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Il Parlamento Europeo approva l’AI Act. Ecco cosa cambierà

Con 499 voti a favore

L’Artificial Intelligence Act europeo, più noto con l’abbreviazione EU AI Act, ha indubbiamente fatto parlare di sé nelle scorse settimane. Nel corso dell’articolo vi diremo in quali misure.

Intanto, è freschissima la notizia per cui l’AI Act è sempre più concreto, dal momento che ha appena (alle ore 13.30 di mercoledì 14 giugno) ricevuto il via libera da parte del Parlamento Europeo.

Ricordiamo anzitutto cos’è l’AI Act, torniamo su questa votazione e vediamo poi perché l’Artificial Intelligence Act negli ultimi tempi è balzato agli onori delle cronache.

L’AI Act

L’Artificial Intelligence Act europeo, o AI Act, è – come possiamo leggere nel sito ufficiale“una proposta di legge europea sull’intelligenza artificiale, la prima legge al mondo sull’IA da parte di un importante organismo regolatore. La legge assegna le applicazioni dell’IA a tre categorie di rischio.”

Abbiamo perso il conto del numero di articoli in cui ci siamo occupati dell’intelligenza artificiale. Dicendo che, soprattutto da quando l’intelligenza artificiale generativa (ChatGPT e Midjourney, per intenderci) ha preso piede, ci si è divisi quasi calcisticamente tra entusiasti e detrattori. Senza badare troppo all’aspetto principale e più urgente: e cioè che una tecnologia dagli enormi potenziali, ma dagli altrettanto enormi rischi, va normata.

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Il via libera del Parlamento Europeo

Normare, appunto. È quanto sta cercando di fare l’Europa. Nella giornata di oggi, mercoledì 14 giugno, il parlamento Europeo si è espresso compatto a favore dell’AI Act.

L’assemblea in plenaria ha deliberato a Strasburgo, dove hanno detto sì 499 votanti. 28 i contrari e 93 gli astenuti.

Non è servito l’ostruzionismo dei popolari, che avevano presentato due emendamenti. Uno dei quali, ad esempio, avrebbe consentito alle forze dell’ordine (in circostanze particolari) di usare l’identificazione biometrica remota in luoghi pubblici.

Cosa cambierà

In sintesi, il testo dell’AI Act mira a un utilizzo dell’intelligenza artificiale nel nostro continente in linea con i valori comunitari.

Il Parlamento ha spiegato che “saranno vietati i sistemi di IA che presentano un livello di rischio inaccettabile per la sicurezza delle persone”.

In concreto, stop all’identificazione biometrica remota sia in tempo reale che a posteriori in spazi pubblici. Inoltre, nessuna categorizzazione biometrica potrà basarsi su caratteristiche sensibili come genere, razza, etnia, cittadinanza, religione e orientamento politico. Stop anche ai sistemi di polizia predittiva, cioè basati su informazioni relative al passato, e ai sistemi di riconoscimento delle emozioni utilizzati in diversi contesti.

Con l’AI Act non sarà possibile creare banche dati di riconoscimento facciale con dati biometrici presi dalla Rete o da filmati di telecamere a circuito chiuso.

Considerati tecnologie ad alto rischio, e quindi banditi, anche i sistemi di intelligenza artificiale utilizzati per influenzare gli elettori e l’esito delle elezioni. Oltre ai sistemi di raccomandazione usati dai social con più di  45 milioni di utenti.

I commenti

Il commissario Ue al Mercato interno Thierry Breton ha detto: “Stiamo organizzando il primo incontro a tre stasera a Strasburgo” (cioè tra Parlamento, Commissione e Consiglio).

“L’IA solleva molte questioni dal punto di vista sociale, etico ed economico. Ma non è il momento di premere alcun pulsante di pausa. Al contrario, si tratta di agire rapidamente e di assumersi la responsabilità”.

Altri deputati hanno sottolineato come l’AI Act non sia un documento restrittivo per l’intelligenza artificiale. Semmai gli eurodeputati desiderano che “il potenziale creativo e produttivo dell’IA venga sfruttato. Tuttavia, durante i negoziati con il Consiglio ci batteremo per proteggere la nostra posizione e contrastare i pericoli per la democrazia e la libertà”.

L’AI Act tra il recente passato e il futuro prossimo

L’Artificial Intelligence Act è stato sovente citato nelle ultime settimane per almeno due motivi.

Intanto perché, con il suo potenziale carattere coercitivo, ha dapprima indotto il numero uno di OpenAI, Sam Altman, a minacciare il ritiro dall’Europa di ChatGPT. Tuttavia, dopo la sparata inziale, Altman è decisamente tornato sui propri passi, invocando anzi un “giusto equilibrio tra protezione e impatto positivo dell’IA”.

Inoltre, la commissaria Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager, e il segretario di Stato americano, Antony Blinken, hanno dichiarato che Europa e Usa adotteranno in tempi brevi un codice condotta condiviso sull’intelligenza artificiale.

Resta da chiedersi (e per ora nessuno conosce la risposta) come questo codice possa integrarsi con l’AI Act europeo, che oggi ha fatto un netto passo avanti verso la sua concreta attuazione.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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