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Priscilla: com’è il film diretto da Sofia Coppola

Priscilla cammina su un tappeto soffice, o forse è una moquette particolarmente morbida. I suoi piedi procedono incerti, con una certa instabilità, sprofonda in quel velluto, incespicando. Osserviamo le sue mani, dita affusolate con le unghia impreziosite da uno smalto rosa confetto molto tenue, le sue ciglia finte, che indossa con estrema lentezza, e il trucco, un eyeliner ad ala che si disegna delicatamente. Tutto è misurato, preciso, seppur sfarzoso. Ma tutto quel velluto, quella visione barocca, è un inganno, un meraviglioso inganno. Poiché Priscilla vive in un paradiso di velluto sì, ma serrato come un pugno chiuso.

Sofia Coppola scrive e dirige uno splendido biopic in concorso al Festival di VeneziaPriscilla, in cui racconta l’incontro, l’amore e il matrimonio fra Elvis e Priscilla Presley. L’autobiografia di Priscilla Presley, da cui Coppola ha tratto il film, si intitola “Elvis and me”. Ad interpretare rispettivamente Priscilla ed Elvis sono Cailee Spaeny e Jacob Elordi.

Priscilla: recensione del film diretto da Sofia Coppola

Priscilla Beaulieu è un’adolescente che vive in una base militare in Germania, quando incontra per la prima volta Elvis Presley, il re del rock’n’roll. Tra i due nasce una passione intensa e inaspettata, che li porterà a sposarsi dopo un lungo fidanzamento.

Dopo Marie Antoinette, Sofia Coppola distilla un’opera che non si distacca troppo dalla storia sulla monarchia francese, anzi ci trasporta nelle pieghe, nei drappeggi e nella vita di un Re e del suo reame, attraverso la prospettiva afflitta e disillusa della sua regina. Priscilla è la moglie-bambina che abita le stanze di Graceland, un vero castello, un palazzo reale come Versailles, e come tutte le monarchie, il centro del discorso è il potere, sempre, un potere che Elvis ha e agisce su tutti, compresa Priscilla.

Sofia Coppola ci fa scoprire il volto più intimo e umano di Elvis, attraverso lo sguardo innamorato e disilluso di Priscilla. Probabilmente molti fan di Elvis faticheranno a riconoscerlo, potrebbero addirittura detestare questa versione del re del rock’n’roll. La versione, qui incarnata dal bravissimo Jacob Elordi, è totalmente fuori dal calco degli Elvis del cinema, della televisione e della letteratura. Questo Elvis è totalmente visto e raccontato dalla prospettiva di Priscilla, ed è una prospettiva personale, intima, è un Elvis privato, vulnerabile, per certi versi inedito quello che vediamo sul grande schermo.

Priscilla: il biopic di Sofia Coppola è un paradiso di velluto serrato come un pugno chiuso

Priscilla recensione Sofia Coppola

E questo ci rende ancora più consapevoli e ci permette di essere ancora più empatiche con il personaggio di Priscilla, con la sua insofferenza, e come la sua vita dentro Graceland era una vita ancillare, che il ruolo che aveva assunto, un ruolo vestalico di moglie e madre devota, la rendeva poco più di un arredo umano dentro le stanze a tinte confetto di casa Presley.

Certo, non possiamo dimenticare che questa donna era una delle donne più famose e invidiate al mondo, la regina simbolica del rock and roll americano. Ma vista dall’interno, dalle stanze ovattate e asfittiche di Graceland, la realtà mostrava tutt’altro. Elvis aveva innegabilmente un atteggiamento e una postura da padre padrone: decideva tutto, come lei si doveva vestire, come si doveva truccare, i capelli. Inoltre a lei non era concesso poter lavorare: “o me o la carriera”, asserisce Elvis. Quando lui parte per girare i film ad Hollywood lei resta in casa, a piantonare il telefono: “tieni acceso il focolare domestico”.

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La fine della favola

Coppola ha un approccio opposto alla biografia, non racconta questa storia con una rigorosa cronologia ma è un ricordo impressionistico, una sintesi viscerale fatta di sentimenti e della creazione dell’identità di Priscilla, che è dapprima una bambina ingenua, rinchiusa in un mondo di potere, poi una donna cosciente alla ricerca della sua strada. Sofia Coppola non giudica, non dà pareri, non condanna, coglie il percorso di vita di una donna che si immerge da adolescente nella vita e nel mondo di Elvis e ne riemerge da donna desiderosa di definire se stessa.

Priscilla non è altro che Alice nel paese delle meraviglie, ovvero il viaggio di una bambina in un mondo sigillato, rinchiusa in un mondo di potere travestito e mascherato da mondo dei sogni. Il suo isolamento, il suo dolore viene evocato, mostrato, enfatizzato e la regista ha l’enorme talento nel raccontare tutti i colori della sua liberazione, tutte le sfumature della sua determinazione, fino al momento in cui Priscilla, dopo tutti gli anni trascorsi nel pugno di velluto di Graceland, decide di divincolarsi dalla presa asfittica di casa Presley, e da Elvis, e accogliere con rinnovata felicità la fine della favola.

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Lucia Tedesco

Giornalista, femminista, critica cinematografica e soprattutto direttrice di TechPrincess, con passione ed entusiasmo. È la storia, non chi la racconta.

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