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Gran Turismo: com’è il film con Orlando Bloom e David Harbour?

Gran Turismo è uno dei videogiochi più iconici e amati della scuderia Sony. Un punto di passaggio obbligato non solo per i gamer, ma anche per gli amanti delle automobili. Due passioni a cui teniamo particolarmente qui a techprincess e per questo eravamo molto curiosi di scoprire il film di Gran Turismo negli ultimi mesi e ora che l’abbiamo visto, siamo pronti per la nostra recensione!

Gran Turismo, la recensione del film

Partiamo con il fatto che si tratta di un film sui videogiochi atipico. Questo perché non si tratta di un adattamento diretto della saga videoludica, cosa che sarebbe stata piuttosto difficile da realizzare non avendo questi titoli una vera e propria narrazione, quanto piuttosto la trasposizione di una storia (romanzata qua e là, ma vera) dove Gran Turismo ha un ruolo centrale.

Tutto parte da Nissan che decide di lanciare un nuovo programma speciale, la GT Academy. L’idea è quella di prendere i migliori talenti dal mondo dell’eSport legato ai motori e dare loro la possibilità di scendere effettivamente in pista, mettendosi a confronto con i piloti più esperti. Un’occasione che Jann Mardenborough non può lasciarsi sfuggire.

È un ragazzo britannico, che vive in una cittadina sulla costa, figlio di un ex-calciatore che ha militato in squadre minori. Il padre vorrebbe che il giovane Jann seguisse le sue orme, con il pallone tra i piedi, ma la chiamata arriva da un’altra parte. Il ragazzo passa ore e ore con il joypad (o meglio ancora il volante da gaming) ad affrontare piste su piste in Gran Turismo, imparando ogni angolo dei circuiti e prendendo il feeling con tutti i veicoli.

Partecipare alla GT Academy di Nissan sarà l’opportunità per realizzare i propri sogni e arrivare finalmente a confrontarsi con i più grandi. Sarà una grande avventura, che porterà Jann a scontrarsi con rivalità, pregiudizi e tutte le difficoltà che gli sport automobilistici presentano, sia a livello fisico, sia a livello mentale.

Inseguire un sogno ad altissime velocità

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Photo by: Gordon Timpen

La prima parte del film, tra l’ambientazione britannica, il conflitto con il padre (soprattutto in una scena ambientata nelle ferrovie) e in generale il tema della passione da rincorrere oltre ogni ostacolo, riporta alla mente quel cult di inizio 2000 che è stato Billy Elliot. E sebbene gran parte di quelle tematiche si annacquino con il procedere della pellicola, il cuore orientato verso il sogno rimane attivo.

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La storia di Jann Mardenborough (che prende anche parte al film, facendo da stuntman del suo “alter ego”) è una di quelle che sembrano nate per il cinema. Naturalmente c’è una componente di finzione, che aiuta a dare una struttura drammatica vera e propria al racconto. Ma è affascinante vedere come questo pilota abbia davvero vissuto le tappe del viaggio dell’eroe più classico.

Anche per questo, il film di Gran Turismo non brilla dal punto di vista della sceneggiatura. È un racconto piuttosto tradizionale, che peraltro lascia per strada qualche filone narrativo solo accennato e altri li apre e chiude in maniera frettolosa. Questo senza contare che fatica molto (soprattutto nella parte iniziale) a nascondere la sua natura promozionale e autocelebrativa.

Ma alla fine è tutto parte del gioco e questo gioco vale la candela. Gran Turismo è un film che diverte in totale leggerezza, regalando una storia di passione e sogni che si realizzano, che sembra figlia dai cult per i ragazzi degli anni ’80. Con David Harbour che si trasforma in un perfetto Maestro Miyagi, tenendo insieme tutti i pezzi narrativi ed emozionali del film.

Il film di Gran Turismo diventerà l’ossessione di qualche giovane

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Photo by: Gordon Timpen

Complice anche la regia di Neill Blomkamp, che si mette completamente a servizio della narrazione per realizzare sequenze spettacolari, ma senza mai far percepire la propria mano, il film di Gran Turismo regala un paio d’ore di gran divertimento. Non siamo dalle parti del cinema che punta alle cerimonie di premiazione in abito da gala, ma gioca su un campionato diverso, dove ha buone speranze.

Le gare che corre questa pellicola sono quelle dove il traguardo è il cuore di un giovane appassionato. Di motori, di videogiochi, di tutti e due o magari di nessuno (prima di vedere il film). L’obiettivo è diventare quell’avventura che i ragazzi vedono e rivedono in continuazione, che una volta avrebbe rovinato il videoregistratore. E siamo sicuri che ci sarà più di qualcuno che è già pronto a rivederlo all’infinito.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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