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Com’è cambiato: il giornalismo e l’informazione, dalla carta stampata ai social network

L’informazione e il giornalismo hanno subito diverse metamorfosi

Nicholas Tomalin, scrittore e giornalista inglese, affermò che “Le uniche qualità per avere successo nel giornalismo sono un’astuzia da roditore, modi accettabili e un po’ di abilità letteraria”. Se c’è un elemento che la nostra contemporaneità ha totalmente sovvertito è la percezione dell’informazione e di conseguenza anche il giornalismo, che dell’informazione ne è il veicolo principale. Ogni temporalità ha avuto un giornalismo differente, che è stato plasmato dagli spazi di scrittura, dai luoghi in cui esso veniva forgiato, dalla mentalità con cui veniva concepito.

All’interno del saggio seminale sul giornalismo, Il giornalista quasi perfetto, il giornalista David Randall asserisce che esistono due tipi di giornalismo, il giornalismo cattivo, “praticato da coloro che si affrettano a esprimere giudizi invece di scoprire le cose, che si preoccupano più di se stessi che del lettore, che scrivono tra le righe invece che dentro le righe, che scrivono e pensano in termini di formule, stereotipi e cliché”; e il buon giornalismo “che è intelligente, divertente, affidabile dal punto di vista delle informazioni, correttamente inserito nel contesto, onesto nelle intenzioni e negli effetti, usa un linguaggio originale e non serve altra causa se non quella della verità”. 

Com’è cambiato: il giornalismo e l’informazione

giornalismo e l’informazione

Come siano evoluti il giornalismo e l’informazione negli anni è qualcosa che stiamo scoprendo di giorno in giorno, in un mondo nel quale sono incrementati e sono moltiplicati sia i mezzi di comunicazione sia la quantità delle informazioni, sia le competenze. Rispetto al passato, quando la stampa si è sviluppata ed è diventata uno dei mezzi principali per diffondere notizie e giornali, oggi un giornalista non deve solo saper scrivere, o ricercare le fonti, ma deve sapere abilmente lavorare con le statistiche, capire come funzionano i media online, i social media, saper usare il web come strumento di ricerca, ma soprattutto “saper valutare fonti d’informazione sempre più sofisticate e riconoscere chi le manipola, ed essere in grado di produrre un giornalismo più informativo, originale e affidabile di quello dei sempre più numerosi concorrenti”.

In questa rubrica ci addentreremo proprio in questa tematica complessa, ovvero com’è cambiato il giornalismo e l’informazione, come è cambiata la sua percezione e l’approccio dalla carta stampata ai social network. 

Dalla carta stampata ai social network

Partiamo dal presupposto che il giornalismo ha il compito solenne e nobile di indagare la realtà, di raccontarla in ogni sua complessità, veicolando fatti che sono rilevanti, ordinari, utili, anche straordinari, e che seguano una gerarchia. Il primo prodotto giornalistico conosciuto era un foglio di notizie circolato nell’antica Roma, l’Acta Diurna che si dice risalga a prima del 59 a.C. Gli Acta Diurna hanno registrato importanti eventi quotidiani, come i discorsi pubblici. Istituiti da Giulio Cesare, gli acta diurna, non erano altro che avvisi affissi nei luoghi più frequentati. Sebbene nessuna copia di questo documento sia sopravvissuta, è opinione diffusa che siano state pubblicate attraverso di essi cronache di eventi, assemblee, nascite, morti e pettegolezzi quotidiani.

Nel corso della sua lunga e complessa storia, l’informazione e il giornalismo hanno subito molte trasformazioni. Esaminare le radici storiche dei giornali può aiutare a far luce su come si è evoluto nel mezzo poliedrico e versatile che conosciamo oggi. Chi ha creato con esattezza il primo giornale è difficile da indicare e da determinare, anche perché prima di diventare tale il giornale ha attraversato diverse metamorfosi.

Prima dell’avvento della stampa, gli unici mezzi giornalistici erano le lettere mercantili, ovvero annunci di spedizioni o di pagamenti, o ancora notiziari con ragguagli su avvenimenti pubblici, cronache che vennero dismesse del loro carattere prettamente privato o commerciale diventando notizie molto ricercate e lette. Un cambio di rotta avvenne durante il Medioevo, periodo nel quale le notizie erano soprattutto trasmesse attraverso la voce, poiché poche erano le persone in grado di leggerle. Le cronache e le informazioni venivano diffuse attraverso i cosiddetti banditori, individui incaricati di gridare per le strade notizie e ordinamenti.

Gli Acta Diurna e le carte veneziane

giornalismo e l’informazione

Fino al XV secolo le notizie furono scritte da monaci e da cronachisti. A Venezia, il primo foglio di notizie apparve nel 1563, che non era altro che un foglio d’informazione ufficiale, una versione ante litteram del giornale moderno. Questi avvisi o gazzette erano scritti a mano e incentrati sulla politica e sui conflitti militari. Tuttavia, l’assenza della tecnologia della macchina per la stampa limitava notevolmente la circolazione sia degli Acta Diurna che per le carte veneziane. Ma la vera rivoluzione sarebbe sopraggiunta con l’invenzione della stampa a caratteri mobili, ad opera di Johann Gutenberg, nel 1455.

La macchina per la stampa di Johannes Gutenberg aumentò esponenzialmente la velocità con cui i materiali stampati potevano essere riprodotti e ha cambiato drasticamente il volto dell’editoria. Nel 1455, Gutenberg inventò una macchina che consentiva la riproduzione di alta qualità di materiali stampati a una velocità di quasi 4.000 pagine al giorno. Questa innovazione ha limitato il prezzo dei materiali stampati e li ha resi accessibili a un mercato più ampio, trasformando il volto dell’informazione, aprendo la strada al giornalismo moderno e contribuendo all’alfabetizzazione di massa.

I primi giornali settimanali ad impiegare la stampa di Gutenberg sono emersi nel 1609 e si diffusero rapidamente in tutta l’Europa centrale. I primi opuscoli apparvero a Basilea, Francoforte, Vienna, Amburgo, Berlino e Amsterdam, e ancora Inghilterra, Italia, Germania, Ungheria, Polonia, Francia e Paesi Bassi.

La macchina per la stampa e la rivoluzione industriale

La nazione dove si ha la maggiore diffusione e crescita della stampa quotidiana è proprio l’Inghilterra. In Inghilterra, in seguito allo scoppio della guerra civile nel 1641, sulla stampa cominciarono a riversarsi opuscoli e fogli politici e venne pubblicato il primo rapporto ufficiale di cronaca parlamentare: The Heads of Severall Proceedings in This Present Parliament. Il documento alimentò una discussione sulla libertà di stampa che fu poi articolata nel 1644 da John Milton ne l’Areopagitica, un appello con cui sosteneva la libertà di stampa e con cui criticava il ruolo del Parlamento britannico nella regolamentazione dei giornali. Il suo trattato ha avuto un effetto importante sui regolamenti di stampa e in Inghilterra; i giornali sarebbero stati liberati dal controllo del governo e la gente comprese il potere della libera stampa.

Anche in Francia, in seguito alla Rivoluzione francese del 1789, che scioglie la stampa dai vincoli a cui era stata sottoposta, e l’inserimento del principio riguardante la libertà di stampa nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, si può osservare la nascita delle prime forme di giornalismo politico e d’opinione. Fra le pubblicazioni più importanti si ricorda L’Ami du Peuple diretto da Jean Paul Marat.

Con la rivoluzione industriale si assiste alla meccanizzazione della produzione dei mezzi d’informazione, elemento che accresce il mercato della stampa e della stessa pubblicità come nuovo mezzo per finanziare i giornali. All’inizio dell’800, i giornali erano ancora piuttosto costosi da stampare. Sebbene i quotidiani sarebbero diventati più comuni e fornissero informazioni commerciali aggiornate, avevano un prezzo di circa 6 centesimi a copia, ben al di sopra di quello che gli artigiani e gli altri cittadini della classe operaia potevano permettersi.

Il giornalismo e l’informazione: il penny press

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Tutto questo è cambiato poi nel settembre 1833, quando Benjamin Day creò il The Sun. Stampato su piccole pagine in formato lettera, The Sun veniva venduto per solo un centesimo. Con la rivoluzione industriale in pieno svolgimento, mentre la vecchia macchina per la stampa era in grado di stampare molte meno copie all’ora, una versione tecnologicamente migliorata stampava carta a basso costo e in grandi quantità. Day ha ridotto al minimo il formato della carta, ha utilizzato una nuova macchina per la stampa, azionata da una forza motrice a vapore, e ha ridotto il prezzo della carta a un centesimo in modo che più cittadini potessero permettersi il suo giornale, che non era più rivolto solo alle élite. Indirizzando il suo giornale a un pubblico più vasto e mainstream, Day ha trasformato l’industria dei giornali e anche i suoi lettori.

L’emergere del cosiddetto penny press ha contribuito a trasformare il giornale in un vero mezzo di comunicazione di massa. Un altro dei primi penny press di successo fu il New York Herald di James Gordon Bennett, pubblicato per la prima volta nel 1835. Bennett lasciò un segno indelebile nell’industria editoriale introducendo metodi molto aggressivi per raccogliere notizie, pratiche di osservazione e interviste, assumendo corrispondenti esteri e giornalisti di guerra per coprire la guerra civile degli Stati Uniti. Il suo giornale è stato il primo a inviare un giornalista sulla scena di un crimine per assistere a un’indagine. Sebbene l’Herald inizialmente enfatizzasse notizie sensazionali, in seguito divenne uno dei giornali più rispettati del paese.

Penny Press e il giornalismo d’inchiesta

Già nel 1700 esistevano due fonti di ricavo economico per gli editori dei giornali: vendita al pubblico e vendita della pubblicità. Ma la pubblicità era molto limitata e specialistica, e il pubblico dei lettori molto specifico e borghese dati i costi dei giornali. Le cose cambiarono nella prima metà dell’Ottocento, quando i giornali cominciarono a rivolgersi a un pubblico più largo, più ampio. Il 1890 vide l’ascesa dei magnati dell’editoria William Randolph Hearst e Joseph Pulitzer. Entrambi possedevano giornali a New York ed entrambi impiegavano un tipo di giornalismo sensazionalistico, attento allo scandalo e alla spettacolarità, un giornalismo d’inchiesta, cinico, speculativo e progettato per attirare quanti più lettori possibile. Il termine giornalismo giallo risale a quest’epoca, termine che deriva dal nome di un fumetto, The Yellow Kid, pubblicato da Pulitzer.

Come si può ben comprendere, il problema delle fake news non è mai stato una novità, e può essere trovato nella maggior parte dei periodi storici, a partire dal cosiddetto giornalismo giallo, sino ai giorni nostri, con la disinformazione estesa che i social network e Internet hanno contribuito a diffondere.

Alla fine del ‘900 l’avvento di Internet e in seguito dei social network hanno rivoluzionato ogni cosa. Il giornalismo online nasce negli Stati Uniti nel 1992, quando alcune piccole testate giornalistiche decidono di sperimentare il giornalismo su Internet: all’inizio la versione online era sostanzialmente la copia identica della versione stampata. In seguito la tecnologia ha continuato a rivoluzionare il modo in cui i giornali sono stati scritti, editati e pubblicati. I contenuti giornalistici sono diventati gratis, la pubblicità e i formati pubblicitari sono diventati più economici e i lettori sono aumentati, pur non pagando quel che leggono nella maggior parte dei casi.

Il giornalismo e l’informazione, internet e i social

I social media sono diventati talmente necessari e indispensabili che sembra impossibile per i giornalisti e i giornali esistere al di fuori di essi, specialmente sulla scena globale. Le notizie viaggiano veloci e vengono pubblicate pochi secondi dopo che si verifica un evento. I social media hanno cambiato per sempre il volto del giornalismo e l’informazione ha assunto una complessità ancora più determinante nella nostra quotidianità, e anche il ruolo del giornalista è cambiato.

L’accesso alle notizie è diventato più immediato e più semplice e la quantità di contenuti prodotti su internet è aumentato a dismisura. Questi elementi hanno comportato non solo uno scambio sempre più veloce e libero di informazioni e a una circolazione di notizie false e dannose, le fake news, ma hanno di fatto implicato la nascita di una figura all’interno del mondo giornalistico il cui scopo è svelare e smontare le bufale, ovvero il debunker. Nonostante i social media hanno anche fornito ai giornalisti l’accesso a enormi quantità di contenuti da tutto il mondo, i giornalisti faticano sempre di più ad assumere il loro ruolo di garanti della veridicità della comunicazione.

Durante un intervento il giornalista Bruno Manfellotto ha dichiarato: “Un giornale è un luogo di valori che, soprattutto fino agli anni Settanta, dava un’identità precisa ai suoi lettori, facendoli sentire parte di un “pensiero” collettivo, di una comunità. I giornali online spesso non hanno identità ed è sempre bene tenere presente la fonte originaria”.

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Lucia Tedesco

Giornalista, femminista, critica cinematografica e soprattutto direttrice di TechPrincess, con passione ed entusiasmo. È la storia, non chi la racconta.

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