Correva l’anno 2006, davanti a noi Valentino Rossi e Pavarotti per uno shooting fotografico davvero particolare.
In quel periodo la nostra collaborazione con la rivista Rolling Stone (la prima) era a pieno regime ed era normale ricevere una chiamata dall’allora photo editor, Roberta Reineke. Il tutto in un momento in cui il nostro rapporto con l’agenzia Grazia Neri era perfetto, non lasciando presagire quello che in realtà, purtroppo, avvenne 3 anni dopo con la chiusura dell’agenzia stessa. Si chiuse un capitolo – anzi, un libro – fondamentale per la storia della fotografia in Italia.
Ma torniamo alla storia di oggi. A dirigere la testata c’erano non uno ma addirittura due direttori. Non abbiamo mai capito se uno era per tenere a bada l’altro e viceversa o quale fosse il motivo di questa stranezza editoriale.
Fatto sta che uno dei due, Michele Lupi, ha sempre avuto i motori nel sangue e non si sarebbe mai fatto scappare l’opportunità di unire quel mondo fatto di velocità, grasso e odore di benzina a quello della musica. Per le nostre foto, ci mise a disposizione nientepopodimeno che IL MAESTRO Luciano Pavarotti insieme al DOTTORE Valentino Rossi.
Valentino e Pavarotti: le nostre foto nella neve
Una tempesta perfetta, nel vero senso della parola. Eravamo infatti a metà gennaio e faceva un freddo che in confronto oggi, a gennaio, si potrebbe andare in giro in felpina… Per l’occasione, bisognava spostarsi sull’Appennino Tosco Emiliano e scattare delle foto a Valentino Rossi e Pavarotti, i due mostri sacri, insieme, in quello che voleva sembrare un accampamento disperso sui monti.
Diciamo che la ruota della fortuna ovviamente gira sempre per il verso sbagliato e le difficoltà nel far muovere Pavarotti sulla neve fossero evidenti.
Si decise quindi di scattare in un’area accessibile al 4×4 che lo trasportava, facile da raggiungere e non troppo lontano dalla strada principale. Peccato che l’unico luogo con quelle caratteristiche fosse stato spazzato di recente e, nonostante le abbondanti nevicate, fosse completamente pulito. Venne quindi fatto arrivare un gatto delle nevi che potesse velocemente riempire una porzione del piazzale sufficiente all’inquadratura che avevamo deciso.
Il Dottore e il Maestro nelle foto di max&douglas
Dopo aver allestito un falò e sistemati i due sgabelli (mica potevamo far sedere per terra sulla neve Valentino e Pavarotti!), facemmo chiamare i soggetti e li riscaldammo con un bel vin brulé.
Dopodiché, uno shooting veloce, troppo veloce, per ovvie ragioni climatiche, ma che ci ha regalato tante soddisfazioni.
Innanzitutto un’accoppiata di questo calibro non crediamo possa capitare nuovamente in futuro (a meno che Lewis Hamilton non voglia farsi fotografare insieme a Vasco) e poi perché, tolto Valentino col quale abbiamo lavorato diverse volte, conoscere Luciano Pavarotti è stata un’emozione unica.
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Non dimenticheremo mai quei suoi modi pacati e gentili, in netto contrasto con la sua mole nonostante la situazione avversa e francamente difficile. È infatti una delle pochissime foto nostre in cui il soggetto sorride, in qualche modo.
Purtroppo il tempo a nostra disposizione non è stato tantissimo e non abbiamo avuto la possibilità di scattare quanto avremmo voluto e soprattutto di scattare foto al Maestro da solo.
Siamo tuttavia riusciti a ritrarre Valentino da solo.
Di questo strano shooting rimane il rimpianto di aver potuto scattare pochissimo, ma ci portiamo comunque un caldo ricordo di una giornata ghiacciata ma molto soddisfacente sia per la consapevolezza di essere riusciti a risolvere un numero imprecisato di problemi sia per aver avuto l’onore di conoscere un mito. Anzi, due. Perchè “two is megl’ che one”.
E perché la fotografia è anche questo: arricchimento interiore.