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Storia (e importanza) delle vaccinazioni

Breve retrospettiva di una delle più grandi scoperte scientifiche della medicina. Tra benefici e paure

I vaccini: qual è la loro storia? Quali malattie hanno debellato le vaccinazioni di massa? E qual è stato l’impatto sociale e psicologico dei vaccini?

Sono domande attuali, oggi che la vaccinazione globale sembra l’unico metodo sicuro per risolvere il drammatico problema del Covid-19. Anche se su quell’aggettivo, “sicuro”, alcuni avrebbero da obiettare.

Vaccini: storia di una straordinaria scoperta

Prima di tracciare un breve profilo storico della vaccinazione, è doveroso ricordare che si tratta forse della più importante scoperta scientifica in ambito medico. Si può discutere degli effetti collaterali di alcuni specifici vaccini, del costo di altri, ma i dati – come vedremo – sono inequivocabili: diverse gravi infezioni sono state definitivamente debellate grazie ai vaccini. Al punto che la loro scoperta, per l’impatto sulla salute, è stata spesso paragonata alla possibilità di accedere all’acqua potabile.

vaccino covid
Healthcare cure concept with a hand in blue medical gloves holding Coronavirus, Covid 19 virus, vaccine vial

La storia dei vaccini: dalle origini alla scomparsa del vaiolo

Un vaccino, ricordiamolo, è un preparato biologico che procura un’immunità acquisita a una specifica infezione. Iniettando una minima quantità di agenti infettivi inattivati si attivano tutti i meccanismi di riconoscimento e difesa da parte del sistema immunitario, che sarà così in grado di eliminare l’agente patogeno se il soggetto immune dovesse essere esposto al contagio.

La scoperta della vaccinazione (o vaccinoprofilassi) risale al 1796, a opera del medico britannico Edward Jenner, per contrastare il vaiolo. Quello specifico vaccino diventerà obbligatorio in Inghilterra nel 1840, e il virus del vaiolo scomparirà nel 1980.

Nel corso dell’Ottocento si sono poi sviluppati altri importanti vaccini contro rabbia, tetano, febbre tifoide e peste bubbonica. Ma è con il secondo vaccino per debellare la poliomielite, sviluppato nel 1957 da Albert Sabin, che hanno inizio le vaccinazioni su scala mondiale. Nel 1967 seguirà la campagna vaccinale globale contro il vaiolo, che come abbiamo visto sarà definitivamente sconfitto tredici anni più tardi.

Il colera a Napoli: l’impatto sociale

Nell’estate del 1973, nell’ambito della settima pandemia di colera, l’epidemia sbarcherà in Campania, Puglia e Sardegna, e l’epicentro sarà Napoli. I casi diagnosticati saranno 278 e i morti 24.

L’impatto sociale del colera sarà notevolissimo per diversi motivi. Intanto perché ingenererà una psicosi che porterà al ricovero (con sintomi spesso sovrastimati) di quasi mille napoletani in dieci giorni.

Poi perché, al contrario di quanto accade oggi, la popolazione di Napoli protesterà vivacemente per il numero inizialmente troppo basso di vaccini messi a disposizione.

Infine perché, per debellare il vibrione del colera, verrà messa in atto quella che è stata considerata la più massiccia operazione di profilassi del secondo dopoguerra. Grazie anche all’utilizzo delle siringhe a pistola, messe a disposizione dalla Sesta Flotta degli Stati Uniti, in una settimana si riuscirà a vaccinare un milione di napoletani.

colera napoli

Vaccini e antivaccinisti

Sin dal lontano 1796 i vaccini hanno avuto i loro detrattori. Ma se la storia dei vaccini ha sempre dovuto fare i conti con posizioni scettiche, è solo negli ultimi anni che il fronte degli antivaccinisti è diventato più ampio e rumoroso.

E ciò nonostante le tesi di chi nega l’importanza delle vaccinazioni vadano palesemente contro le opinioni della comunità scientifica. Per prendere solo un esempio, il più grande studio mai fatto riguardo al legame vaccino-autismo (compiuto dallo Statens Serum Institut di Copenaghen su 657.461 bambini) ha dimostrato che non esiste alcuna correlazione tra autismo e vaccinazione in età pediatrica.

Certo: oggi abbiamo tutti le orecchie tese, cercando di capire la reale entità dei rischi associati al vaccino anti Covid di AstraZeneca. Tuttavia, non avrebbe senso sostituirsi alla comunità scientifica, pronta a vagliare i pro e i contro del farmaco ed eventualmente a bloccarne l’utilizzo.

Ancora meno sensato è farsi tentare dalle sirene del complottismo e delle fake news, e negare la straordinaria importanza sociale delle vaccinazioni. Che, secondo una stima dell’OMS, prevengono ogni anno dai 2 ai 3 milioni di decessi.

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Importanza sociale dei vaccini

La storia dei vaccini è la storia di una scoperta indispensabile per la tutela del singolo e della collettività. I benefici che derivano dalle vaccinazioni non riguardano solo il miglioramento di situazioni cliniche o epidemiologiche, ma sono anche in grado di favorire la crescita economica dei Paesi e la riduzione della povertà.

Senza dimenticare il valore sociale della pratica vaccinale. Ossia il fenomeno della protezione comunitaria ottenibile per molti vaccini, in seguito al raggiungimento di un’elevata copertura immunitaria nella popolazione (la cosiddetta immunità di gregge).

Questo valore sociale delle vaccinazioni si riflette sia su ogni singolo cittadino che sulla comunità. Per la maggior parte delle malattie, elevate coperture vaccinali permettono di contenere la circolazione dell’infezione, garantendo una protezione anche ai non vaccinati. Ne derivano un contenimento dei danni della malattia e delle sue complicanze (morbosità, mortalità, ricorso a cure mediche, ospedalizzazioni), dunque una riduzione dei costi diretti e indiretti.

Oggi più che mai, per via del fenomeno della globalizzazione, le malattie infettive non conoscono confini geografici. L’unico strumento, a parte l’adozione di uno stile di vita che funga già esso da fattore di prevenzione, è la vaccinazione di massa. Utilizzando, inutile aggiungerlo, vaccini gratuiti e ragionevolmente sicuri.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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