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Les Secrets de mon père: com’è il film di Véra Belmont

Durante la 22a edizione del Future Film Festival abbiamo avuto l’occasione di vedere il film in concorso Les Secrets de mon père, diretto da Véra Belmont, un racconto autobiografico del fumettista israeliano Michel Kichka, che mostra l’Olocausto come un trauma la cui eco si estende su più generazioni.

Les Secrets de mon père si concentra sul viaggio di una famiglia verso la riconciliazione dopo aver affrontato il trauma dell’Olocausto e Auschwitz. Michel e suo fratello viaggiano a ritroso nel tempo e nella memoria per scoprire il passato difficile del padre: a dipanarsi è una storia intima e forte, svelata progressivamente attraverso l’animazione. Il lead producer del film è Marc Jousset, già direttore artistico del film Persepolis.

Les Secrets de mon père: recensione del film di Véra Belmont

Les Secrets de mon père

La regista francese Véra Belmont ha firmato il suo quinto lungometraggio, un film d’animazione ambientato quasi un decennio dopo la liberazione di Parigi e la morte di Hitler. La storia ci riporta in una realtà postbellica: siamo negli anni ’60. Michel e il suo fratellino Charly sono due bambini ebrei che vivono in Belgio con i genitori. A casa il loro padre si rifiuta sempre di parlare del suo passato, e si chiude per ore nel suo ufficio, una stanza della casa vietata a qualsiasi altra persona. Auschwitz è un fantasma, un’entità che perseguita il passato di Henri, ma anche il presente dei suoi figli Michel e Charly, a cui il loro padre non ha mai raccontato nulla del suo passato e si allontana da loro per proteggerli dalla verità.

Anche se l’argomento è stato affrontato attraverso numerose pellicole, Les Secrets de mon père è una preziosa testimonianza dei sopravvissuti all’Olocausto, è un racconto necessario che esprime l’urgenza e il dovere della memoria attraverso le generazioni. Per affrontare i temi dell’antisemitismo, l’Olocausto e la memoria, la narrazione passa attraverso momenti di vita quotidiana, dall’esclusione da un corso di catechismo all’incomunicabilità familiare, affrontando anche la frattura generazionale tra coloro che sono sopravvissuti alla guerra e coloro che non l’hanno conosciuta.

Future Film Festival, il film in concorso Les Secrets de mon père

Les Secrets de mon père

Les Secrets de mon père è un racconto prezioso non solo per quel che racconta, anche nel modo che ha di tradurre le immagini del fumettista israeliano, Michel Kichka: l’animazione 2D è molto pulita e l’estetica è piuttosto classica, elementi però che permettono di permeare e traslare l’immaginazione traboccante dei due bambini e la loro difficoltà nel capire la dura realtà dei campi di concentramento.

Quel che è ammirevole è anche la scelta di riproporre immagini celebri che hanno determinato la Seconda Guerra Mondiale e l’Olocausto attraverso il tono e l’estetica dell’animazione; in quei momenti, quando gli occhi di Michel incontrano quelle immagini, si può osservare come Michel sia attento e curioso di capire come quelle immagini possano interessare e intersecare la sua vita. Momenti che rendono l’opera di Véra Belmont preziosa e commovente.

Noi come spettatori osserviamo due storie: una personale e una più imponente, l’intimità e la conoscenza, e come queste siano vissute, percepite e osservate attraverso gli occhi di due bambini, che hanno subito sia i silenzi della famiglia sia il complesso contesto sociale e politico del dopoguerra.

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Lucia Tedesco

Giornalista, femminista, critica cinematografica e soprattutto direttrice di TechPrincess, con passione ed entusiasmo. È la storia, non chi la racconta.

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