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Meta punta a decodificare le immagini direttamente dal cervello umano

Meta, l’azienda madre di Facebook, Instagram e WhatsApp, sta lavorando a un sistema basato sull’Intelligenza Artificiale (IA) capace di decodificare le immagini direttamente dall’attività elettrica del cervello umano. Questa tecnologia utilizza la magnetoencefalografia (MEG), una tecnica di neuroimaging non invasiva che misura i campi magnetici generati dalla trasmissione dei segnali neuronali nel cervello con una precisione al millisecondo.

Meta e l’AI per decodificare le immagini direttamente dal cervello umano

Come spiega DDay, i ricercatori di Meta hanno sviluppato un AI capace di ricostruire in tempo reale le immagini percepite ed elaborate dal cervello. Aprendo così la strada a nuove possibilità nell’interazione tra il cervello umano e la tecnologia. Di questa novità ne parla uno studio scientifico scritto da Yohann Benchetrit, Hubert Banville e Jean-Rémi King.

Il sistema di apprendimento automatico utilizza dati provenienti da esami MEG effettuati su volontari. L’obiettivo principale è quello di analizzare dettagliatamente come il cervello umano elabora le immagini che vede, replicando queste elaborazioni con un algoritmo ispirato al funzionamento del cervello.

impianto neurale rimozione chip cervello min

Il sistema di Meta si compone di tre componenti principali: un codificatore di immagini, un codificatore cerebrale e un decodificatore di immagini. Il codificatore delle immagini crea una vasta gamma di rappresentazioni delle immagini indipendentemente dal cervello. Il codificatore cerebrale impara a correlare i segnali MEG con queste rappresentazioni delle immagini. Infine, il decodificatore delle immagini genera un’immagine plausibile basata su queste rappresentazioni cerebrali.

I ricercatori concludono che, sebbene il sistema di IA generi ancora immagini imperfette, i risultati conservano le categorie degli oggetti. Tuttavia, il sistema spesso pecca nella generazione di dettagli di basso livello, con errori nella posizione o nell’orientamento degli oggetti.

Ma il grande vantaggio sta nella rapidità della decodifica delle immagini, che fornisce “istantanee” cerebrali solo ogni due secondi. Questa caratteristica rende il sistema di Meta più adatto per applicazioni come le interfacce uomo-computer.

Sebbene rimangano ancora aperte questioni etiche e di privacy, questo sviluppo tecnologico fa pensare a possibili applicazioni rivoluzionarie nel rapporto uomo-macchina.

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Source
DDay

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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