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L’Unione Europea si dice preoccupata per la gestione di Twitter e minaccia sanzioni

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I legislatori dell’Unione Europea hanno mostrato preoccupazione a seguito della sospensione arbitraria di alcuni account di giornalisti da parte di Twitter. Tutto è cominciato ieri – 15 dicembre – quando alcuni giornalisti hanno cominciato a lamentare l’impossibilità di accedere ai propri account Twitter, apparentemente sospesi senza preavviso.

La lista dei giornalisti sospesi comprende anche penne di importanti giornali, come Drew Harwell (del Washington Post), Ryan Mac (New York Times) e Donie O’Sullivan (CNN).

L’Unione Europea minaccia Twitter di sanzioni?

Questa mattina Věra Jourová, vicepresidente dell’UE per i valori e la trasparenza, ha scritto proprio su Twitter un messaggio di avvertimento nei confronti di Elon Musk. Jourová ha ricordato al CEO di Tesla che ci sono delle leggi in merito alla libertà di espressione, minacciando ripercussioni sotto forma di sanzioni. Nel tweet si legge:

“Le notizie sulla sospensione arbitraria dei giornalisti su Twitter sono preoccupanti. Il Digital Services Act dell’UE richiede il rispetto della libertà dei media e dei diritti fondamentali. Questo è rafforzato dal nostro #MediaFreedomAct. @elonmusk dovrebbe esserne consapevole. Ci sono linee rosse [leggi da seguire]. E sanzioni in arrivo”.

Ai sensi del regolamento citato, l’UE potrebbe disporre sanzioni fino al 6% del fatturato globale della società incriminata. Non solo: l’Unione Europea, in caso di violazioni accertate, potrebbe obbligare Twitter ad adottare sistemi che garantiscano la pluralità di informazione. In casi estremi è previsto anche l’oscuramento del servizio (in questo caso Twitter) nei Paesi dell’Unione.

La versione di Elon Musk

Elon Musk ha affermato che gli account sono stati sospesi coerentemente con le nuove politiche di doxxing della piattaforma, introdotte lo scorso mercoledì. Il regolamento anti-doxxing mira a vietare la condivisione di informazioni sulla posizione dal vivo degli utenti. Una mossa che ha portato alla chiusura del profilo @ElonJet – che, da giugno 2020, riporta la posizione in tempo reale del jet privato di Musk.

Cosa c’entra questo con i giornalisti? Beh, qui le cose diventano leggermente più confuse. Secondo Musk, a inizio settimana, alcuni giornalisti avrebbero seguito l’auto a bordo della quale c’era suo figlio. Resta tuttavia da spiegare in base a cosa egli abbia collegato il doxxing ai giornalisti in questione. Secondo Elon Musk, Drew Harwell del Washington Post, uno dei giornalisti sospesi, avrebbe condiviso dei post di @ElonJet, ricondividendo quindi anche la posizione esatta del jet privato di Elon Musk.

Fatto sta che Musk non vede di buon occhio i giornalisti. In una chat su Spaces, il servizio di streaming audio di Twitter, Musk ha dichiarato (via Tech Crunch):

“Non ci sarà alcuna distinzione in futuro tra giornalisti, ‘i cosiddetti giornalisti’, e le persone comuni. Tutti saranno trattati allo stesso modo. Non sei speciale perché sei un giornalista. Sei solo un utente di Twitter, sei un cittadino come gli altri. Quindi nessun trattamento speciale. Fai doxx? Vieni sospeso. Fine della storia.”

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