sempre più connesse e gestiscono moli sempre più grandi di dati, alcuni anche molto personali, diventa importante passare da una sicurezza intesa in modo fisico a una che riguarda anche i dati gestiti dalla vettura.

Oggi un cliente non ci chiede più se una vettura è sicura, ma lo da per scontato. La stessa cosa deve essere il so software che governa il veicolo. Questo è un percorso che, di fatto, sta iniziando; e la blockchain si inserisce proprio all’interno di questa trasformazione legata ai dati. Ovviamente, si tratta di una transizione molto lunga in termini di tempo.

La domanda che ci siamo fatti è stata quindi come potevamo iniziare a portare questa tecnologia su qualcosa che oggi chiunque comprende e che sia in grado di dare un valore aggiunto. Le risposte sono state due; la prima è, banalmente, il valore residuo della vettura mentre la seconda è la garanzia che una vettura faccia parte di una serie speciale o limitata. La blockchain ci può fornire un sistema non corruttibile (neanche da noi) per la gestione dei dati di una vettura. Questo permette di certificare i dati di produzione e gli equipaggiamenti originali; tutte informazioni che oggi il cliente finale non possiede in forma certa. La nostra intenzione non è fornire un documento digitale che potrebbe essere manipolato ma qualcosa che sia certificato e incorruttibile.

Abbiamo deciso di dare ai dati la struttura di un NFT perché risultava la forma più semplice con cui non solo gestirli ma anche trasferirli in caso di compravendita.

Ci tengo a sottolineare che il processo non è stato quello di prendere gli NFT e capire che cosa farci quanto l’esatto opposto: siamo arrivati all’NFT perché ci sembrava lo strumento migliore per fare questo tipo di operazione. Siamo partiti con Tonale nella prima metà dello scorso anno e ora stiamo aggiungendo delle funzionalità. Il bello di questa tecnologia è la possibilità di fare aggiornamenti in maniera continua anche per chi ha già acquistato la vettura. Un esempio è l’aggiornamenti al sistema NFT di Tonale per il tracciamento della modalità di alimentazione del motore ibrido. Questo può avere un valore molto alto per un’azienda che possiede un parco auto perché la mette in condizione di dimostrare se ha raggiunto o meno i suoi obiettivi di sostenibilità ambientale. Molte altre estensioni sono previste in arrivo nel 2023.

guzzafame alfa romeo nft presentazione
Foto di Gian Mattia D’Alberto / LaPresse

La tecnologia degli NFT è sicuramente bene accolta dai giovani, ma che tipo di riscontro avete da chi ha qualche anno in più?

Questo è un tema a cui, ovviamente, avevamo pensato visto che il target di età dei nostri clienti si colloca in una fascia medio-alta. Devo però dire che la risposta è stata abbastanza sorprendente. Per questa specifica applicazione, infatti, da una parte c’è la nuova tecnologia ma dall’altra si vanno a toccare le corde di clienti che già hanno avuto esperienza di acquisto e vendita di vetture. Questo porta a un bilanciamento abbastanza paritario. Sicuramente ci sono delle barriere diverse in base alla fascia d’età; però l’interesse devo dire che è molto bilanciato.

Il sistema di NFT e blockchain si integra con questa vostra nuova tecnologia che avete battezzato telematics box. Che cosa può dirci a riguardo?

Telematic box è di fatto un dispositivo che si occupa della gestione dei dati e della connettività. Ricordiamoci anche che, di fatto, in Europa, una centralina per le chiamate di emergenza è obbligatoria su tutte le autovetture nuove da circa un anno e mezzo. La telematic box assolve questo compito ma fa anche molto di più, perché permette di accedere a tutti i nostri servizi online.

Con l’aggiunta degli NFT, l’utente ha la facoltà di condividere a livello di blockchain una serie di dati che servono a definire quello che è l’utilizzo della vettura. Su questo aspetto è molto importante per noi la questione del libero arbitrio. La scelta se condividere o meno i propri dati è, come è giusto che sia, nelle mani dell’utente e telematic box non deve essere vista come uno strumento di controllo ma come una opportunità di integrazione.

La telematic box ci permette di fornire servizi a valore aggiunto a 360 gradi. Ad esempio, lo sblocco del bagagliaio nel momento in cui mi viene consegnato un pacco e io voglio che mi sia depositato direttamente in auto. Altra possibilità è l’attivazione del riscaldamento/condizionatore da remoto per arrivare in macchina con una temperatura già accettabile.

Da quello che sappiamo state anche investendo molto in cybersecurity per l’automotive, argomento che guadagna sempre più attenzione. Può condividere con noi qualche dettaglio?

La cybersecurity è per noi un altro dei punti chiave. Perché, come dicevo anche prima, il tema della protezione dei dati ci interessa e ci tocca sempre più da vicino.

Questo vuol dire, innanzitutto, la protezione della vettura, ovverosia assicurarsi che è l’autisca a controllarla e non un entità esterna. Abbiamo deciso di iniziare su Tonale questo percorso perché ci crediamo molto e visti anche gli scenari sociopolitici che si stanno delineando a livello mondiale. È noto, infatti, che la circolazione di un veicolo può essere soggetta a restrizioni in alcuni paesi dipendentemente da dove è stato fabbricato. Questo è comprensibile, perché la dotazione sensoristica di un’automobile moderna è tale da renderla sfruttabile per scopi anche diversi da quelli per cui è stata progettata.

All’interno di Stellantis abbiamo una nostra regolamentazione per quanto riguarda la cybersecurity visto che, diversamente da altri ambiti, come ad esempio la guida autonoma, non esiste una regolamentazione a livello globale. Per garantire la sicurezza della vettura e dei dati al suo interno inseriamo un gateway, un hardware che rappresenta un punto di passaggio obbligato per i dati e che effettua un monitoraggio continuo del sistema. Il gateway fa uso di una serie di tecnologie proprietarie per, ad esempio, autorizzare gli interventi di manutenzione; che rappresentano uno dei momenti in cui il veicolo è più esposto ad attacchi esterni.

Tutte queste sono applicazioni che noi diamo ormai per scontate in molti contesti (si pensi per esempio a telefoni e PC) ma che nel mondo dell’automotive hanno oggi ancora poco riscontro. Le due realtà, però, si stanno avvicinando molto velocemente. La nostra strategia è quella di guidare questa connessione che, probabilmente, sta avvenendo più rapidamente di quanto pensa l’utilizzatore medio della vettura.

Nel futuro, tra 5 o 10 anni, vede un ecosistema di vetture connesse? Quale è la sua visione?

Direi sicuramente si. Ci sono parecchi studi e, in alcuni casi, anche delle regolamentazioni. In Corea, ad esempio, hanno già legiferato che dal 2035 le autovetture potranno essere omologate solo se a un livello 4 di guida autonoma. Il che vuol dire, a tutti gli effetti, che vogliono un ecosistema di macchine che guidano da sole.

Altro esempio, nel marzo del 2022 l’NHTSA (National Highway Traffic Safety Administration degli Stati Unity) ha deliberato che le vetture con un livello 4 di guida autonoma sono legali su strada anche se sprovviste di pedali e volante. E questo, se ci pensiamo, è un passo molto importante in quanto va a ridefinire il concetto di vettura. Perché le automobili, oggi, sono universalmente legiferate come mezzi di locomozione dotati di volante e pedali.

Per cui, un mondo di vettore connesse è in arrivo, perché la guida autonoma, che già c’è, da sola serve a poco. Un robo-taxi ha senso solo nel momento in cui è connesso e riceve chiamate e indicazioni su dove andare.

Il vero tema da affrontare riguarda le infrastrutture dei centri urbani. Cosa sulla quale, in Italia, c’è ancora un po’ di terreno da recuperare. In questo contesto, a maggior ragione, quelle tematiche di cui abbiamo già parlato relativamente a connessione, consapevolezza e comprensione saranno fondamentali. Soprattutto perché il cambiamento sarà velocissimo rispetto alle costanti ci tempo dell’evoluzione umana.

Purtroppo il tempo a nostra disposizione è terminato. È stato un piacere parlare con Daniel Guzzafame, una persona orientata verso il futuro e con una visione molto chiara di quello che il mondo automobilistico sta diventando. Durante l’intervista non ci ha parlato solo di NFT, ma anche della visione e del percorso e progetto di Alfa Romeo sul lungo periodo. Lo ringraziamo nuovamente, come redazione per averci concesso questa intervista e ci auguriamo di poterlo avere presto nuovamente nostro ospite.

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Dario Maggiorini

Un boomer con la passione dei videogiochi fin dai tempi di rogue e nethack. Alla fine sono riuscito a farne un lavoro sospeso tra Techprincess e l'accademia. Ho speso gran parte della mia vita a giocare, il resto l'ho sprecato.

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