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Trump metterà i dazi anche sui (fondamentali) chip di Taiwan

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Il presidente USA Donald Trump ha annunciato un piano per imporre dazi sui chip prodotti a Taiwan. La mossa mira a incentivare il reshoring della produzione di semiconduttori negli Stati Uniti. Ma nel breve periodo, potrebbe avere impatti enormi su società come Apple, AMD e Nvidia, che utilizza i semiconduttori della taiwanese TMSC per produrre i propri processori. E potrebbe anche avere un peso geopolitico, viste le mire espansionistiche della Cina su Taiwan, finora tenute a freno anche per gli interessi economici globali per i chip.

Trump annuncia dazi sui chip di Taiwan: il possibile impatto

Trump ha dichiarato l’intenzione di introdurre tariffe sulla produzione estera di chip, semiconduttori e farmaci. L’obiettivo è riportare queste industrie strategiche sul suolo americano. “Metteremo dazi sulla produzione straniera di chip per far tornare queste attività essenziali negli USA”, ha affermato Trump durante un incontro con i repubblicani alla Camera. Le tariffe potrebbero arrivare fino al 100% del valore dei prodotti.

Il presidente ha criticato aziende come Apple, AMD, Nvidia e Qualcomm per la loro dipendenza da TSMC, il principale produttore di chip taiwanese. Trump ritiene che i dazi costringeranno le aziende a investire in impianti produttivi nazionali. Ha anche attaccato il CHIPS Act dell’amministrazione Biden, definendolo un “programma ridicolo” che elargisce miliardi di dollari non necessari. Secondo Trump, le aziende dovrebbero usare risorse proprie per costruire fabbriche, senza fondi pubblici. “Non hanno bisogno dei soldi. Hanno bisogno di un incentivo. E l’incentivo sarà che non vogliono pagare il 25%, 50% o anche 100% di tasse”.

L’imposizione di dazi avrebbe effetti immediati, rendendo più costosi PC, server e smartphone negli USA. Anche perché la costruzione di nuovi impianti richiede 3-4 anni e investimenti di decine di miliardi di dollari. Come fa presente Tom’s Hardware, un impianto all’avanguardia di TSMC negli Stati Uniti, se avviato oggi, sarebbe operativo solo nel 2028-2029. Questo sfasamento temporale potrebbe creare problemi all’economia americana nel breve termine.

Cosa cambierà per le aziende tech americane

I dazi potrebbero comunque spingere aziende come Apple, AMD e TSMC a rivedere i loro piani di investimento negli USA. TSMC, che ha già un piccolo impianto negli Stati Uniti, potrebbe accelerare l’espansione della sua presenza nel paese.

Resta da vedere se questa strategia sarà efficace nel lungo periodo. I chip prodotti negli USA sono infatti più costosi di quelli fabbricati a Taiwan, il che potrebbe influire sulla competitività delle aziende americane. E poi c’è la questione cinese: non solo per le mire su Taiwan, ma anche per lo sviluppo sempre più rapido di chip e di AI da parte delle aziende in Cina. Riuscirà l’America a competere anche con i dazi?

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