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Pulire il sensore fotografico

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Scattiamo migliaia di foto con il nostro stile e con la nostra attrezzatura preferita; talvolta si aggiunge qualcos’altro che accompagna le nostre immagini : una macchia fissa sul sensore. Questo ci dice che è ora di pulire il sensore a dovere.

Il problema si presenta un po’ a tutti, sia a chi è più attento nel maneggiare l’attrezzatura che a chi è più disinvolto nell’utilizzarla. È un problema che aumenta con un utilizzo frequente della fotocamera .

La tipologia di macchie è varia con macchie visibili solo su immagini con aree omogenee come il cielo, oppure macchie veramente invadenti che compromettono la qualità dell’immagine.

Possiamo sistemare rapidamente le immagini con un software di editing ma questo implica un lavoro ripetitivo che porta via molto tempo; poter curare il problema è un buon modo per risparmiare tempo.

Lo sporco sul sensore è legato a diversi fattori, possiamo indicare questi :

Un uso frequente di zoom come 18-135 o 70-200 con forte escursione produce una turbolenza che porta spesso aria e polvere dall’esterno. Questo accade di meno su ottiche tropicalizzate e molto di più su quelle standard.

Si pulisce il vetro di protezione , non il sensore stesso

È comune parlare di pulizia del sensore perché sappiamo che il problema è su di esso. Il sensore in realtà è sempre lindo e pulito, quello che è sporco è il vetro superiore che lo protegge. Sul sensore infatti ci sono diversi strati che ne permettono il corretto funzionamento, per esempio il filtro IR per bloccare il passaggio dei raggi infrarossi

Passo 1: pulire il sensore al volo con auto-pulizia

Il primo step è quello di attivare diverse volte il sistema di auto pulizia interno della fotocamera. Nei menu di manutenzione della fotocamera (di solito con l’icona di una chiave inglese) troveremo la voce corretta. Possiamo ripetere l’operazione diverse volte con il consiglio di tenere la fotocamera rivolta verso il basso , senza ottica ne tappo di protezione. In questo modo la polvere dovrebbe uscire dal corpo della fotocamera e cadere fuori.

Questo meccanismo è in grado si “scrollare” via le particelle più leggere. Il risultato è buono ma non è la soluzione fondamentale.

Passo 2: aria compressa o pompa manuale

Questo passo è più delicato e prevede un po’ di attenzione. L’idea è quella di soffiare un getto di aria sul sensore per spostare con più forza le particelle.

Il sistema più semplice è quello di usare una pompetta manuale per la camera oscura. Il getto è sempre delicato e non si esaurisce mai. Va considerato che la pompetta spruzza aria che prima aspira dall’ambiente e quindi potrebbe contenere altra polvere.

Le bombolette di aria compressa contengono solo aria filtrata e quindi non vanno ad aggiungere altro. Sono pratiche ma hanno bisogno di una particolare attenzione: si usano tenendole in verticale. Se per distrazione le incliniamo uscirà il propellente assieme al getto d’aria; questo porta alla formazione di un velo di ghiaccio all’interno della fotocamera, con rischi gravi per l’elettronica. È per questo motivo che alcune aziende sconsigliano la pulizia del sensore con le bombolette.

La posizione più sicura per l’uso della bomboletta è messa in verticale, con la cannuccia rivolta verso l’alto e la fotocamera come da esempio

Per le prime volte è meglio farsi aiutare da qualcuno che sorreggerà la fotocamera rivolta verso il basso e noi, piegando la cannuccia di plastica della bomboletta, dirigeremo il getto verso l’alto.

Passo 3: pulire il sensore manualmente

Questo è il metodo usato dai laboratori professionali. È poco pratico farlo sul campo , per le prime volte è meglio farlo con calma a casa. La tecnica prevede questi passaggi:

La verifica dello sporco sul sensore è un sistema che ci da un’analisi dettagliata di tutti gli elementi che stanno disturbando le nostre immagini. Spesso infatti ci sono più punti compromessi di quanto normalmente si possa vedere. La procedura prevede un software Adobe come Bridge, Photoshop o Lightroom, vediamo come fare i primi passi:

Con Adobe Camera Raw è facile trovare tutto lo sporco

Ora è il momento di fare la verifica visiva. Trasferiamo l’immagine appena scattata sul computer e apriamola con uno dei programmi sopra citati; ognuno di essi farà partire Adobe Camera Raw, l’interprete raw che ogni programma Adobe usa per gestire i file raw; Lightroom lo usa come base. I passaggi successivi sono questi:

Adobe Camera Raw – Spot Removal

In questo modo abbiamo una mappa precisa del livello di sporcizia sul sensore. Sarà importante per valutare il nostro livello di pulizia. Chiudiamo il software e riposizioniamo la memoria nella fotocamera per la pulizia.

La pulizia del sensore con le apposite palette

In commercio ci sono diversi kit per pulire il sensore, si assomigliano un po’ tutti perché in comune hanno delle palette di plastica avvolte in un tessuto-non-tessuto che non rilascia peli. I kit sono venuti in base alle dimensioni del vostro sensore, possiamo avere 5 taglie:

Nel kit è , di norma, incluso il liquido specifico per la pulizia delle superfici di vetro. Non usate altri liquidi! Se usiamo una DSLR dobbiamo avere la batteria ben carica altrimenti la funzione di pulizia manuale del sensore non sarà disponibile mentre per una mirrorless la questione di solito non si pone in quanto il sensore è a vista. Iniziamo questa delicata fase:

Pulizia del sensore , schema

Bene! Abbiamo fatto la nostra pulizia; è il momento di ripetere il test di controllo. Se ci sono ancora dei punti sporchi ripetiamo l’operazione con una nuova paletta. Le palette usate contengono particelle di polvere e non sono più utili per la pulizia.

Quando ci sono dei punti del sensore con sporco ostinato mettete 1-2 gocce in un più su una nuova paletta e aumentate la pressione sul vetro; ricordate che dovete solo fare passaggi avanti-indietro e di evitare di pulire solo localmente il sensore.

Emergenze sul campo quando non si può pulire il sensore

Cosa fare quando non abbiamo con noi nessun kit di pulizia? Possiamo sempre farci aiutare dalla fotocamera con un piccolo trucco. Sulle fotocamere Canon esiste una funzione che si chiama “mappatura della polvere” È uno scatto particolare che registra i punti del sensore che hanno dello sporco sopra. Questi dati saranno usati dal software Canon Digital Photo Professional per applicare una correzione automatica delle nostre immagini.

Per Nikon si usa la funzione Dust-Off e poi la si corregge con Capture NX.

Un’altra tecnica, utile per tutte le marche, consiste nel fotografare qualcosa di molto omogeneo e neutro, come il testo vuoto per la prova dello sporco appena visto. Questa immagine potrà essere usata dal programma Capture One e la sua funzione “LCC“, che permette la correzione di cromie ottiche e di polvere sul sensore.

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