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In Ucraina un gruppo di cineasti chiede il boicottaggio culturale della Russia

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Oleg Sentsov, regista ucraino condannato a 5 anni in Russia per terrorismo dopo aver manifestato contro l’annessione della Crimea.

Sette cineasti ucraini sollecitano in boicottaggio culturale della Russia come conseguenza dell’invasione dell’Ucraina. “Bisogna ripulire il mondo dalla propaganda di uno stato terrorista” dicono.

L’appello: “L’Ucraina ha bisogno di aiuto: boicottiamo la cultura della Russia”

Sono almeno sette i registi ucraini che hanno unito le loro voci per chiedere un boicottaggio della cultura russa nel nome del bene comune. Tra questi troviamo Roman Bondarchuk (regista di Volcano), Alina Gorlova (This rain will never stop), Valentyn Vasyanovych (Atlantis) e Nariman Aliev (Homeward), che al The Guardian hanno spiegato la loro posizione. “Gli ucraini stanno difendendo la loro libertà e il proprio diritto di esistere” dichiara Bondarchuk. Il cineasta ha anche criticato aspramente la cantante lirica russa Anna Netrebko, che ha recentemente annullato i propi spettacoli al Met a New York. “Abbiamo bisogno di aiuto. È necessario limitare l’influenza della cultura russa nel mondo. Una cultura che ha preparato le basi ideologiche di questo conflitto. Aiutate l’Ucraina a sopravvivere a questa guerra”.

Vasyanovych – il cui film Atlantis è stato presentato in anteprima alla Mostra del cinema di Venezia nel 2019 – ha dichiarato: “Abbassiamo la cortina culturale di ferro attorno alla Russia. Bisogna fermare ogni collaborazione culturale con i rappresentanti di un paese terrorista, che minaccia di distruggere il mondo intero. È necessario interrompere ogni comunicazione con i registi che continuano a vivere nel paradigma sovietico e che promuovono messaggi avvelenati dall’ideologia imperiale”.

Nariman Aliev, il cui film Homeward narrava proprio la difficile situazione dei tartari di Crimea, aggiunge: “[La Russia] non si vergogna più di attaccare un paese sovrano davanti agli occhi del mondo. Non ha alcun diritto o motivo per farlo. La cultura russa è sempre stata uno strumento per legittimare tutti i crimini commessi dalle loro autorità. Il boicottaggio del cinema e della cultura russa è un tentativo di ripulire il mondo dalla propaganda di uno stato terrorista”.

Si uniscono a questa visione anche il regista Oleg Sentsov e il produttore Denis Ivanov. Sentsov nel 2014 è stato condannato a 5 anni in Russia per terrorismo, dopo aver organizzato una manifestazione contro l’annessione della Crimea. Il suo rilascio è avvenuto nel 2019 ed è attualmente un riservista della guardia nazionale ucraina. “La mia patria è bombardata senza pietà – ha scritto in un post – bombardata dalla terra, dal mare e dall’aria. Le bombe russe stanno cadendo sulle teste bambini ucraini. Abbiamo bisogno del sostegno di tutti: anche intellettuali e artisti. Di persone pronte ad opporsi al sanguinoso regime di Putin. Persone che reputano la vita umana più importante di ogni altra cosa. Chiedo il vostro sostegno per il boicottaggio del cinema russo, in tutte le sue forme”. 

Ivanov, produttore peraltro del film Donbass di Sergei Loznitsa, ha scritto in una lettera aperta: “Questa che è nata come una guerra di aggressione da parte dei russi si è trasformata in una guerra per l’indipendenza e per i diritti umani. Chiedo il boicottaggio del cinema russo in tutti gli eventi cinematografici internazionali. Basta fare affari con la Russia di Putin”.

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