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Twitter è prossima al fallimento? Secondo Musk non è da escludere

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Che ormai Elon Musk sia imprevedibile nella sua politica per Twitter non è più un mistero, ma che ne paventasse il fallimento è sicuramente uno shock.

Dopo i primi progetti e migliaia di licenziamenti comunicati in modo del tutto discutibile, Musk si è personalmente rivolto ai dipendenti rimasti con un messaggio tutt’altro che roseo: “bankruptcy is not out of the question“, ovvero “la bancarotta non è fuori questione“.

A lanciare la notizia sono stati The Information e Platformer, una indiscrezione che fa di certo temere per il futuro della piattaforma.

Cosa ha fatto delineare all’orizzonte la possibilità del fallimento di Twitter

Se i detrattori di Musk sono pronti ad addossargli totalmente ogni colpa, allora farebbero bene a fare un passo indietro. La crisi di Twitter, per quanto alimentata dall’acquisizione del patron di Tesla, ha radici ben più profonde: è dal 2019, infatti, che l’azienda non realizza profitti.

A questo bisogna sicuramente aggiungere le azioni che da un paio di settimane stanno rendendo le cose ancora più difficili per Twitter: da quando Musk l’ha formalmente comprata, le entrate pubblicitarie sono calate nettamente, mentre tanti inserzionisti hanno deciso di ritirarsi.

Conti alla mano, secondo Elon Musk nell’arco del 2023 Twitter potrebbe perdere addirittura diversi miliardi di dollari, registrando un flusso di cassa negativo.

Twitter Blue potrebbe salvare la piattaforma dal fallimento?

Stando sempre alle indiscrezioni pubblicate da The Information, nell’incontro di Musk con i dipendenti il nuovo CEO avrebbe difeso la scelta relativa all’aumento di Twitter Blue.

Per Musk rappresenterebbe il suo rischiatutto, ovvero l’unico modo per salvare Twitter e mantenerlo ancora in vita. Tuttavia le cose potrebbero non andare come sperato: l’annuncio dell’aumento ha scatenato numerosi malumori su Twitter, specie dopo aver obbligatoriamente legato la spunta blu, segno di riconoscimento di account ufficiali, proprio a Twitter Blue.

Infatti, di tutta risposta, sono spuntati numerosi account parodia in tutta la piattaforma, account che Musk ha voluto debellare immediatamente, ordinando ai dipendenti di stanare e bannare i “truffatori”.

Musk infligge un nuovo colpo allo smart working

Non sono nuove le posizioni di Musk relative allo smart working. La sua filosofia in merito è stata subito estesa anche Twitter: difatti il nuovo CEO ha messo subito in chiaro che si aspetta che i dipendenti lavorino dall’azienda. Contrariamente, come riferito da Zoe Schiffer di Platformer, “se riesci a essere fisicamente l’ufficio e non ti presenti, sappi che le dimissioni sono accettate“.

Si tratta di una inversione di tendenza dopo che, nel 2020, la vecchia dirigenza abbracciò lo smart working concedendo ai dipendenti di lavorare da qualunque luogo e non necessariamente in ufficio.

Dopo i licenziamenti, arrivano le dimissioni

Da quando l’azienda è passata sotto il controllo di Elon Musk, sono tante le dimissioni che si stanno susseguendo da qualche giorno.

Nonostante siano sopravvissuti al taglio imposto del nuovo CEO, il Chief Information Security Officer, il Chief Privacy Officer e il Chief Compliance Officer hanno ugualmente deciso di rassegnare formalmente le proprie dimissioni. A seguire questa tendenza ci sono stati anche Yoel Roth, Head of trust and Safety di Twitter, e Robin Wheeler, Vicepresidente delle soluzioni client.

Ironia della sorte, entrambi, il giorno prima, avevano affiancato Musk in una riunione volta a tranquillizzare gli inserzionisti.

Le prossime giornate si prospettano più calde che mai per Twitter e per gli utenti. Quale sarà il vero futuro della piattaforma? Probabilmente solo il tempo potrà dircelo.

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