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Un viaggio tra i più iconici personaggi di David Bowie a sei anni dalla morte

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Il 10 gennaio 2016 David Bowie non è morto: ha solo deciso di tornare al pianeta alieno da cui proveniva, con una valigia piena di tutti i suoi iconici personaggi. Noi gli rendiamo omaggio così.

Da Ziggy Stardust al Profeta Cieco: David Bowie attraverso i suoi personaggi

A questo mondo ognuno ha le sue convizioni. C’è chi crede che la Terra sia piatta e vaglielo a spiegare che nel 1969 siamo stati sulla Luna. Poi c’è chi è assolutamente convinto – e qui sconfiniamo nell’incontestabile campo della fede – che Diego Armando Maradona sia una divinità mandata tra gli uomini a insegnare il calcio. Nella cerchia di chi difficilmente riesce a distinguere la realtà dal mito, ci siamo anche noi fan di David Bowie. Chi vi scrive, ad esempio, è fermamente convinto che colui che nacque col nome di David Jones, a Londra, nel 1947, sia in realtà un alieno atterrato sul nostro pianeta. E quelli come me sono altrettanto convinti che l’uomo che cadde sulla Terra – tanto per citare un suo film – quel 10 gennaio del 2016 non sia realmente morto, anzi, abbia solo deciso di tornare nella sua dimensione, dopo aver incantato gli umani per 69 anni.

Per celebrare i 6 anni dal suo abbandono del nostro pianeta, abbiamo deciso di raccontarvi alcune delle sue mille personalità. Per scelta editoriale non tratteremo i suoi ruoli cinematografici, in quanto di Bowie, ci perdoneranno i cinefili, ci interessa soprattutto per la sua personalità sul palco e la sua musica. Dopotutto parliamo di uno degli artisti più camaleontici della storia, come se la sola musica non bastasse ad esprimere tutta la sua straripante creatività. Allacciate le cinture: oggi viaggiamo tra le stelle.

Ziggy Stardust

Dopo un iniziale successo con Space Oddity, il giovane Bowie fatica ad imporsi sul mercato discografico. La svolta e il successo definitivo arrivano nel 1972, quando l’artista inglese pubblica un disco pazzo. Pazzo nel concetto, nei testi e anche nel titolo. Si chiama The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars e parla di un pianeta, la Terra, sull’orlo di un’apocalisse e di un’umanità che sta per estinguersi. In questo scenario distopico c’è un ragazzo di nome Ziggy, che venuto a contatto con forze aliene si impone come rockstar/messia.

Nell’estate di quell’anno – il 1972 – Bowie si esibisce al programma britannico Top Of The Pops eseguendo quello che sarebbe diventato uno dei brani cardine del disco (e della storia della musica pop): Starman. L’esibizione è importante perchè quel giorno, e per tutte le date del tour, ad esibirsi non è David Bowie, ma Ziggy Stardust, accompagnato dalla sua band: The Spiders from Mars. L’estetica è inconfondibile, Bowie aveva creato un alter ego straordinario e…alieno. 

L’ultima esibizione di Ziggy Stardust risale al 3 luglio 1973, quando per l’ultima data del tour presso l’Hammersmith Odeon di Londra, Bowie decreta la morte del personaggio:

“Quello di stasera è un concerto importante, non solo perché è l’ultimo della tournèe, ma anche il nostro ultimo concerto in assoluto. Grazie.”

Parte del personaggio di Ziggy Stardust sarà da ispirazione per un altro alter-ego: Aladdin Sane. Avete presente l’iconica immagine di Bowie con una saetta sul volto? Ecco: quello lì è Aladdin Sane, personalità dell’omonimo disco del 1973.

The Thin White Duke – Il sottile Duca Bianco

Dismessi gli sfarzosi e coloratissimi abiti di Ziggy Stardust, nel 1975 David Bowie attraversa uno dei periodi più difficili della sua vita, complice la decisione di andare a vivere a Los Angeles e l’abuso di alcol e sostanze stupefacenti (polvere bianca tra tutte). Il risultato è un personaggio estremamente cupo ed elegante, che veste principalmente in bianco e nero con i capelli biondi. Insomma dell’immagine glam di Ziggy neanche l’ombra. The Thin White Duke, entrerà nella cerchia di alter ego misteriosi, accattivanti e controversi tanto che, ancora oggi, ci si riferisce a David Bowie con l’appellativo di Duca Bianco

Per uscire dal periodo difficile, Bowie si trasferirà a Berlino, dove oltre ad aiutare Iggy Pop nel primo suo disco solista (The Idiot, 1977) si rifugerà per scrivere un disco capolavoro, il secondo della trilogia berlinese: Heroes. L’iconica title track nasce infatti nasce in piena guerra fredda, negli Hansa Studio che affacciavano proprio sul Muro di Berlino. La leggenda vuole che Bowie, vedendo due innamorati baciarsi appoggiati al Muro, scrisse il brano, il cui testo recita:

“Io ricordo che ce ne stavamo appoggiati al muro
mentre le bombe e i proiettili volavano sopra la nostra testa

e noi ci baciavamo come se nulla fosse
io e te possiamo essere eroi”

Clicca qui per guardare la performance di Heroes al live AID del 1985.

Pierrot

Inquietante e dark come solo una certa estetica new wave britannica degli anni 80 sa essere, Pierrot è un personaggio che David Bowie ruba alle maschere della Commedia dell’Arte, sebbene interamente decontestualizzato rispetto alla sua figura originaria. Pierrot il clown triste compare per la prima volta nel video di Ashes to Ashes, e sulla copertina di Scary Monsters (and Super Creeps).

Il Profeta Cieco (o Button Eye)

The Blind Prophet è uno dei personaggi più incredibili di David Bowie, ed è anche l’ultimo. Questi appare nei video musicali delle canzoni “Blackstar” e “Lazarus“, dall’album Blackstar. Chiamato anche Button Eye, il personaggio ha i capelli bianchi ed appare ansioso e tormentato. Indossa una benda con dei bottoni al posto degli occhi, simbolo di paura e di oscurità (intesa come morte). 

Ma cosa c’è dietro? Tutto. La carriera, la vita e la morte. L’album Blackstar esce il giorno del suo sessantanovesimo compleanno: l’8 gennaio 2016, due giorni prima della morte di Bowie, che come il più geniale degli artisti ha organizzato la sua uscita di scena. Il personaggio del Profeta Cieco è ossessionato dalla paura della morte, e nei video sembra di volta in volta accettare suo malgrado l’imminente destino. Mai uscita di scena fu più riuscita, come ricorda anche Tony Visconti, storico produttore dell’artista, che subito dopo la morte di David Bowie dichiarò: “La sua morte non è stata diversa dalla sua vita: un’opera d’arte. Sapevo da un anno che questa sarebbe stato il suo modo di andarsene. Non ero preparato, però: è stato un uomo straordinario, pieno di amore e di vita. Sarà sempre con noi. Ora possiamo piangere.”

Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API

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